MILANO - Se non sarà la neve a "imbiancare" Milano lo farà la farina per il pane: 180 i quintali di pane buttati nella spazzatura ogni giorno solo a Milano. Dopo la notiza lanciata dal Corriere della sera in tanti si stanno mpbilitando per trovare una soluzione. Secondo una ricerca con le eccedenze in Italia si potrebbero sfamare 636mila persone.
«Fermare lo spreco: ecco la questione chiave con cui ci confronteremo in futuro», mette in allerta il presidente di Slow Food, Carlo Petrini. Così la pensano anche le 65mila famiglie che in Italia fanno parte dei Gas e dei Gap, gruppi d'acquisto solidale e popolare determinati a comperare solo ciò che si consuma davvero. E anche alcune acatene come Coop Lombardia, che consegnano l'invenduto alla Caritas e al mondo del non profit. «Sono certo che i milanesi pagherebbero qualche centesimo in più gli acquisti al super o in negozio pur di finanziare un sistema di riutilizzo delle eccedenze», riflette il direttore della Caritas ambrosiana don Roberto Davanzo.
«Il pane buttato a Milano potrebbero sfamare chi ne ha bisogno. Basta organizzarsi», assicura Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria dell'università di Bologna. Lo spreco è trasformato in risorse proprio grazie a un modello messo a punto dal professor Segrè e dai suoi studenti. Nel 2003 è nata una società partecipata dall'ateneo di Bologna e da nove ex studenti (www.lastminutemarket.org) che aiuta a salvare dalla spazzatura le eccedenze della grande e piccola distribuzione. Last minute market offre servizi che rendono possibile il recupero delle merci invendute, senza valore commerciale, ancora idonee per essere utilizzate. I beni donati sono resi disponibili a enti e associazioni che danno aiuto a persone in condizioni di disagio sociale. Il sistema elaborato dall'ateneo di Bologna si basa sul riutilizzo delle eccedenze a chilometro zero, nelle immediate vicinanze.
«Recuperando le eccedenze di grande e piccola distribuzione, in Italia si potrebbero salvare all'anno 244.252 tonnellate di cibo per un valore di 928.157.600 euro. Sarebbe inoltre possibile fornire tre pasti al giorno a 636.600 persone e risparmiare 291.393 tonnellate di CO2 prodotte a causa dello smaltimento del cibo di risulta come rifiuto».
La normativa fiscale potrebbe determinare in futuro il successo del progetto. «Il ministero dell'Ambiente leghi la tassa sui rifiuti non ai metri quadrati del punto vendita, ma alle quantità smaltite», dice Paolo Masciocchi, direttore del settore Ambiente di Confcommercio. Dove i Comuni agevolano i negozi virtuosi il sistema funziona.
Sulla questione del pane a Milano è intervenuto con una lettera al Corriere anche il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia: «Che ogni giorno si gettino nella spazzatura quintali e quintali di pane e altri alimenti è semplicemente assurdo. […] è evidente che bisogna cambiare qualcosa nel nostro modo di consumare e di intendre il cibo. […] Di fronte a questa situazione, bisogna operare un cambio di mentalità, recuperare la memoria perduta e tornare a un consumo etico. Il primo passo è rilocalizzare non solo la produzione, ma anche i consumi. Il principio della filiera corta, con un consumo di prodotti del territorio e di stagione, serve proprio a questo: a superare l'incultura che ci fa buttare via una mela solo perché è un po' ammaccata. […] Bisogna innescare un circolo virtuoso che contribuisca a ridurre gli sprechi e garantisca al contempo salubrità e sicurezza alimentare ai cittadini, un giusto reddito agli agricoltori e un vantaggio per l'ambiente
Per il recupero del cibo Zaia sottolinea: «Occorre ripensare la filiera corta. Penso al lavoro svolto da realtà come il Banco alimentare o i Last Minute market che recuperano il cibo e lo ridistribuiscono nel raggio di pochi chilometri risparmiando in questo modo sui costi di gestione delle scorie e sui trasporti».
I numeri del pane secondo le ultime rilevazioni Coldiretti
Consumo di pane nel 1° trimestre 2008 | -5,5% |
Prezzo medio di 1 kg di pane in Italia negli ultimi 2 anni | 2,80 euro |
Pane consumato in Italia nel 2009 | 959.330 tonnellate (-3% rispetto al 2008) |
Pane buttato ogni giorno nei rifiuti di Milano | 180 quintali |
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