'La logica delle cose semplici”. Il che, detto da un purista oggi gran maestro dell'essenzialità in Cucina, è ben più di un manifesto di un programma ideale. Superato con passo sicuro la soglia degli ottant'anni,
Gualtiero Marchesi (
nella foto), il 'Cuoco” italiano per eccellenza, quello che decine di stellati riconoscono come una guida insostituibile (anche se i guidaioli non perdono occasione per cercare di sminuirne il prestigio con assurdi punteggio e valutazioni bislacche), ha deciso di raccontarsi attraverso una mostra che ripercorrerà 60 di attività professionale senza eguali e che potrebbe avere il titolo prima indicato. Il condizionale è d'obbligo perché l'allestitore di questa mostra (prevista da febbraio a marzo al Castello Sforzesco di Milano, l'architetto Giovanni Leoni, pensa ad una frase un po' più di effetto: 'Storia/e d'Italia. Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana”.
L'annuncio di questa mostra, una vera occasione per celebrare con lui la rinascita della Cucina italiana e la conquista di una leadership internazionale nel gusto e nel piacere di stare a tavola (che tale proprio grazie al ruolo, nel bene e nel male, svolto dal 'Divino”), è stato dato dallo stesso Gualtiero Marchesi il occasione dei lavori della Commissione governativa turismo enogastronomico, di cui è presidente, riunita a Vicenza in occasione del primo Festival dell'Enoturismo.
è in questa cornice che 'il maestro” degli cuochi italiani ha annunciato la mostra sui suoi 60 anni di attività che di fatto sarà un pretesto per parlare della cultura enogastronomica italiana attraverso lo sguardo di colui che ha posto la cucina tricolore tra le più importanti al mondo. Coltura (i prodotti base), Cultura (la mediazione) e Cucina (con il prodotto finale sono i elementi che per Marchesi sono inscindibili e su cui si deve lavorare dalla materia alla tecnica, abbinando tradizione e ricerca. Nella mostra ci saranno le foto dei suoi piatti più famosi, ma anche gli strumenti utilizzati in tutti questi anni, alcuni dei quali diventati inventati da Marchesi e diventati patrimonio dei suoi colleghi.