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Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

L’Armenia vive un rinascimento enologico grazie ai suoi vitigni autoctoni e all’enoturismo. Con oltre 6mila anni di storia vinicola e nuove cantine, il Paese è una meta emergente per degustazioni, cultura e paesaggi spettacolari

di Marina Cioccoloni
 
26 novembre 2024 | 17:35

Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

L’Armenia vive un rinascimento enologico grazie ai suoi vitigni autoctoni e all’enoturismo. Con oltre 6mila anni di storia vinicola e nuove cantine, il Paese è una meta emergente per degustazioni, cultura e paesaggi spettacolari

di Marina Cioccoloni
26 novembre 2024 | 17:35
 

Con una storia millenaria e un legame profondo con la viticoltura, l’Armenia sta vivendo una vera e propria rinascita nel settore vinicolo e del turismo del vino. Un tempo produttore di brandy per diktat sovietico, oggi il Paese guarda al futuro con un ambizioso programma di sviluppo, che punta sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni, sull’enoturismo e su nuove infrastrutture per i visitatori.

Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

In Armenia i vigneti con sullo sfondo l'Ararat

Le radici antiche del vino armeno

Il legame dell’Armenia con il vino risale a oltre 6mila anni fa. Nella grotta Areni 1, sito archeologico scoperto nel 2007 ai piedi della gola di Noravank, provincia di Vayots Dzor, gli studiosi hanno portato alla luce una cantina antichissima, risalente a 6.100 anni fa, con strutture per la fermentazione e la conservazione del vino. In questo territorio, dove il racconto biblico narra che Noè uscito dall’Arca dopo il Diluvio universale piantò la prima vite, la viticoltura ha una valenza storica e culturale straordinaria.

Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

Nella grotta Areni 1, sito archeologico scoperto nel 2007 ai piedi della gola di Noravank, provincia di Vayots Dzor, gli studiosi hanno portato alla luce una cantina antichissima

Nell’antichità il vino era la bevanda più usata dalla popolazione armena e sui bassorilievi degli antichi monasteri non mancano mai tralci di vite, uva e calici, mentre nel complesso di Persepolis in Iran si conserva un bassorilievo di armeni che portano il loro famoso vino a re Dario. Visitare il Wine Historical Museum, ospitato nella cantina Armenia Wine, offre un percorso che racconta la storia di questa bevanda attraverso secoli di cultura e tradizione.

Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

Coppa Rituale 2300 aC Museo di Storia di Yerevan Armenia

Il boom della viticoltura moderna e il ritorno dei vitigni autoctoni

A partire dal 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica, l’Armenia ha iniziato a ricostruire la propria identità vinicola. Durante la dominazione sovietica, il Paese era stato, infatti, destinato alla produzione di brandy, con le sue varietà più nobili estirpate per fare spazio al Kangoun, il vitigno destinato a questo distillato. Al vino doveva provvedere la Georgia.

Ma con il ripristino dell’autonomia, gli armeni hanno cominciato a reintrodurre antichi vitigni come il Voskehat, a bacca bianca, e l’Areni, simbolo dei rossi armeni, oggi apprezzati non solo a livello locale ma anche internazionale. In Armenia si contano oltre 300 vitigni autoctoni. Attualmente ne sono coltivati principalmente 35, di cui 20 per produrre vino e il resto come uva da tavola, di cui la qualità più diffusa è la kishmisch.

Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

L‘Armenia punta a un programma di sviluppo per la valorizzazione dei vitigni autoctoni

Un’enorme crescita del settore vitivinicolo

Dalle 25 cantine che si contavano appena sei anni fa, oggi se ne contano ben 150, e se nel 2008 vi erano soltanto 4 etichette oggi i vini armeni sono 430, segnando un’espansione rapidissima, con rossi corposi con 13,5 di gradazione minima e 12% per i bianchi. In un paese che conta 300 giorni di sole l’anno la produzione vinicola in meno di un decennio è passata da 7 a oltre 13 milioni di litri, e i dati non mostrano segni di rallentamento.

Questo sviluppo è stato accompagnato da un aumento dei turisti, con presenze che sono raddoppiate nello stesso periodo, passando da 1,2 milioni di arrivi nel 2014 a 2,3 milioni nel 2023. Quest’anno si prevede di chiudere il 2024 con oltre 3 milioni di arrivi. Un numero importante e un contributo significativo al PIL nazionale.

L’enoturismo: una nuova frontiera per l’Armenia

L’Armenia sta investendo fortemente nell’enoturismo, una forma di turismo tematico quasi inesistente fino a pochi anni fa. Iniziative governative, come sgravi fiscali e incentivi per le imprese del settore, hanno favorito la nascita di strutture per l’accoglienza dei turisti, la riconversione delle antiche cantine in sale per degustazioni e ristoro. Alcuni piccoli produttori sono impegnati nell’allestimento di aree di accoglienza per camper tra i vigneti, per un’esperienza immersiva e accessibile a tutti.

Enoturismo in Armenia tra vitigni antichi e paesaggi suggestivi

I vigneti a Vayots Dzor

La Conferenza internazionale del turismo del vino, tenutasi a Yerevan a settembre 2024 con il supporto dell’Unwto (Organizzazione mondiale del turismo) e la partecipazione di 25 paesi, ha puntato i riflettori su questo settore in forte crescita, attirando investitori e stimolando progetti di marketing territoriale.

La resilienza dell’Armenia tra sfide geopolitiche e cultura del vino

L’Armenia, nonostante le sfide geopolitiche, continua a puntare sull’enoturismo e sulla propria antica tradizione vinicola. Le recenti tensioni con l’Azerbaijan hanno influito sulla vita di molti cittadini, compresi i produttori vinicoli costretti ad abbandonare le loro terre nel Nagorno Karabakh. Tuttavia, al netto delle difficoltà, la produzione vinicola e l’enoturismo sono in continua espansione, e si stima che nei prossimi anni il settore potrà addirittura quintuplicare.

L’attrattiva dei piccoli produttori e l’influenza della diaspora

La produzione vinicola armena è caratterizzata da numerosi piccoli produttori che lavorano con metodi artigianali per creare vini di nicchia e di qualità, richiamando turisti interessati a degustazioni personalizzate e a scoprire vitigni autoctoni.

Gli investimenti degli armeni della diaspora hanno portato una ventata di innovazione e capitali al settore contribuendo a finanziare l’impianto dei vitigni e la nascita di molte delle nuove aziende vitivinicole, come la cantina Karas, fondata da Edoardo Ernekyan, un armeno già produttore di vino in Argentina, e l’Armenia Wine Company, di proprietà di due imprenditori armeni, che ha iniziato la produzione nel 2009 e nel 2017 l’ha estesa ai vini organici su 82 ettari. La produzione attuale è di 10 milioni di bottiglie l’anno di cui il 60% parte per l’estero, in particolare Russia, Polonia e resto dell’Europa e poi Usa, Cina e Sudamerica. La cantina produce anche 3,5 milioni di bottiglie di brandy. La previsione futura dell’Armenia Wine Company è di estendere la produzione con il vino da messa da distribuire a tutte le chiede dell’Armenia.

  • Karas Wines | Arevadasht Community, Armavir, Armenia Tel +374 10 493000
  • Armenia Wine Company | 3 Bild., 1Dead-end, 30 Street, Sasunik 0223, Armenia | Tel +374 44 802222

Il futuro del vino armeno: tra tradizione e modernità

L’Armenia guarda al futuro con nuove prospettive, sfruttando le sue antiche tradizioni e il recente boom turistico per diventare una meta enoturistica di spicco. Dai vigneti nella valle dell’Ararat ai vini della regione di Vayots Dzor, dove le uve vengono coltivate a 1800 metri di altezza, fino alle cantine moderne e ospitali, i visitatori possono ora vivere un viaggio che affonda le sue radici nella storia di un Paese che, oltre alle sue bellezze naturali, si impegna a riscoprire e a valorizzare il “nettare degli dei” che tanto ha segnato il suo passato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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