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Vino italiano: prospettive positive per l'export 2024, ma resta l'incognita dazi

Nonostante il calo sul mercato interno, l'export di vino italiano crescerà del 4% nel 2024, superando gli 8 miliardi. Trainano gli Spumanti, ma attenzione alle tensioni geopolitiche e alla rielezione di Trump

 
03 dicembre 2024 | 18:46

Vino italiano: prospettive positive per l'export 2024, ma resta l'incognita dazi

Nonostante il calo sul mercato interno, l'export di vino italiano crescerà del 4% nel 2024, superando gli 8 miliardi. Trainano gli Spumanti, ma attenzione alle tensioni geopolitiche e alla rielezione di Trump

03 dicembre 2024 | 18:46
 

Dopo un 2023 in leggero calo, il 2024 si prospetta positivo per l'export del vino italiano. Secondo le stime di Nomisma Wine Monitor, la crescita sarà superiore al 4%, portando il valore totale a superare la soglia degli 8 miliardi di euro. Questo risultato è trainato principalmente dagli spumanti, con il Prosecco che rappresenta ormai due bottiglie su dieci esportate.

Vino italiano: prospettive positive per l'export 2024, ma resta l'incognita dazi

Nel 2024 l'export del vino italiano chiuderà in positivo

Vino, un mercato interno ancora in difficoltà

Diversa la situazione sul mercato domestico. Nei primi nove mesi del 2024, il canale moderno registra un calo del -1,5% a volume, con difficoltà diffuse in tutti i format distributivi. I vini fermi e frizzanti sono quelli più colpiti, mentre gli spumanti continuano a crescere, anche se il carovita spinge i consumatori verso prodotti più economici. Il trend positivo degli spumanti prosegue, sostenendo l'export italiano, ma il consumo nazionale evidenzia un cambiamento nelle scelte dei consumatori, che privilegiano bollicine più accessibili. Questo riflette l'impatto del carovita sulle famiglie italiane, un fattore che continuerà a influenzare il mercato nei prossimi mesi.

Vino italiano: prospettive positive per l'export 2024, ma resta l'incognita dazi

Gli spumanti trainano il comparto del vino italiano all'estero

Secondo l'ultimo Report Wine Monitor di Nomisma, relativo alle importazioni di vino nei 12 principali mercati mondiali, che rappresentano oltre il 60% del valore globale degli acquisti di vino, alla fine del terzo trimestre 2024 si è registrato un calo complessivo del -2,6% in valore. Tuttavia, tra i principali mercati, solo la Cina e il Brasile hanno mostrato incrementi significativi sia in termini di valore che di volume. In particolare, la Cina ha registrato una crescita del +27%, grazie al ritorno dei vini australiani, reso possibile dalla rimozione dei dazi imposti dal governo di Pechino dal 2021. Per quanto riguarda l'Italia, gli acquisti di vini fermi imbottigliati hanno registrato trend positivi a valore negli Stati Uniti e in Canada. Inoltre, si sono registrate crescite più marcate per gli spumanti italiani in paesi come Australia, Francia, Stati Uniti, Canada e Regno Unito.

Il vino italiano e l'incognita dazi

Le tensioni geopolitiche, come la minaccia di nuovi dazi USA e l'incremento delle accise in Russia e Regno Unito, spingono le imprese italiane a diversificare i mercati. Se mercati consolidati come Germania, Svizzera e Francia mostrano segni di rallentamento, cresce l'export in paesi emergenti come Austria, Irlanda, Brasile, Romania e Thailandia, con incrementi a doppia cifra. Denis Pantini, responsabile di Wine Monitor, sottolinea l'importanza di monitorare gli sviluppi internazionali. L'eventuale imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe avere effetti indiretti anche su altri mercati chiave, come quello tedesco, già in difficoltà. Queste incertezze rendono essenziale l'apertura verso nuovi mercati. «Il rischio di dazi aggiuntivi - dice Pantini - sulle importazioni negli Stati Uniti potrebbe generare impatti indiretti nell'export anche in altri mercati importanti per il vino italiano come quello tedesco, la cui economia già sotto pressione, potrebbe ulteriormente indebolirsi, alla luce dell'obiettivo di Trump di ridurre il deficit della bilancia commerciale americana e che nel caso del rapporto con la Germania è pari a circa 80 miliardi di euro».

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