FIRENZE - «La proposta di legge sulla riforma del settore agrituristico non favorisce, semmai combatte la concorrenza degli agriturismi ai ristoratori. Viene infatti ribadito che l'attività agricola deve rimanere sempre prevalente. Questo significa che le attività connesse (pernottamento, somministrazione pasti, didattica e quant'altro) devono e dovranno essere sempre inferiori, per reddito o tempo dedicato, a quelle dell'attività agricola. L'attività agrituristica è vincolata all'utilizzo degli edifici esistenti e non potranno dunque essere costruiti nuovi edifici per la somministrazione dei pasti. Ciò rappresenta una garanzia per tutti: l'agriturismo resterà un'attività secondaria e potrà crescere solo se cresce anche l'attività agricola e non il contrario».
Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini (nella foto), risponde così alle mail pervenutegli, in seguito alle posizioni espresse nei giorno scorsi dalle associazioni del commercio e dei pubblici esercizi, che gli chiedono di bloccare l'iter della proposta di legge che riforma l'attività agrituristica. E sottolinea che la normativa in discussione in Consiglio regionale non creerà forme di ristorazione camuffata: «Con questa legge - precisa - innanzitutto ancoriamo in maniera vincolante l'attività agrituristica all'uso dei prodotti tipici della nostra regione. La somministrazione di pasti, alimenti e bevande, è scritto nell'articolo 15 della proposta di legge, è 'svolta con prodotti aziendali, integrati da prodotti delle aziende agricole locali, nonché da prodotti di origine e o certificati toscani, nel rispetto del sistema della filiera corta. La somministrazione deve svolgersi nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari entro i limiti numerici definiti dal regolamento”. In realtà la legge consentirà alle nostre aziende agricole di superare uno svantaggio competitivo che le ha sempre penalizzate rispetto a quelle di altre regioni, dove l'opportunità di somministrare pasti e alimenti a tutti è consentita da sempre».
Il presidente Martini fa inoltre notare che viene fissata, per la prima volta, una percentuale minima di controlli - almeno il 10% degli agriturismi che sale al 20 in caso di somministrazione di pasti - che Comuni e Province dovranno effettuare ogni anno per verificare il rispetto delle normative. «Siamo comunque disponibili, come è nostro costume, – conclude Martini - a proseguire il confronto a 360 gradi in vista della stesura del previsto regolamento attuativo, che dovremo presentare entro tre mesi dall'approvazione della legge. Sarà anche quella l'occasione per entrare nel merito delle regole e delle norme di dettaglio che dovranno disciplinare lo svolgimento di questa nuova attività nell'ambito di un settore, e nessuno deve dimenticarlo, che contribuisce con successo all'immagine della nostra regione nel paese e all'estero».
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