L'inchiesta sulle irregolarità amministrative nella gestione di alcuni locali notturni di Milano, nata dal filone per il quale è attualmente a processo il fotografo dei vip Fabrizio Corona, e iniziata da lugo tempo, sta dando i suoi frutti. L'elenco degli indagati supera i 15 nomi. E tra loro, insieme con il comandante dei vigili urbani Emiliano Bezzon, ci sono alti funzionaridel Comune, come Silvano Baselli, del direttore generale del Demanio, Giuseppe Pannuti, del direttore del settore Demanio e patrimonio, Laura Mari. E ancora, per concludere la lista dei big, l'ex ispettore dei vigili del fuoco Luigi Esposito. Tra le accuse, a vario titolo, concorso in concussione, corruzione, abuso d'ufficio, rivelazioni del segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. Riportiamo due articoli da Repubblica.it
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Per non avere guai con le licenze, si sarebbero pagate mazzette. E lo stesso si sarebbe fatto per non avere vigili urbani ficcanaso tra i clienti in coda all'ingresso dei locali alla moda oppure vigili del fuoco troppo curiosi di capire se le uscite di sicurezza fossero o meno a norma. A garantire che il meccanismo non s'i nceppasse, ci avrebbe pensato nientemeno che il comandante dei vigili urbani Emiliano Bezzon, che ha ricevuto ora l'avviso di garanzia. Ma l'elenco degli indagati supera i 15 nomi. E tra loro ci sono anche quelli di alti funzionari di Palazzo Marino, come Silvano Baselli (responsabile del servizio Pianificazione e sviluppo ed ex segretario della Commissione comunale di vigilanza), del direttore generale del Demanio, Giuseppe Pannuti, del direttore del settore Demanio e patrimonio, Laura Mari. E ancora, per concludere la lista dei big, l'ex ispettore dei vigili del fuoco Luigi Esposito.
L'allarmante quadro ritratto dalle indagini del pm Frank Di Maio comprende anche i proprietari della discoteca Toqueville di zona corso Como, Carlo Bondavalli e Roberto Nigro, e quello del bar Bianco, locale trendy all'interno del parco Sempione, Michele Cilla; oltre al segretario del Silb, il sindacato delle sale da ballo, Rodolfo Citterio, e l'architetto Daniele Beretta, specializzato nell'arredamento dei locali alla moda. Attraverso il pagamento di mazzette agli ultimi due, entrambi componenti della Commissione comunale di vigilanza, i locali di tendenza della città avrebbero avuto vita facile e nessun controllo a ostacolare le proprie attività. Le accuse, a vario titolo, parlano di concorso in concussione, corruzione, abuso d'ufficio, rivelazioni del segreto d'ufficio e favoreggiamento personale.
Il comandante dei vigili è stato ufficialmente informato dell'inchiesta a suo carico con la notifica della proroga delle indagini per le accuse di abuso d'ufficio e rivelazione del segreto d'ufficio. Secondo i pochissimi elementi che trapelano dall'indagine condotta da Di Maio, il responsabile dei ghisa avrebbe omesso di notificare verbali dai quali emergevano irregolarità su alcuni locali notturni, come invece gli aveva ordinato di fare la giunta. Non solo. Bezzon si dovrà anche difendere dall'accusa di aver favorito discoteche intestate a persone a lui vicine, confidando notizie che dovevano invece restare segrete.
La pietra dello scandalo, secondo le indagini della squadra mobile, è rappresentata proprio dalla Commissione comunale di Vigilanza (Ccv). Un organismo costituito nel 1990, che ha tra i suoi compiti statutari il rilascio delle licenze dei locali pubblici. Un centro nodale per le attività commerciali della città, che secondo l'accusa si sarebbe dimostrato un ventre molle, visto che i titolari dei locali notturni avrebbero avuto la possibilità di ottenere licenze a proprio piacimento, in cambio di bustarelle consistenti.
A sostegno della tesi accusatoria ci sono anche intercettazioni telefoniche e ambientali. L'inchiesta è nata dal filone che vede attualmente a processo il fotografo dei vip, Fabrizio Corona. Nelle carte che la procura di Potenza ha inviato a Di Maio, ormai due anni fa, c'erano allusioni a irregolarità nella gestione della discoteca Hollywood. Da qui, il pm ha iniziato a scavare sui metodi con i quali il Comune concedeva licenze commerciali, fino a giungere alla convinzione che in ballo ci sono mazzette, contestate nel provvedimento del gip Giulia Turri, almeno "a partire dall'aprile del 2008 fino a oggi".
Emilio Randacio
Repubblica.it
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Il primo aprile dello scorso anno, la Commissione comunale di vigilanza (Ccv) si sarebbe data un gran da fare per sbloccare una pratica riguardante le licenze della discoteca Tocqueville di corso Como e del bar Bianco di parco Sempione. Il rappresentante del Sindacato dei locali da ballo (Silb) all'interno del Ccv, Rodolfo Citterio, avrebbe avuto un 'occhio di riguardo” per fare avere il via libera ai titolari della licenza. Ovviamente, in cambio di tangenti. Versate, sostiene l'inchiesta del pm Frank Di Maio, proprio dai titolari dei due noti e frequentati locali. Lo si deduce dall'avviso di proroga indagini, appena notificato agli indagati.
A Citterio, oltre che alla corruzione semplice, viene contestato anche la "corruzione per atti d'ufficio". In sostanza, è sospettato di aver "aggiustato" una pratica in cambio di un versamento di denaro illecito. è solo uno degli innumerevoli esempi raccolti nel fascicolo d'accusa della procura, dopo oltre un anno di indagini condotte dalla squadra Mobile. «Emerge dalle indagini - ha spiegato il capo della Mobile (e futuro vicequestore a Bergamo) Francesco Messina - l'esistenza di un sistema con soggetti che hanno deviato dai loro compiti istituzionali di funzionari pubblici e di rappresentanti di categoria. Con questi ultimi che guadagnavano dal proprio ruolo di intermediari, sia verso i locali sia verso i pubblici funzionari».
Un vero "sistema", dunque, all'interno di un organo vitale di Palazzo Marino. «Il rischio è che sia una situazione in essere da tempo», ha commentato amaramente il capo della Mobile. Sul ruolo avuto invece dal comandante dei vigili, indagato per abuso d'ufficio e rivelazione del segreto d'ufficio, Messina ha spiegato che «Emiliano Bezzon dovrà spiegare perché in alcuni episodi si è comportato in un modo piuttosto che in un altro, rispetto agli atteggiamenti avuti da alcuni funzionari». Ma non sarà il solo che dovrà chiarire i risultati delle indagini. Sempre Citterio, in compagnia dell'ex segretario della Ccv e ora responsabile del servizio pianificazione e sviluppo di Palazzo Marino, Silvano Baselli, è accusato di una tentata truffa, consumata presumibilmente "intorno al 12 maggio del 2008". Su quale pratica arrivata alla Commissione, abbiano cercato di intervenire questa volta, al momento le carte diventate pubbliche 72 ore fa, non è ancora chiaro.
La sensazione è che fino a oggi il pubblico ministero Di Maio abbia tentato di mostrare il meno possibile le carte che ha in mano. La notifica, tre giorni fa, di 16 avvisi di proroga indagini, è stato infatti un atto imposto dal codice per questi tipi di reato. Se avesse potuto, probabilmente, il magistrato ne avrebbe fatto volentieri a meno. Per il momento, quello che resta completamente off limit, sono le intercettazioni telefoniche raccolte fino a oggi. Una volta che diventeranno pubbliche, si capirà meglio il "marcio" che si è annidato per anni nella Commissione di Palazzo Marino.
Sandro De Riccardis ed Emilio Randacio
Repubblica.it
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