Sulla carta doveva essere un’estate serena per il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. A breve era anche atteso l’arrivo ufficiale di Riccardo Binda alla carica di Direttore, un ritorno a “casa”, nella sua terra di origine, dopo l’importante e gratificante esperienza ai vertici del Consorzio per la Tutela dei vini Doc Bolgheri e Doc Bolgheri Sassicaia per 10 anni.
Le colline vitate dell‘Oltrepò Pavese
Quando l’estate sembra davvero arrivata anche sotto il profilo climatico arriva però il terremoto sulle colline oltrepadane (non è certo una novità): i rappresentanti di cinque aziende di primaria importanza (Vinicola Decordi, Defilippi Fabbio, Losito e Guarini, Vanzini e Vercesi Nando) che rappresentano oltre il 12% della produzione dell’Oltrepò Pavese tutelata dalle varie denominazioni, si sono dimessi dal Consiglio d’Amministrazione in polemica con una gestione del Consorzio, secondo loro, poco trasparente, guidata da interessi di parte e caratterizzata da una condotta non sempre rispettosa delle regole statutarie. Una decisione che ha subito fatto scattare l'allarme in Regione Lombardia che vuole assicurare una gestiore regolare del consozio dopo anni di polemiche interne.
Una contestazione respinta peraltro con decisione dalla maggioranza del consiglio di amministrazione che fa quadrato attorno alla neo presidente Francesca Seralvo e ribadisce la volontà di proseguire una gestione che ha l'obiettivo di favorire tutti i soci.
Rottura nel Consorzio Vini dell'Oltrepò: 5 consiglieri si dimettono, contestato il vertice
Ma vediamo cosa è successo partendo dalla posizione espressa oggi dai 'contestatori'. «Sono mesi che assistiamo a una gestione del Consorzio, da parte della presidenza e di alcuni membri del Cda, opaca e governata da logiche riconducibili a interessi particolari di qualche azienda, contrarie al rispetto dell’interesse collettivo di tutto il territorio che il Consorzio dovrebbe tutelare - dichiarano i dimissionari in una nota - dove è stato mortificato il ruolo del Cda, ridotto a mero luogo di ratifica di decisioni prese in altre sedi, e sono stati adottati provvedimenti che rischiano di portare verso un preoccupante dissesto finanziario».
Con queste motivazioni, Quirico Decordi, Federico Defilippi, Renato Guarini, Pierpaolo Vanzini e Valeria Vercesi hanno rassegnato le proprie irrevocabili dimissioni da Consiglieri del Consorzio con una missiva inviata alla presidente del Consorzio, Francesca Seralvo e al presidente del Collegio Sindacale.
I consiglieri dimissionari rappresentano oltre il 30% della produzione
«È stata una decisione sofferta e un passo importante - dichiarano ancora i dimissionari - che abbiamo cercato in tutti i modi di evitare e che non avremmo voluto adottare, ma che oggi diventa necessaria non solo per tutelare le nostre persone in quanto componenti dell’organo di gestione del Consorzio davanti a pratiche e comportamenti contrari alle regole dettate dallo statuto, ma anche per dare un segnale inequivocabile sulla necessità di cambiare rotta, restituendo al Cda il ruolo di governo del Consorzio che deve mirare alla tutela e salvaguardia degli interessi collettivi di tutti i produttori del territorio».
Per la presidenza del Consorzio Oltrepo' ogni decisione è nell'interesse di tutti
Dichiarazioni a cui ha replicato la Presidenza del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ribadendo con forza i propri obiettivi di trasparenza, etica e lealtà tra tutti gli associati. Il nostro impegno è rivolto a garantire una gestione trasparente, rispettosa delle norme di legge e focalizzata sull’interesse collettivo di tutte le categorie rappresentate dal Consorzio.
Il nostro Consiglio di amministrazione - dicono - ha intrapreso un percorso volto a rendere l’azione del Consorzio sempre più efficiente ed efficace, adottando decisioni strategiche per il raggiungimento dei fini istituzionali. Queste decisioni mirano a valorizzare le varie denominazioni del territorio e a sostenere le imprese della filiera vitivinicola che operano con serietà e impegno nell’Oltrepò Pavese.
Francesca Seralvo, presidente Consorzio Oltrepó
Riteniamo imprescindibile l’adesione a principi di lealtà commerciale, rispetto delle norme e correttezza professionale. Il Consorzio promuove un ambiente di collaborazione e unità, in cui ogni comportamento deve contribuire alla valorizzazione dell’immagine e del prestigio delle nostre denominazioni. Ogni consorziato è tenuto a rispettare questi principi, sanciti dallo Statuto del Consorzio, per garantire l’armonia e il successo collettivo.
Inoltre, stiamo già lavorando per dare una forma più moderna e performante al Consorzio, con una nuova direzione volta alla valorizzazione della filiera e della qualità. Il nostro obiettivo è riportare l’Oltrepò Pavese al prestigio che avrebbe sempre dovuto avere, attraverso un rinnovato impegno per l’eccellenza e l’innovazione.
Il Consiglio di Amministrazione, con il sostegno della maggioranza dei suoi membri, continuerà a lavorare con determinazione per il bene comune di tutti i consorziati, superando ogni ostacolo che si opponga al progresso e alla crescita del Consorzio. Il nostro obiettivo rimane quello di promuovere e valorizzare le eccellenze del nostro territorio, assicurando che ogni azione intrapresa sia volta a realizzare gli scopi istituzionali per cui il Consorzio è nato.
Per i dimissionari molte contestazioni ignorate
Secondo i dimissionari sono state molte in questi mesi le domande lasciate senza risposta, le contestazioni ignorate (relative anche a scelte importanti operate dal Consorzio quali il cambio di direzione, la verifica dello stato finanziario, il corretto utilizzo dei fondi per la promozione, l’adempimento di alcune deliberazioni assembleari). I dimissionari contestano anche i comportamenti adottati da parte del presidente e di alcuni consiglieri che rischiano di allontanare e mettere in crisi la relazione del consorzio con istituzioni quale Ascovilo e la Regione Lombardia.
Crisi nel Consorzio dei vini dell'Oltrepò: dimissioni e accuse da parte degli imbottigliatori
«Atteggiamenti non più tollerabili - continuano i dimissionari nella nota diramata nel pomeriggio di venerdì 5 luglio - che ci obbligano ad una presa di distanza netta soprattutto quando si arriva addirittura a negare la stessa possibilità del confronto, rigettando l’istanza di convocazione di Cda, da noi formulata nei giorni scorsi nel rispetto delle disposizioni statutarie, che è stata respinta con motivazioni pretestuose».
Si apre adesso una fase difficile perché i numeri produttivi e dell’imbottigliato delle aziende dimissionarie sono decisivi per mantenere l’Erga Omnes e la rappresentatività del Consorzio, cioè la possibilità di ricevere ed utilizzare i fondi per la promozione e gestire le attività di tutela che rappresentano i due asset primari dell’attività consortile.
«Per senso di responsabilità verso il territorio e la tutela della denominazione - concludono i rappresentanti dimissionari - non siamo usciti dal Consorzio con le nostre imprese, consapevoli che questo gesto avrebbe potuto portare al tracollo del Consorzio stesso. Ma se il governo del Consorzio non cambia indirizzo e non ritorna sui binari della correttezza formale e del rispetto delle regole statutarie, recuperando in primis il Cda alle sue prerogative, ci vedremo costretti a prendere ulteriori provvedimenti». Una posizione che si basa sulla dichiarazione di rappresentare il 30% della produzione del territorio anche se, dati ufficiali, dovrebbe essere del 22%. Come dire che la minaccia di abbandonare il consorzio potrebbe essere ... spuntata.
Renato Guarini guida la fronda contro la nuova gestione del Consorzio Oltrepo‘
La Regione Lombardia farà mediazione
Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese riunisce attualmente 179 aziende in 42 Comuni e oltre 1.700 soci viticoltori; la sua superficie tutelata iscritta all’albo dei vigneti è pari a 13.269 ettari e rappresenta circa il 55% della superficie vitata dalla Lombardia (70% se si considera la rappresentatività della Denominazione “Oltrepò Pavese” rispetto le altre Denominazioni lombarde). Un motivo iù che sufficiente per spiegare perchè subito si è attivata la Regione Lombardia. L’assessore all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, ha ad esempio osservato come «il sistema vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese rappresenta un pilastro dell’agroalimentare lombardo e credo sia nell’interesse di tutti che quanto accade in queste ore all’interno del Consorzio di Tutela sia il prima possibile oggetto di un confronto con le istituzioni. Regione Lombardia è da sempre a fianco di questo mondo e per questo ci attiveremo da subito per un confronto rapido e mi auguro risolutivo con i rappresentanti del settore vinicolo pavese»
«Già nei prossimi giorni – prosegue Beduschi – mi recherò presso la sede del Consorzio per fare sentire la presenza di Regione Lombardia e soprattutto per proseguire con l’ascolto e il sostegno, che da parte nostra non è mai mancato. Il mondo del vino lombardo sta vivendo un periodo di crescita, soprattutto sui mercati internazionali, che è simbolo di quanto potenziale è ancora in grado di esprimere. Lo deve fare insieme, ragionando come sistema: un sistema di cui l’Oltrepò è parte integrante».