Unica per storicità, con le sue 94 edizioni. Unica per tipologia di offerta, con un ricco programma articolato su 9 fine settimana. Unica per garanzie offerte, con l’accurata selezione effettuata dai giudici di Analisi Sensoriale. È la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, imperdibile momento di festa per le colline di Langhe, Monferrato e Roero, che costituisce una sintesi perfetta di cultura, territorio e gastronomia. Il tartufo bianco pregiato (Tuber magnatum Pico) è considerato il più raro e costoso tra i tartufi. Attualmente, la quotazione (riferita ad una pezzatura media,15-20 g) si attesta a 400 euro all’etto. Si tratta di un valore che viene aggiornato con cadenza settimanale e la previsione per la prossima oscilla tra i 400 attuali e i 440 euro. È una quotazione in linea con l’andamento di un anno fa quando tra ottobre e dicembre il valore ha oscillato tra i 430 e i 450 euro. Il prezzo del tartufo bianco può variare in base alle condizioni climatiche ed è così elevato a causa della sua rarità, dato che la raccolta si basa solo sulla produzione spontanea e dal fatto che cresca solo in determinate zone. In annate caratterizzate da estati particolarmente secche e bassa produzione, come nel 2007 e nel 2021, il costo ha raggiunto anche i 7000 €/kg.
Stefano Mosca, direttore generale Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba
Durante la nostra visita ad Alba nel fine settimana del 19 e 20 ottobre abbiamo incontrato Stefano Mosca, direttore generale dell'Ente Fiera.
Come sta andando questa 94ª edizione della Mostra internazionale del Tartufo Bianco d'Alba?
L'inizio è buono, abbiamo avuto il primo weekend di apertura del Mercato Mondiale del tartufo ed è andato bene. È andato bene con un aumento di visitatori rispetto allo scorso anno. Un buon inizio soprattutto anche per la qualità e la quantità di tartufo. Oggi che siamo al secondo fine settimana, all’interno del Mercato internazionale del tartufo c’è dell’ottimo prodotto e quindi, quello che è accaduto quest'anno per la prima volta, ovvero lo spostamento della stagione della cerca e cavatura del tartufo in Piemonte dal 21 di settembre al primo di ottobre sta dando dei buoni risultati.
Abbiamo cercato e stimolato questo spostamento grazie anche all’azione del Centro nazionale studi del Tartufo, abbiamo convinto il mondo del tartufo piemontese e le associazioni dei cercatori piemontesi, i ristoratori stessi ci hanno dato la forza e ci hanno invitato caldamente a spostarla in avanti proprio per garantire la qualità. Ecco tutti insieme, abbiamo convinto la Regione Piemonte a modificare la legge regionale. E i risultati si vedono.
Il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba
E perché abbiamo tutto ciò? A causa del cambiamento climatico perché effettivamente il tartufo ha risentito molto in questi anni di ciò che accade in natura - il cambiamento climatico è in essere, è innegabile, chi lo nega mente a se stesso - e non solo, molta dell'economia di questo territorio è legata a prodotti della natura. Il tartufo bianco d'Alba in primis, ma questo è un territorio di grandi vini, basta intervistare un viticoltore e ci dice che i tempi della vendemmia sono cambiati, i tempi delle potature altrettanto, così come per le nocciole che hanno risentito tantissimo dell'andamento climatico. Lo spostamento della cerca e cavatura del tartufo era dovuto per queste cause e sta dando dei buoni risultati perché la qualità del prodotto al mercato in questi giorni è ottima.
Trifulau al Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba
E le previsioni per la stagione?
Le previsioni sono buone perché è stata, dopo diversi anni, una stagione con le condizioni climatiche da un certo punto di vista quasi ideali. Abbiamo avuto le piogge, quelle che contano nel periodo giusto di luglio e agosto. Se dovessimo proprio ancora chiedere qualcosa Madre Natura chiederemmo un po' di abbassamento di temperatura, ma quello avverrà… Siamo abbastanza ottimisti anche per il proseguo della fiera che durerà fino all'8 dicembre, nove settimane totali.
La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e il suo indotto
Nove settimane che immagino incidano molto sulla città di Alba e sul suo indotto.
Sì, decisamente, abbiamo commissionato uno studio, che è stato presentato questa estate, per valutare l'impatto economico della Fiera internazionale del Tartufo Bianco d'Alba sul territorio - studio realizzato dall'Osservatorio turistico regionale in collaborazione con il professore Guido Guerzoni della Bocconi - e che ha definito la Fiera internazionale del Tartufo Bianco d'Alba l'evento enogastronomico B2C più importante in Italia in termini di ricaduta economica che genera.
La leva di ricadute economiche è 1 a 55, cioè 1€ investito nell'organizzazione della Fiera ne genera 55 sul territorio. Ed abbiamo esaminato la sola provincia di Cuneo, noi sappiamo che in realtà la ricaduta è molto più ampia perché le presenze turistiche rilevano dei picchi importantissimi in tutto il Monferrato astigiano, il Monferrato alessandrino fino ad arrivare a Torino, quindi, diciamo tutta la parte da Torino e sud del Piemonte viene animata dalla Fiera, per cui siamo consapevoli che l'effetto moltiplicatore è molto superiore però ne abbiamo uno certificato che dimostra l'importanza di questo evento.
La ricaduta poi è da sottolineare che non è solo per la città, ma ha un evidente beneficio su un territorio molto esteso. Abbiamo presenze da quasi 70 Paesi del mondo, una percentuale di notti trascorse da stranieri rispetto gli italiani che nello specifico arriva fino a un 70-75%.
Non solo internazionale, ma anche trasversale...
Molto trasversale anche come profili di domanda, nel senso che venire ad Alba durante la fiera è un'occasione per tutte le tasche, si può fare una passeggiata in centro, ci sono delle aree mercatali, si trovano prodotti di tutti i tipi, fino a partecipare ad eventi, magari a cene molto particolari, noi abbiamo la fortuna di avere in città un ristorante tre stelle Michelin (Il Piazza Duomo di Enrico Crippa, ndr), ce n'è veramente per tutti i gusti, per tutte le tasche. Questo ci teniamo sempre a dirlo perché è un evento che coinvolge per nove settimane circa 600mila visitatori di cui circa 100mila entrano all'interno dell’area del mercato mondiale del tartufo. Venire ad Alba in questo periodo è un'esperienza.
Primo test, l'olfatto!
La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba come motore di cultura
È sempre un buon modo per anche se poi scoprire il territorio, magari qualcuno si può fermare un weekend o una settimana e ne approfitta per fare un giro per cantine, produttori o ristoranti.
Esatto è un modo per scoprire il territorio, noi abbiamo una permanenza media tra il 2,6 al 2,8 di notti trascorse e che si allunga ovviamente in base ai mercati di provenienza, più lungo il raggio, più lunga la permanenza. Però chi è qui gira sul territorio, un territorio meraviglioso dal punto di vista paesaggistico, un territorio, questo delle Langhe Monferrato Roero che è patrimonio dell'umanità UNESCO, un territorio con vini importanti e cantine importanti che danno un ulteriore valore aggiunto. E perché no, nel periodo autunnale di fare esperienze col tartufo bianco perché, quando si viene ad Alba durante la Fiera e durante la stagione di cerca e cavatura, noi proponiamo una serie di esperienze legate come la cerca tartufo bianco d’Alba.
Il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba
Soprattutto immagino per chi magari arriva dall'estero e non ha mai visto queste cose…
In particolare, chi arriva all'estero non ha bene idea, pur conoscendo il brand Tartufo Bianco d’Alba, di cosa ci sia realmente dietro, la cultura o più banalmente che il tartufo bianco non si possa coltivare. Ecco, l'elemento culturale è fondamentale. Noi insistiamo molto nell'offrire esperienze che sono esperienze culturali, del resto - altra cosa da sottolineare - la cerca e cavatura del tartufo italiano sono entrate nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità e questo significa che dietro queste pratiche ci sono un pensiero, saper fare, tradizione e Cultura con C maiuscola. C'è Cultura perché il cibo e il vino sono altissime espressioni culturali di un territorio.
Trifulau al Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba
E il turismo deve andare in questa direzione, ma in che modo?
Il turismo deve valorizzare questi aspetti. Ma deve formare gli operatori e questo è un tema centrale. La capacità e la consapevolezza da parte di molti operatori dell'importanza di ciò che maneggiano, che non è solo un ingrediente, ma quell'ingrediente deve essere raccontato nel modo giusto può far vivere un'esperienza completamente diversa al visitatore.
Trifulau al Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba
Il nostro Paese dovrebbe investire molto su questo tema. Noi nel nostro piccolo questo l'abbiamo fatto, con tutta un’offerta esperienziale, che significa anche un’offerta culturale come ad esempio, proprio a cura del Centro nazionale studi Tartufo, le analisi sensoriali del tartufo, un'esperienza di 1 ora da cui si esce con una consapevolezza totalmente diversa, perché fa capire la differenza di valore del bianco del nero ad esempio, fa capire che quando noi parliamo di tartufo bisognerebbe parlare di tartufi al plurale.
Ma anche solo le differenze che ci possono essere di un prodotto raccolto in un determinato periodo o in determinate condizioni.
Noi lo diciamo spesso, non esistono due tartufi uguali, son tutti diversi tra loro. Se noi prendiamo due tartufi di questo territorio raccolti in periodi diversi nella stessa zona e nello stesso punto, sono due prodotti diversi. E questa è la grande ricchezza di questo prodotto ed è ciò che fa sì che un appassionato di questo diventa matto, nel senso buono del termine. Perché regala un’emozione sempre diversa, non è mai un'esperienza standardizzata. Per quanto si possa essere esperti c’è sempre qualcosa che ti può sempre stupire.
Per questo è importante la narrazione, il racconto e la diffusione della cultura che sta dietro questi prodotti. E devo dire che Alba questo l'ha fatto come nessun altro sul mondo del tartufo bianco e questo ha fatto sì che Alba diventasse un riferimento mondiale per questo prodotto anche per le modalità con cui viene ad esempio offerto in vendita. Qui nel Mercato mondiale del tartufo la vendita è normata da un regolamento comunale, redatto dall’amministrazione comunale, dal Centro nazionale studi tartufo e sentiti anche le associazioni di cercatori e la vendita stessa è controllata dalla postazione della Commissione qualità composta da giudici formati espressamente. Se un tartufo viene venduto all'interno del mercato è un tartufo che ha superato un controllo di qualità, ogni pezzo venduto viene consegnato al visitatore all'interno di una busta numerata. Con questa busta numerata l’acquirente può tornare dal giudice e verificare non la qualità, perché questa è stata già verificata, ma se quel tartufo è il più adatto per le sue esigenze di consumo in base al grado di maturità e quando si prevede sia mangiato, se non dovesse andare bene il prodotto viene sostituito. Ovviamente è un’assistenza che viene fatta sia post che pre vendita.
C’è un’attenzione a 360 gradi per la tutela del consumatore in fase di acquisto. Un'attenzione importante alla diffusione cultura di questo prodotto e per finire poi a un'attenzione importante sulla modalità corretta di somministrazione del prodotto stesso, che deve essere lamellato sempre direttamente sul piatto. Che è fondamentale perché quello è il momento in cui il tartufo sprigiona tutto di sé.
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