Un passo decisivo per un'eccellenza italiana: il ministero della Cultura avalla con forza la candidatura dell'Aceto Balsamico Tradizionale a Patrimonio immateriale dell'umanità Unesco. Un sostegno autorevole che celebra questo prodotto come espressione unica di saper fare, cultura e socialità emiliana. Ad annunciarlo a Cibus il capo di Gabinetto del ministero della, Cultura Francesco Gilioli.
L‘Aceto Balsamico Tradizionale conquista il Ministero della Cultura: verso il riconoscimento Unesco
«Nell'aceto balsamico non c'è meno storia che nelle pietre del Duomo e dunque andiamo avanti con la candidatura Unesco promossa dai due Consorzi di tutela presenti, dal Consorzio di tutela di Reggio Emilia e anche da altre associazioni che promuovono il balsamico come la Consorteria di Spilamberto. Gli uffici l'hanno esaminata, hanno risposto, c'è disponibilità ed interesse anche da parte della Regione Emilia-Romagna. Pertanto vi invito da subito a incontrarsi con il nostro servizio Unesco che è a disposizione per portare aventi la candidatura avanzata nel 2019 e impostarla seguendo le rigide regole richieste dall'Unesco. Nella candidatura c'è l'importante aspetto immateriale che caratterizza questo tipo di riconoscimento perché è qualcosa di pervaso e localizzato sul territorio».
L'iter per la candidatura dell'Aceto Balsamico Tradizionale a Patrimonio Unesco
Per la Regione Emilia Romagna, al tak show, era presente Renzo Armuzzi, dirigente responsabile della promozione dei prodotti Dop e Igp della Regione Emilia-Romagna, portando il pieno sostegno all'iniziativa da parte dell'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Alessio Mammi, che così si è espresso: «Stiamo parlando di un iter che ha preso piede dal territorio e dalle comunità locali, che coinvolge famiglie e imprese delle province di Modena e Reggio Emilia rappresentative della tradizione, della storia e dell'identità del Balsamico sul territorio. Questo processo non deve essere snaturato, proprio per il valore che rappresenta. Stiamo pertanto lavorando affinché questo iter venga legittimato in modo corretto».
Il presidente del Consorzio tutela Aceto Balsamico di Modena, Mariangela Grosoli, ha poi concluso dicendo che: «È dal 2019 che è stata presentata la richiesta per riconoscere l'Aceto Balsamico come patrimonio immateriale dell'Unesco da parte dei Consorzi di tutela delle tre filiere e delle due associazioni culturali di Modena e Reggio Emilia legate al prodotto. Oggi questo progetto è al vaglio del ministero della Cultura e una volta portato a termine l'approvazione della Cucina italiana come Patrimonio Unesco, verrà riattivato anche questo percorso e speriamo che nel giro di qualche anno si riesca ad ottenere questo riconoscimento che vedrebbe riconosciuta la tradizione di un territorio, ma soprattutto di tante famiglie e di tanti imprenditori modenesi e reggiani che hanno contribuito allo sviluppo di questo prodotto».
Tutela Unesco, traguardo straordinario per l'Aceto Balsamico Tradizionale
In poche parole, il sostegno del ministero della Cultura e della Regione Emilia Romagna alla candidatura è un segnale forte dell'importanza di questa tradizione per l'Italia. Un invito all'unione e alla collaborazione per tutelare e valorizzare un patrimonio che rappresenta un'eccellenza del made in Italy nel mondo. E il riconoscimento Unesco rappresenterebbe un traguardo straordinario, ma anche un nuovo punto di partenza per custodire questo tesoro e a trasmetterlo alle generazioni future, affinché la tradizione dell'Aceto Balsamico Tradizionale continui ad affascinare e conquistare il mondo.