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L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

La squadra elbana “Assapora - Chef Felice” vince Upvivium 2024 con il “Pancake quattro stagioni”, unendo tradizione e innovazione. Rappresenterà le isole di Toscana alla finale nazionale

 
03 ottobre 2024 | 16:04

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

La squadra elbana “Assapora - Chef Felice” vince Upvivium 2024 con il “Pancake quattro stagioni”, unendo tradizione e innovazione. Rappresenterà le isole di Toscana alla finale nazionale

03 ottobre 2024 | 16:04
 

Il concorso "Upvivium 2024", volto a valorizzare i prodotti locali della Riserva della biosfera delle isole di Toscana, ha visto trionfare la squadra dell'Elba "Assapora - Chef Felice" capitanata dall'Hotel Rio sul Mare con un piatto che ha saputo coniugare tradizione e innovazione: il "Pancake quattro stagioni". Un successo reso possibile anche grazie alla collaborazione con le aziende agricole Il Caprile, Il Lentisco, Francesco Giordano e il Laboratorio artigianale prodotti della Terra Assapora.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

I vincitori di Upvivium Toscana 2024

Ispirato alla più antica ricetta dolce conosciuta, il "Pancake quattro stagioni" ha conquistato la giuria - composta da Valter Giuliani, in rappresentanza del Parco nazionale arcipelago toscano, Daniela Mugnai, giornalista per Vetrina Toscana e critica enogastronomica, e Antonella Silvestri, giornalista della rivista Italia a Tavola - non solo per il suo gusto delicato e avvolgente, ma anche per la profonda ricerca storica e culturale che lo ha ispirato. La scelta di cucinarlo su pietra ardente, un metodo antico e rispettoso della materia prima, ha ulteriormente valorizzato l'aspetto tradizionale del piatto. L'opera è guarnita con frutta, melata o giulebbe di mosto e/o vino cotto e accompagnato da un fresco cheesecake. La giuria ha apprezzato in particolare la cura nella presentazione, la narrazione del piatto e la capacità di valorizzare tutti i prodotti locali utilizzati. Dalla farina Biancolino, prodotta nel laboratorio artigianale "Assapora", al latte di capra dell'azienda "Il Caprile", fino al miele millefiori e alla melata dell'azienda "Il Lentisco”; insomma ogni ingrediente ha contribuito a creare un'esperienza gustativa del tutto particolare.

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Il secondo piatto classificato è stato quello della squadra “Animosque” di Giannutri, capitanata dal Ristorante Animosque in collaborazione con il pescatore Pietro Galassi e l'azienda agricola Fontuccia, con il piatto “C.A.P. 58012!” a base di filetto di scorfano pescato nelle acque di Giannutri aromatizzato al finocchietto di mare, accompagnato dal locale vino Ansonica. Insomma un tripudio di sapori! L'Hotel Rio sul Mare, in collaborazione con le aziende agricole locali, ha dimostrato come la sinergia tra operatori del settore possa portare a risultati straordinari. La capacità di fare rete e di valorizzare le eccellenze del territorio è stata una delle chiavi del successo. Il concorso Upvivium non è solo una competizione culinaria, ma anche un'opportunità per promuovere la cultura del territorio e sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della sostenibilità e della biodiversità.

L'Hotel Rio sul Mare vola alla finale nazionale di Upvivium 2024

La scelta di valorizzare i prodotti a chilometro zero e di utilizzare tecniche di cottura tradizionali è un chiaro segnale di attenzione verso l'ambiente e le tradizioni locali. Ma ora cosa succede? Il "Pancake quattro stagioni" rappresenterà le Isole di Toscana alla finale nazionale del concorso Upvivium, in calendario il prossimo 12 novembre presso la presso la Riserva della biosfera Mab Unesco della Sila, confrontandosi in un contest-live con gli altri cinque vincitori locali delle altre riserve della biosfera italiane: “Sila”, “Appennino tosco-emiliano”, “Delta Po”, “Monte Grappa”, “Valcamonica e Alto Sebino”. Quel giorno sarà l'occasione per far conoscere al pubblico le eccellenze enogastronomiche dell'Arcipelago e confrontarsi con le altre regioni italiane.

Il vincitore di Upvivium 2024 Toscana: Hotel Rio sul Mare

Immerso nel cuore di Rio Marina, sorge questa struttura che racchiude in sé una storia millenaria e un presente all'insegna del comfort e dell'ospitalità. Le origini dell'hotel affondano le radici nella prima metà dell'Ottocento, quando Rio Marina era un fervido centro minerario. La costruzione, allora composta da diversi edifici, tra cui una casa signorile, stalle e rimessaggi per le barche, era strettamente legata alle attività estrattive che caratterizzavano la zona. Nel corso del tempo, l'edificio ha assunto diverse funzioni: da convento a base militare durante la Seconda Guerra Mondiale, fino a diventare sede del Comune di Rio Marina. Fu alla fine degli anni '60 che l'amministrazione comunale, intuendo le potenzialità turistiche del territorio, decise di vendere l'immobile all'asta con l'obiettivo di realizzare un hotel. Nel 1971, l'Hotel Rio sul Mare aprì le sue porte, diventando uno dei primi alberghi dell'isola a offrire servizi all'avanguardia per l'epoca, come l'ascensore e un servizio concierge personalizzato.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

L'Hotel Rio sul Mare

L'arredamento, in perfetto stile anni '70, rifletteva il gusto e le tendenze dell'epoca, creando un'atmosfera accogliente e familiare. Negli ultimi anni, l'hotel è stato oggetto di un attento restauro che ha permesso di coniugare il fascino del passato con le esigenze del presente. La struttura è stata completamente rinnovata, mantenendo intatto lo stile originale e introducendo comfort moderni e tecnologie all'avanguardia. La facciata dell'hotel, con il suo colore giallo e le finiture bianche, è un omaggio alla tradizione e alla solarità dell'isola d'Elba. Gli archi del piano terra, che un tempo ospitavano i rimessaggi per le barche, e i soffitti alti del primo piano, eredità delle sale principali della casa signorile, sono stati sapientemente restaurati e valorizzati. Gli ospiti potranno scoprire i tesori dell'isola d'Elba, rilassarsi sulle spiagge incontaminate e gustare le prelibatezze della cucina locale, il tutto in un ambiente accogliente e raffinato. Punto d'eccellenza della struttura è il dolce risveglio con la colazione di chef Felice…

Il secondo classificato di Upvivium Toscana 2024: il “Ristorante Animosque”

L'isola di Giannutri, piccola perla dell'arcipelago toscano, cela tesori inestimabili. Tra questi, spicca l'Animosque, un luogo dove il piacere del palato si fonde con la bellezza del paesaggio e la suggestione della storia. In questo ristorante il tempo sembra fermarsi. L'arredamento, un mix eclettico tra elementi originali degli anni Settanta e pezzi di design contemporaneo, crea un'atmosfera unica e accogliente. Il porticato, immerso nella rigogliosa macchia mediterranea, offre una vista mozzafiato sul mare, creando la cornice perfetta per un pranzo indimenticabile.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

Il “Ristorante Animosque”

La cucina dell'Animosque è un vero e proprio omaggio alla tradizione culinaria dell'isola. I piatti, preparati con ingredienti freschissimi e di stagione, esaltano i sapori autentici del mare. Il pesce, pescato localmente, è il protagonista indiscusso del menu. Ogni portata è una scoperta per il palato, un'esplosione di sapori e profumi che raccontano la storia di quest'isola magica. E per concludere in dolcezza, un gelato artigianale prodotto sull'isola, realizzato con ingredienti naturali e genuini. Dopo aver deliziato il palato, si può fare un tuffo nel passato visitando la Villa Romana di Giannutri… (vedi nel paragrafo Cosa c'è da visitare nei dintorni in basso).

Upvivium Toscana 2024: le aziende protagoniste dell'iniziativa

Il Lentisco

Poco lontano dalla bella spiaggia di Barbarossa a Porto Azzurro, nei terreni che si arrampicano sulla strada che porta a Rio nell' Elba si trova l'azienda agricola bio “Il Lentisco”. Ci si accede da una strada stretta che costeggia case e campi e si arriva nella proprietà di Paolo Talucci. Il nome dell'azienda deriva dalle grandi piante di lentisco che circondano gli ulivi, la vigna e il frutteto. I terreni molto belli declinano verso il mare e sono stati trasformati con un lavoro impegnativo ma, dai risultati apprezzabili, in terrazzamenti contenuti da muretti a secco. Nella parte alta gli ulivi delle quattro varietà toscane: moraiolo, leccino, pendolino e frantoiane più la creatina, una varietà di olivo pugliese che conferisce all'olio un gusto piccante e amarognolo.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

L'azienda agricola bio “Il Lentisco”

La produzione di olio ha stimolato la ricerca di un utilizzo ulteriore di questa materia prima eccellente. Il lentisco produce prodotti per la cosmesi con il marchio Elbolea a base di olio extravergine d'oliva, con le diverse essenze, e ottiene creme fragranti di prodotti per il corpo. Poi miele biologico con i suoi alveari che nomadizzano in alcune zone selezionate dell'Elba alla ricerca di piante specifiche e propone miele millefiori, miele di cardo, miele di rosmarino e miele di eucalipto. Ii prodotti si possono acquistare direttamente in azienda o il sabato mattina al mercato di porto azzurro. (da “Le mappe del Gusto - Arcipelago toscano” a cura di Valter Giuliani)

Arrighi Vini

Immersa nella lucetra cielo e mare, la vigna dell'azienda Arrighi si trova a Porto Azzurro all'isola d'Elba e si estende per 22 ettari di cui 8 coltivati vigna, completamente all'interno del Parco dell'Arcipelago Toscano che fa parte della Riserva della Biosfera Mab Unesco “Isole di Toscana”. Una vigna con vista, un anfiteatro naturale, luogo ideale per assecondare l'opera della natura in cui Antonio Arrighi, viticoltore dal1970 porta avanti l'azienda di famiglia, ormai alla quinta generazione, applicando tecniche di vinificazione particolari, come l'utilizzo di anfore.

Il vino nasce dalla terra e ne porta con se l'impronta che racchiude nel calice il racconto di un territorio. Talvolta nella terra si evolve, come nel caso dei vini prodotti in anfora.La particolare vocazione enologica dell'isola dell'Arcipelago toscano è documentata da Franco Cambi e Laura Pagliantini dell'Università degli studi di Siena, co-direttori dello scavo archeologico della villa rustica romana di San Giovanni, nella rada di Portoferraio. Gli scavi, infatti, hanno portato alla luce delle anfore vinarie e in particolare i dolia defossa: grandi vasi interrati che contenevano ciascuno più di mille litri. I cinque dolia ritrovati potevano contenere circa 6mila litri. La scelta dell'anfora , dunque, è stata naturale per Antonio Arrighi, non solo in termini di sostenibilità e di “simbiosi” con la terra, l'anfora in terracotta infatti è un materiale naturale che permette di mantenere il profilo identitario dell'uva al massimo delle sue potenzialità e di interpretare il territorio creando un prodotto fedele alle caratteristiche del terroir, ma anche perché è un richiamo diretto alla storia enologica dell'isola.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

L'azienda agricola Arrighi

Il recupero di tecniche come la vinificazione in anfora permette un ritorno alle origini: riscoprire i sapori e i profumi antichi dei vini. Proprio per questo la terra, insieme al mare, sono protagonisti nella realizzazione di Nesos, il vino marino: un viaggio indietro nel tempo per scoprire i segreti di un vino mitologico. Dopo l' esperimento enologico realizzato dall'Azienda Agricola Arrighi in collaborazione con il Professor Attilio Scienza, Ordinario di Viticoltura dell'Università degli Studi di Milano e Angela Zinnai del corso di Viticoltura ed Enologia dell'Università di Pisa, Nesos, il vino marino, esce sul mercato con una produzione limitatissima di 240 bottiglie numerate. Il vitigno utilizzato è l'ansonica, le uve sono state immerse in mare per 5 giorni tra i 7 e i 10 metri di profondità, protette in ceste di vimini.

Questo processo ha consentito di eliminare parte della pruina superficiale, accelerando così il successivo appassimento al sole sulle cannucce,preservando l'aroma del vitigno. Il sale marino durante i giorni di immersione, per “ osmosi” penetra anche all'interno, senza danneggiare l'acino. Il successivo passaggio delle uve avviene in anfore di terracotta con tutte le bucce, dopo la separazione dei raspi, senza aggiunta di lieviti selezionati, solfiti e senza alcuna stabilizzazione. La presenza di sale nell'uva, con effetto disinfettante, ha permesso di non utilizzare i solfiti, arrivando a produrre, dopo un anno di affinamento in bottiglia, un vino estremamente naturale, molto simile a quello prodotto 2500 anni fa nell'isola di Chio , piccola isola dell'Egeo orientale, che faceva parte di quella ristretta élite di vini greci definiti da Varrone“vini dei ricchi”.

“Salina”: la birra con il mare dentro

Si tratta di una birra ad alta fermentazione, prodotta all'isola d'Elba, con frumento e acqua di mare, fermentati con i lieviti degli spumanti metodo classico. E se l'uso dell'acqua di mare non è nuovo nella tradizione culinaria e nella produzione di birra, nel campo delle birre artigianali è una nuova frontiera del gusto. Una ricetta ideale per esaltare il gusto del pescato, con un sapore  intenso di lieviti una bollicina delicata ed un finale sapido. Ottima in abbinamento a pesce crudo, ostriche e carpaccio di pesce. Una sorpresa con formaggio di latte di pecora stagionato o un caprino fresco. Ma di chi è stata l'idea? Fabrizio, sommelier di professione e pescatore per diletto ha voluto realizzare il suo sogno: unire in un unico prodotto le sue due passioni, l'amore per il mare da un lato e per le bollicine dall'altro. Fabrizio è un personaggio noto nel mondo della somministrazione all'isola d'Elba. Fondatore e gestore per molti anni dell' “Ombelico del Mondo” birra & Schiaccine elbane, dopo un corso da Sommelier passa e dedica altrettanta passione al mondo del vino con l'apertura nel 2011 dell'enoteca Calatamazzini15. Dal 2018 al 2022 affianca l'esperienza di gestione del Bar all'interno del complesso museale del Forte Falcone. Serena, compagna di vita e di lavoro, sommelier Ais e Wset si occupa in generale del web, commercializzazione e social media.

Cosa da visitare sull'Isola d'Elba

Parco Minerario Rio nell'Elba

L'Isola d'Elba, celebre per le sue spiagge e per essere stata l'esilio di Napoleone, cela un tesoro nascosto: il Parco Minerario. Nato nel 1991 sulle ceneri dell'antica attività estrattiva, questo luogo affascinante svela un patrimonio geologico e storico di inestimabile valore. Il Parco Minerario è un'area di straordinaria bellezza, caratterizzata da paesaggi lunari, colori intensi e segni tangibili di un'attività estrattiva che ha segnato profondamente il territorio. Le tonalità rossastre e gialle dell'ocra e dell'ematite, i profili frastagliati delle cave a cielo aperto e i resti degli antichi impianti minerari creano un'atmosfera surreale e suggestiva. Il giacimento di Rio Marina è il più antico dell'isola e uno dei più importanti d'Italia. Per millenni, uomini e donne hanno scavato nella roccia per estrarre preziosi minerali come ematite, limonite, pirite e quarzo. I cantieri di Bacino, Valle Giove e Falcacci sono oggi mete ambite dai collezionisti di minerali di tutto il mondo. A Falcacci, in particolare, è stata scoperta una nuova specie mineralogica, la Riomarinaite, che porta il nome proprio del luogo che l'ha data i natali.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

Il Parco Minerario Rio nell'Elba

Anche il giacimento di Rio Albano, con i suoi numerosi cantieri, ha contribuito a far della Elba una delle principali zone minerarie d'Europa. Le cave a cielo aperto, come quella delle Conche, offrono uno spettacolo suggestivo, con le loro pareti verticali e i laghetti dalle acque colorate. La presenza di minerali come ematite, limonite e pirite ha reso questo giacimento particolarmente interessante per l'estrazione mineraria. Situato all'interno del Parco Minerario di Rio Marina, c'è il Laghetto rosso, uno specchio d'acqua, dal colore intenso e surreale. Il colore rosso intenso che caratterizza le acque del laghetto è dovuto alla presenza di ossidi di ferro, in particolare l'ematite, un minerale che ha reso l'Elba famosa in tutto il mondo. L'attività estrattiva, che si è protratta per secoli, ha lasciato un segno indelebile nel paesaggio, creando un ambiente unico e affascinante. Le miniere abbandonate, con i loro pozzi e i loro tunnel, sono oggi testimonianze di un passato industriale che ha plasmato il territorio.

Nonostante la sua origine antropica, il Laghetto Rosso si è trasformato nel corso degli anni in un ecosistema complesso e delicato. Le acque, ricche di minerali, ospitano una varietà di microrganismi e alghe che contribuiscono a creare un habitat unico. La vegetazione che circonda il laghetto, caratterizzata da specie pioniere adattate a suoli acidi e poveri di nutrienti, completa il quadro di un ambiente naturale in continua evoluzione. Il Laghetto Rosso è una meta imperdibile per chi desidera scoprire un angolo di Elba ancora incontaminato. Un'escursione al Parco Minerario di Rio Marina permette di ammirare il laghetto in tutta la sua bellezza, immersi in un paesaggio lunare e suggestivo. Il sentiero che conduce al laghetto è facile e adatto a tutti, e offre l'opportunità di osservare da vicino le antiche miniere e di apprendere la storia mineraria dell'isola. Il contrasto tra il rosso intenso delle acque e il verde della vegetazione circostante crea un'atmosfera magica che ha ispirato numerosi fotografi. Il laghetto è infatti diventato una location molto apprezzata per realizzare scatti unici e suggestivi. Ma non solo i fotografi: anche gli amanti della natura e gli escursionisti trovano al Laghetto Rosso un luogo ideale per rilassarsi e godersi la tranquillità della natura…

Museo Minerario di Rio Marina

Il Museo minerario conserva un'importante collezione di minerali elbani con numerosi campioni di eccezionale bellezza inseriti in un ambiente che ricrea l'officina dei fabbri ferrai con arnesi e materiali originali ritrovati nei cantieri estrattivi abbandonati. La ricostruzione del riparo del minatore e di una galleria, tutto a grandezza naturale e con materiale vero, recuperato nelle miniere abbandonate da più di 20 anni. L'esposizione comprende anche una documentazione fotografica sulle vecchie miniere di Rio e Capoliveri e sculture che utilizzano i vecchi arnesi di miniera. Dal museo partono in giorni e orari stabiliti visite guidate alla miniera di Rio: l'antico borgo dei minatori, le caviere, la laveria e i cantieri che per 100 anni hanno visto le lavorazioni industriali a cielo aperto dei minatori elbani.

La Casa del Parco di Rio

Situata nel cuore dell'Elba orientale, la Casa del Parco è un vero e proprio scrigno che custodisce le storie e i segreti del territorio. L'ambiente, accogliente e informativo, è suddiviso in due aree distinte:
L'area di accoglienza che è un punto di riferimento per i visitatori, dove è possibile trovare materiale informativo, mappe dei sentieri e brochure dedicate al Parco Nazionale (il personale qualificato è sempre a disposizione per fornire indicazioni e consigli su come vivere al meglio l'esperienza). L'area multimediale è il cuore pulsante del centro. Una teca circolare ospita una serie di visori che proiettano filmati suggestivi, in grado di trasportare il visitatore in un viaggio emozionante alla scoperta delle bellezze naturali e delle tradizioni minerarie dell'isola.

L'Hotel Rio sul Mare trionfa a Upvivium Toscana 2024 con “Pancake quattro stagioni”

La Casa del Parco di Rio

Un'attrazione particolarmente interessante è rappresentata dai due computer con programmi interattivi dedicati alla vicina Valle dei Mulini. Grazie a queste innovative tecnologie, i visitatori possono esplorare virtualmente questo affascinante sito archeologico, scoprendone i segreti e ammirandone la bellezza. La Casa del Parco è il punto di partenza ideale per numerose escursioni guidate lungo i sentieri del Parco Nazionale. Itinerari adatti a tutti i livelli di preparazione, che permettono di scoprire paesaggi mozzafiato, calette nascoste e testimonianze del passato minerario dell'isola. Inoltre, è possibile organizzare visite guidate nel centro storico di Rio nell'Elba, un borgo ricco di storia e tradizioni. 

Villa Romana di Giannutri 

L'isola di Giannutri, la più meridionale dell'Arcipelago Toscano, cela un tesoro nascosto: la Villa Romana di Cala Maestra. Questo complesso residenziale, risalente al II secolo d.C., è un'autentica finestra sul passato, un'immersione nella vita quotidiana dell'aristocrazia romana. Affacciata sul mare cristallino, la villa è un luogo di rara bellezza.

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La Villa Romana di Giannutri

La villa fu costruita dalla potente famiglia dei Domizi Enobarbi, alla quale apparteneva l'imperatore Nerone. L'edificio si estendeva su una vasta area, comprendendo non solo gli appartamenti padronali, ma anche quartieri per gli schiavi, terme e servizi. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce pavimenti decorati con marmi pregiati e mosaici, testimonianza del lusso e dello sfarzo che caratterizzavano la vita romana. Oltre alla Villa Romana, sono presenti numerosi altri siti archeologici, testimonianza di una storia millenaria che affonda le radici nella preistoria. L'isola è stata abitata da Etruschi e Romani, e sui suoi fondali giacciono ancora oggi i resti di antiche navi mercantili.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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