Riportiamo da corriere.it
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Doveva essere una pranzetto romantico nella città più bella del mondo. Ci sono arrivati dal Giappone. Tavolo all'aperto, al fresco del venticello romano, a due passi da piazza Navona. Lui e lei, fidanzati e innamorati. Solo che il conto ha rovinato tutto: 695 euro per due antipasti, due primi, due secondi, due coppette di gelato. Nella salata ricevuta inclusa anche la mancia: 115,50 euro.
A CENA - è accaduto lunedì nel pomeriggio al Passetto, noto ristorante romano medio-alto nel cuore della città, dietro piazza Navona, a due passi dal Senato. Quando la coppia di fidanzati è arrivata nel locale, nessuno ha dato loro un menu dove poter scegliere cosa mangiare. è stato invece mandato un cameriere che parlava in inglese. Ed è stato lui che con modi gentili e affabili li ha convinti: «Fidatevi di me, faccio io». E così il menu del pranzo non è stato scelto dai ragazzi che quindi non conoscevano il costo di ogni piatto. Però hanno mangiato ed apprezzato.
IL CONTO - Meno piacevole è stato invece il conto. Totale: 695 euro. In un primo momento i due turisti hanno pensato a un errore, ma i dubbi sono venuti meno quando sono tornati in possesso della carta di credito: sulla ricevuta risultava che al totale era stata addirittura aggiunta una «piccola» mancia di 115,50 euro, prelevata senza la loro autorizzazione. Di fronte alle proteste, il ristoratore è rimasto irremovibile ribadendo che quelli erano i prezzi normali del locale. Ma la coppia non si è rassegnata e uscita dal ristorante ha raccontato l'accaduto alla polizia.
DENUNCIA E CHIUSURA - Così i due hanno presentato una denuncia al commissariato Trevi Campo Marzio. Gli agenti hanno compiuto i controlli nell'esercizio commerciale ed è emerso che i prezzi applicati ai due giapponesi non corrispondevano a quelli del menu. Gli agenti hanno anche richiesto i controlli sanitari da parte del Servizio igiene alimenti e nutrizione della Asl RmA, che ne ha disposto l'immediata chiusura per gravi carenze igienico sanitarie, dopo aver riscontrato carenze strutturali, ambienti sporchi e frigoriferi non funzionanti.
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Il gestore del Passetto : «Ma i giapponesi sono stati soddisfatti del pranzo»
Parla Franco Fioravanti, titolare del ristorante dove due turisti hanno avuto un conto da 695 euro
«Non capisco, la coppia di turisti giapponesi venuta qui venerdì scorso verso le 14, ha mangiato tutto quello che aveva ordinato dopo aver controllato i prezzi sul menu, poi ha pagato soddisfatta e ci ha salutato con il tradizionale inchino lasciando anche 115 euro di mancia». è il racconto di Franco Fioravanti, gestore dello storico ristorante romano Il Passetto in via Zanardelli, vicino piazza Navona, perplesso per essere stato denunciato dalla polizia per truffa ai danni dei due fidanzati giapponesi che avevano pagato un conto di 695 euro, mancia di 115,50 euro inclusa.
IL RACCONTO - «I due turisti entrambi di circa 40 anni, avevano ordinato due primi - ha raccontato ancora Franco - poi hanno scelto aragoste fresche, dodici ostriche, scampi, spigola, tartufo, funghi porcini, vini e frutta. Hanno mangiato tutto e lasciato i piatti vuoti. Prima di andare via la coppia ha anche fatto delle foto con i camerieri». Una dipendente del ristorante frequentato da vip e personaggi politici, ha spiegato che «in questo locale si arriva a spendere dai 50 ai 2.500 euro, ma c'è anche chi ordina vini costosi» come il Brunello di Montalcino riserva dell'«'82, che dal menu costa 3.200 euro. «Fin dal '91, da quando gestiamo il locale - ha aggiunto Franco - non abbiamo mai avuto problemi del genere con nessun cliente». Nel menu, tra i prezzi più alti c'è quello dell'aragosta: un chilo costa 104 euro. Adesso il locale è chiuso, ma fuori rimangono i tavolini preparati e all'interno c'è il personale che sistema i rifornimenti.
LE ISPEZIONI DELLA ASL - «Al momento non ci è stata ancora notificata nessuna denuncia per truffa. Siamo chiusi solo a causa di alcune irregolarità segnalate da un ispettore dell'Asl durante un sopralluogo mercoledì scorso. Ma quando tra qualche giorno termineremo i lavori richiesti, riapriremo dopo aver ricevuto l'autorizzazione della stessa Asl». I gestori del ristorante romano specificano che dal controllo della Asl erano state segnalate mura sporche e «frigoriferi rotti», ma in realtà questi erano ormai utilizzati solo come normali dispense. «Anche i secchi di rifiuti sono stati ritenuti non a norma perchè senza pedale per l'apertura, ma ci vengono forniti dalla stessa Ama per la raccolta differenziata». I titolari hanno anche puntato il dito contro «qualcuno», forse «un gestore concorrente», che avrebbe potuto «organizzare la storia dei giapponesi o averli fomentati».
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