Tenuta del Gelso situata nella piana di Catania con i suoi 65 ettari è l’agrumeto delle Tenute Mannino di Plachi: nel cuore dell’azienda si trova una villa padronale del 1810 e un giardino ricco di flora mediterranea circonda il "Palmento", struttura anticamente utilizzata per la trasformazione dell'uva. Tale Palmento vanta di essere il più grande e antico della zona, ancora perfetto in ogni sua parte è simbolo dell'antica tradizione vinicola della famiglia e luogo adatto all’erogazione di servizi turistici.
Le Tenute Mannino si trovano nel Catanese
Tenute Mannino, la storia
È proprio qui, infatti, che ha inizio il percorso: sotto un glicine secolare, varco del palmento che si inerpicava attorno alle caviglie delle donne che salivano le scale laterali per gettare il contenuto della vendemmia attraverso le finestre. Un racconto fedele e dettaglio della storia di famiglia impreziosito da proposte enoiche personalizzate tra torchi, vasche e intonaci ottocenteschi che recano tuttora i segni di colatura delle vinacce. Da qui, dalla Piana di Catania, il barone Franz Mannino fece conoscere il suo vino in Europa e nel Nord America, ottenendo anche prestigiosi riconoscimenti in diverse esposizioni universali. In seguito il nonno Vincenzino Mannino, poi la madre Letizia (che è ancora oggi la proprietaria), proseguirono nella gestione dell’attuale azienda agricola. Oggi, Giuseppe Mannino con i figli Giorgio e Corrado hanno integrato nelle tradizionali attività agricole dell’azienda.
Tenute Mannino, fiorisce la Tenuta del Gelso
Oggi la Tenuta del Gelso, oltre alla offerta di ospitalità in otto bellissime camere accoglie singoli e/o piccoli gruppi, wine tasting, cooking class, pranzi, “percorsi eco-turistici” come Orange Plantation. Quest’ultima rappresenta in assoluto quella che meglio riflette la filosofia aziendale, volta a coccolare il turista e ad arricchirne il soggiorno, lasciando un ricordo vivido e concreto, attraverso numerose attività: dalle modalità di coltivazione per singola tipologia, passando dai trattamenti fito-sanitari, fino ad irrigazione e raccolta: un’esperienza didattica quanto mai affascinante e, dopo aver piantato un proprio alberello di arancio, l’ospite avrà infatti la possibilità di prendersene cura e seguirne la crescita, godendo in seguito della bontà dei frutti giunti direttamente a casa.
Nel cortile retrostante sono installate due colonne sormontate ognuna da una testa
Nel cortile retrostante l’edificio, sono installate due colonne sormontate ognuna da una testa, probabilmente raffiguranti Tartaro e suo figlio Tifeo (quello che fu sconfitto da Zeus e incatenato sotto l’Etna e il suo corpo enorme copre tutta la superficie dell’isola, essendo la sua testa l’Etna, che erutta fuoco e cenere proprio come se Tifeo stesse sputando fiamme).
Tenuta del Gelso, la vocazione culturale
A settembre, la Tenuta del Gelso ha ospitato la presentazione del libro della ragusana Chiara Allibrio “Tania: uno più uno non fa due”: un racconto autobiografico di eventi della vita della giovane autrice, che si intrecciano con il mondo del vino e soprattutto con alcune figure della recente gestione delle Tenute Mannino.
Il libro di Chiara Allibrio “Tania: uno più uno non fa due”, un racconto autobiografico
Il libro racconta di Tania, una ragazza siciliana, che si innamora perdutamente di due ragazzi, rifiutando … “normalità”, e quindi inizia un percorso di ricerca di un modello alternativo, anche attraverso riunioni con gli amici, innaffiate con quale calice di buon vino siciliano dell’Etna e del Val di Noto. Cosa di difficile soluzione, ma che con una buona e lucida volontà per Tania diventa possibile. In sostanza ognuno, preso da propri interrogativi di scelta nella vita e desiderando rompere gli schemi, raggiuge una soluzione attraverso la scomposizione delle parti del problema per una ricomposizione inedita.
Tenuta Mannino, il vino in degustazione
La serata è stata completata da un rinfresco curato da Arianna Vitale, che ha abbinato le tre versioni del vino della Tenuta Mannino: un bianco da carricante (80%) e catarratto (20%), un rosso da nerello mascalese (95%) e nerello cappuccio (5%) e un rosato da nerello mascalese (ognuna fornite a scelta in funzionali glacettes termiche singole da bottiglia, per io mantenimento della temperatura).
Alcuni dei vini in degustazione
ll vino in degustazione è stato fornito da un pratico box contenente prodotti della Tenuta Mannino (provola ragusano e pecorino pepato di sei mesi, marmellata di arancia, miele di zagara), da un pezzo di frittatatina di verdure di campo, preparata da Arianna e da alcuni prodotti da forno, preparati con ricercate farine siciliane, da Valeria Messina dell’ormai famosissimo Forno Biancuccia (chips di farina di perciasacchi integrale con semi di zucca, girasole e lino e focaccia focaccia, di Maiorca semintegrale), che ha confermato l’impareggiabile livello qualitativo della sua produzione, peraltro molto attenta alla salute, in quanto proveniente da coltivazione prive di interventi che prevedono sostanze chimiche. Il ricorso alla cultura da parte di tantissime cantine dell’Etna sta diventando un leitmotive in una presentazione del proprio vino e rappresenta anche un utile volano culturale per indurre i giovani siciliani ad essere proficui autori di attività del pensiero creativo, in una forma di ricerca della speculazione cognitiva, che di questi tempi rischia di essere posta in secondo piano.