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Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Al Téa del Kosmo a Livigno, anche la carota si prende la scena e ride in faccia ai gastrofighetti! Cotta, affumicata e trasformata in chips, l’umile ortaggio diventa il protagonista di un menu “no waste” che sfida ogni aspettativa. Preparati a scoprire l’alta cucina che non ha paura di mettere le radici in montagna ... aspettando le stelle!

di Alberto Lupini
direttore
03 ottobre 2024 | 09:56
Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)
Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Al Téa del Kosmo a Livigno, anche la carota si prende la scena e ride in faccia ai gastrofighetti! Cotta, affumicata e trasformata in chips, l’umile ortaggio diventa il protagonista di un menu “no waste” che sfida ogni aspettativa. Preparati a scoprire l’alta cucina che non ha paura di mettere le radici in montagna ... aspettando le stelle!

di Alberto Lupini
direttore
03 ottobre 2024 | 09:56
 

Visitare Livigno (So) in autunno è come scoprire un segreto ben custodito prima dell’invasione dei turisti invernali. La natura si trasforma in una tavolozza di colori caldi e l’atmosfera diventa intima, quasi magica. Ed è in questo scenario che si colloca il Téa del Kosmo, un ristorante di alta cucina all’interno del Mottolino Fun Mountain, il più moderno hub sciistico internazionale, che, per inciso, sarà il quartier generale di ben 78 medaglie Olimpiche alle prossime Olimpiadi Invernali del 2026. Un piccolo dettaglio che la famiglia Rocca si è aggiudicata con investimenti non da poco.

La filosofia del Téa: montagna, design e “no waste”

Il Téa (che in dialetto significa “baita”) è il fratello più sofisticato del Kosmo, un locale trendy che sa come gestire grandi numeri con una cucina di montagna contemporanea. Ma qui, nel Téa, il gioco cambia: l’ambiente è intimo, con solo quattro tavoli, e la cucina è pura fine dining. Niente enormi vetrate sulla valle come al Kosmo, qui sei avvolto dai grandi tronchi di legno attorno a un camino modernissimo. A guidare il tutto è lo chef Michele Talarico, 33 anni, pugliese di nascita ma ormai adottato dalle Alpi, che ha deciso di rendere la sostenibilità la sua bandiera, seguendo le orme del guru Norbert Niederkofler. Al suo fianco c’è Siria Fedrigucci, la proprietaria, che con energia e passione condivide la stessa visione, sostenuta dal marito Marco Rocca. E, non illudiamoci: la stella Michelin è chiaramente l’obiettivo anche se il Téa ha solo poco più di un anno.

 Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Michele Talarico e Siria Fedrigucci

Téa, un menu che sembra una lista della spesa (ma che lascia senza parole)

Il menù degustazione del Téa del Kosmo non ti conquista con descrizioni poetiche o nomi altisonanti dei piatti. È una lista della spesa, punto. Tacos, Ricordo, Testina, Carota, Contrasti, Trota, Pane e Burro, Casoncelli, Soba, Storione, Capra, Gallina, Cavolfiore, Topinambur... E si potrebbe continuare. Ma cosa ti arriva esattamente nel piatto? Scoprirlo è parte del divertimento. Ogni piatto è ridotto all’essenziale di ingredienti che vengono utilizzati fino all’ultimo grammo. Questo approccio di sostenibilità estrema potrebbe far storcere il naso ai fanatici delle salse e delle spume, ma qui non c’è spazio per chi cerca fronzoli inutili. Lo chef Talarico non ha paura di togliere il superfluo, anche se sa che qualche gastrofighetto rimarrà a bocca asciutta per la mancanza di descrizioni complesse e piene di nomi esotici di componenti inutili.

I piatti: dove la semplicità nasconde l’eccellenza

Il menu del Téa del Kosmo è un vero percorso sensoriale che parte dalla terra e giunge fino alle vette delle Alpi. Ogni piatto è pensato per valorizzare al massimo la sua materia prima di base, utilizzandolo in tutta la sua interezza. Parliamo della cucina definita “etica” ed essenziale perché esalta la semplicità, ma che non è per nulla banale visto che richiede ricerca e tecnica perchè qui non ci sono salse, spume o strisciate di colore per compensare eventuali errori. Vediamo alcuni dei piatti più signficativi.

  • La Carota: Sembra il piatto più banale al mondo, ma è il cuore pulsante della filosofia del Téa (vedi foto in apertura del titolo). La carota viene cotta al vapore, poi grigliata, mentre la buccia diventa una chips croccante e il cuore una salsa agrodolce. Il tutto accompagnato da una bevanda fermentata alla carota. Sì, hai letto bene: anche da bere si va sul “no waste”. La carota viene dapprima cotta al vapore per preservarne il sapore naturale e la consistenza, successivamente passata alla griglia per acquisire una nota affumicata. Ma non finisce qui: la buccia, invece di essere scartata, diventa una chips croccante, mentre il cuore della carota viene lavorato in una salsa agrodolce derivata dalla stracottura delle carote irregolari.

Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Téa, Pane e burro

  • Pane e Burro: Non pensare a questo come al solito pane che ti viene messo sul tavolo per riempirti. Qui è un protagonista. Il pane è fatto con lievito madre e farine poco raffinate di piccoli produttori locali, mentre il burro mantecato ha il 2% di sale per una consistenza che ti fa venire voglia di mangiarlo a cucchiaiate. Ed è una portata a sé.
  • Chicche di patate e ortica: Un piatto che esplode di freschezza grazie all’ortica, mentre la crema di latticello e il formaggio spalmabile di capra aggiungono una piacevole aromaticità.

Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Téa, Soba

  • Soba: Fetuccine di stile giapponese (memoria delle esperienze all'estero di Michele Talarico) ma in versione valtellinese perchè fatte col grano saraceno invece che la soia.

Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Téa, Trota

  • Trota della Valmalenco: Qui si seguono le regole della cucina giapponese. Niente sprechi, la trota viene utilizzata tutta: polpa, lische e pelle. Il risultato? Un piatto che gioca sulle consistenze e valorizza le acque cristalline della Valmalenco.

Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Téa, Capra

  • Capra: Non puoi pensare alla montagna senza pensare alla capra. Qui la carne viene servita su un panbread soffice e fragrante, con una cottura lenta che rende il brasato succulento.

Téa del Kosmo: l’alta cucina sostenibile che sfida la montagna (e i gastrofighetti)

Téa del Kosmo, Isalatina primavera

  • Insalatina Primaverile: Un dessert fresco, che gioca sui contrasti tra fiori, erbe e sapori croccanti. Ogni boccone è una sorpresa.
  • E poi c’è la provocazione del pre-dessert: trucioli di pino cembro per aromatizzare una crema gelato. Un assaggio di bosco, tanto per ricordarti dove sei.

La visione condivisa della sostenibilità al Téa

«Ogni giorno mettiamo amore nel nostro lavoro», afferma Michele Talarico, ed è evidente che non è solo una frase fatta. La montagna è il loro mondo, e il Téa del Kosmo si impegna a lavorare con i piccoli produttori locali adattandosi alla loro disponibilità. Ecco perché nel piatto chiamato Pomodoro non troverai, in realtà, nessun pomodoro, ma una passata di prugne fermentate. Non è tipico delle Alpi? Non importa: qui si rispettano le altitudini e il territorio. «Del mio Sud qui non porto gli ingredienti, ma le tecniche», precisa lo chef, evidenziando come il rispetto per il territorio si traduca anche in un’innovativa interpretazione dei sapori.

Siria Fedrigucci: il cuore del Téa del Kosmo

Dietro tutto questo c’è Siria Fedrigucci, che ha trovato nella ristorazione la sua vera realizzazione personale, dopo aver iniziato come cantante. Oggi accoglie i clienti come fossero amici di lunga data, creando un’atmosfera calda e conviviale. Il locale riflette la sua anima: tronchi di legno, design minimalista e tinte chiare che richiamano la baita, ma con un tocco contemporaneo.

Téa legame indissolubile con il territorio

Al Téa del Kosmo, ogni ingrediente ha una storia. Le fragole arrivano da un coltivatore che usa insetti competitivi al posto dei diserbanti. Le uova? Da galline che razzolano nei boschi. E il grano saraceno è coltivato da una cooperativa di Bormio che si occupa di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. «Dietro ogni ingrediente c’è una storia di vita», afferma Siria. E non scherzano quando dicono che non hanno nemmeno un contenitore per l’umido. Zero sprechi, davvero. «Tutto ciò che lavoriamo in cucina, lo utilizziamo interamente. Non abbiamo nemmeno un contenitore per l'umido», rivela il maître di sala Imanol Cuesta, evidenziando come il concetto di zero sprechi sia radicato in ogni aspetto del ristorante.

Téa: esperienza unica, riservata a pochi in un locale che è un rifugio contemporaneo

Con solo quattro tavoli, l’esperienza al Téa è intima, quasi privata. Imanol Cuesta, il maître di sala, ti accompagna in questo viaggio sensoriale, mentre la sommelier Giada Rosa seleziona vini da piccoli produttori di montagna, perfettamente in linea con la filosofia sostenibile del locale.

L’arredamento del Téa del Kosmo riflette la sua anima alpina, ma con un tocco contemporaneo. Ricorda una baita in tronchi di legno, con richiami allo stile canadese, ma arricchita da linee moderne e minimaliste. Le tinte chiare e l’illuminazione creano un ambiente accogliente e raffinato.

Una scelta stilistica legata profondamente alla famiglia Fedrigucci-Rocca. Siria, originaria di Pesaro, è arrivata a Livigno con una visione ben chiara: creare un luogo dove la cucina di montagna potesse diventare un’esperienza culinaria unica, capace di coniugare tradizione e modernità, con un’attenzione particolare alla sostenibilità. «Il mio sogno è sempre stato quello di mettermi al servizio della gente.

«Ho iniziato facendo la cantante, la musica era il mio primo mezzo per far star bene le persone», racconta Siria, che con passione ha poi trovato nella ristorazione la sua più alta forma di realizzazione personale. Da qui nasce l’idea del Kosmo, punto di riferimento per l’après ski di Livigno, ma anche di un ristorante che potesse elevare i sapori della montagna a nuove vette gastronomiche. E così dopo il successo del Kosmo si é fatto il salto di qualitá reinventando un ruolo della vecchia baita, Téa appunto. 

Siria accoglie personalmente gli ospiti, interpretandone desideri e bisogni. «Accogliere le persone, farle sentire a casa, è ciò che mi dà più soddisfazione. La ristorazione per me è un atto d'amore», spiega Siria, il cuore pulsante del ristorante, che con il suo tocco personale riesce a creare un’atmosfera calda e conviviale.

Téa, un tributo alla montagna

Il Téa del Kosmo è più di un semplice ristorante. È un tributo alla montagna, un progetto che guarda al futuro senza mai dimenticare il passato. Qui, la cucina etica si fonde con una visione innovativa, e tutto ciò che arriva nel piatto racconta una storia di rispetto per la natura e il territorio. Non è per tutti, ma forse è proprio questo il suo segreto. E per chi ama la montagna e i suoi sport come non approfittare dei servizi modernissimi offerti dal Mottolino? Tecnologia e altissima qualitá sono il segreto che unisce i servizi agli sportivi ai gourmand. E attenzione, il nuovo menu sarà disponibile dal 28 ottobre alla riapertura del locale. 

 Téa del Kosmo
Via Bondi 473/C - 23041 Livigno (So)
Tel 346 115 2048

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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