Da bambini è quasi matematico, ma in età adulta può trasformarsi in un vero disturbo alimentare. Stiamo parlando della neofobia alimentare. Vediamo che cosa è e cosa fare con bambini, adolescenti e adulti.
La neofobia alimentare è l'avversione verso cibi inconsueti ed è molto comune nei bambini piccoli
Che cosa è la neofobia alimentare
Come dice il nome stesso (dal greco neos: nuovo e fobos: paura) la neofobia alimentare è l'avversione verso cibi inconsueti o proposte culinarie che si discostano dalla routine consolidata. Sebbene comune nei bambini, questa tendenza può persistere in età adulta, minando la diversità nutrizionale e la salute generale.
Neofobia alimentare: quasi “naturale” nei bambini
La neofobia, infatti, non è cataloga, al pari di altre fobie, tra i disturbi di ansia. L’avversione nei confronti di nuovi sapori è una conseguenza dell’evoluzione: una reazione evolutiva di cautela verso cibi potenzialmente pericolosi “trasmessa” dai nostri progenitori che hanno imparato a esercitare la massima cautela nei confronti di cibi estranei alla loro consuetudine, evitando in questo modo alimenti potenzialmente pericolosi. Per questo molti pediatri sono concordi che nei bambini molto piccoli questa selettività nei confronti di cibi che non sono familiari deriva, come è probabile, da questo ancestrale impulso all’autoconservazione.
Oltre i due anni di età, i bambini cominciano spesso a manifestare diffidenza verso nuovi sapori. Questo atteggiamento diventa più evidente con l'ingresso a scuola, quando i bambini sono esposti a una varietà più ampia di cibi. Ma la riluttanza verso alimenti non consueti non deve protrarsi altre l’età dell’infanzia.
Neofobia in adolescenza
Tuttavia, secondo i dati di uno studio statunitense, pubblicato nel 2021 sul Journal of Nutrition Education and Behavior, i ricercatori della Bowling Green State University, il 40% dei giovani adulti intervistati mantengono questa selettività anche in età adulta, limitando la loro dieta a pochi alimenti poco sani. Questo comportamento può essere sintomo di un disturbo alimentare noto come Arfid (Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder), e può essere associato ad ansie sociali e una qualità di vita inferiore.
In ogni caso secondo un secondo studio della Duke University di Durham, sempre negli Stati Uniti, pubblicato sull’International Journal of Eating Disorders, oltre l’80% di chi riferiva di aver vissuto esperienze di empatia durante l’infanzia, aveva in età adulta un atteggiamento più positivo nei confronti del cibo rispetto a chi riferiva esperienze costrittive.
Come superare la neofobia nei bambini
Come comportarsi, dunque, con i bambini? La soluzione per contrastare la neofobia consiste nell'esporre i bambini a una varietà di sapori fin dalla tenera età, senza costrizioni o ricompense e coinvolgerli nella preparazione dei pasti. È importante evitare di imporre cibi per motivi di salute (che i bambini molto piccoli non comprendono) o ricompensare il consumo di determinati alimenti, poiché ciò potrebbe aumentare il rifiuto alimentare.
Il 40% dei giovani adulti intervistati in uno studio statunitense del 2021, mantengono una selettività alimentare anche in età adulta, limitando la loro dieta a pochi alimenti poco sani
Invece, un approccio delicato e informativo (soprattutto con gli adolescenti) può favorire un rapporto positivo con il cibo, promuovendo la diversità nutrizionale e la salute generale. In età adulta, la buona volontà e il ragionamento possono contribuire ad ampliare la gamma di cibi accettabili, garantendo un apporto nutrizionale completo.
La neofobia alimentare non è solo una preferenza personale, ma può avere gravi conseguenze sulla salute a lungo termine. Superare questa tendenza richiede un impegno sia da parte dei genitori che degli adulti stessi, ma può portare a una vita più sana e appagante.