L’Italia del vino, pure essendo tra i principali produttori a livello mondiale, sta vedendo forti cambiamenti nei consumi e nelle produzioni. Sotto i riflettori soprattutto la tipologia in rosso, che ha visto una riduzione produttiva e un calo nel suo consumo. Il vino rosso rappresenta una quota significativa della produzione nazionale, anche se si osserva una leggera tendenza verso una maggiore produzione di vini bianchi e spumanti negli ultimi anni, in particolare grazie alla crescente domanda del Prosecco.
Il vino rosso è in diminuzione, mentre cresce il bianco
Vino italiano: il 2023 anno di cambiamenti tra calo dei rossi e boom dei bianchi
Secondo i dati Istat relativi all’anno 2023, sono stati prodotti 42.5 milioni di ettolitri, di cui 25.5 di vino bianco e 17 di vino rosso. La produzione 2023 cala del 21% dal record 2022 e si posiziona il 13% sotto la media storica del decennio precedente. I maggiori cali in entrambi i casi sono al Centro e al Sud (oltre 30% e oltre 20% rispettivamente), mentre al Nord il deficit è al di sotto del 10%. La produzione di vino bianco cala meno di quella del rosso e così cresce fino a toccare il record storico del 60% (grazie agli spumanti naturalmente).
I grandi gruppi vinicoli italiani stanno investendo in progetti importanti per affrontare le sfide del mercato globale e innovare
Non va in questo scenario dimenticata la varietà che l'Italia vanta, con le sue oltre 400 varietà di uve autoctone, molte delle quali utilizzate per la produzione di vini rossi, il che porta anche ad una tendenza crescente verso la qualità e la valorizzazione dei vitigni autoctoni. Sebbene il panorama vinicolo italiano sia caratterizzato da una moltitudine di piccoli e medi produttori, alcuni grandi gruppi stanno portando avanti progetti significativi, tra cui il tema emergente è l'attenzione alla sostenibilità, con numerosi produttori italiani che stanno implementando pratiche più ecologiche, dalla viticoltura biologica e biodinamica alla riduzione dell'impatto ambientale nelle fasi di vinificazione e imballaggio.
Vino italiano: la risposta dei grandi gruppi italiani
Negli ultimi anni, i grandi gruppi vinicoli italiani stanno investendo in progetti importanti per affrontare le sfide del mercato globale e innovare la loro produzione. Giusto per citarne qualcuno vediamo Gruppo Italiano Vini (Giv), che sta investendo in tecnologie innovative per la vinificazione e nell'ampliamento del proprio portfolio di vini premium. O ancora il Gruppo Caviro, che ha avviato importanti progetti di sostenibilità, incluso un impianto di biometano dai sottoprodotti della vinificazione. Ruffino (parte del gruppo Constellation Brands), sta puntando sull'espansione dei vigneti biologici e su una maggiore presenza nel mercato dei vini di lusso. Il Gruppo Santa Margherita ha invece in corso progetti di ricerca sui cambiamenti climatici e il loro impatto sulla viticoltura. Ancora Antinori, è una realtà che continua a investire in tenute in regioni vinicole emergenti, espandendo la propria produzione di vini rossi di alta qualità. Questi progetti riflettono le tendenze generali del settore verso una maggiore sostenibilità, qualità e adattamento ai cambiamenti del mercato e dell'ambiente.