Brutta storia di cronaca: una titolare di pizzeria si è tolta la vita a seguito di una serie di post e scambi di opinioni in un portale web di recensioni, consona attività dove clienti e avventori di servizi lasciano usualmente le loro recensioni.
Una storia costruita “ad hoc”, sembrerebbe, che ha sfruttato gay e disabili per finire nelle cronache locali, e sulle bocche del paese, quale paladina di categorie discriminate attraverso una vicenda, che avrebbe certamente, adotto a lei proprietaria favorevoli consensi per la sua attività commerciale.
Le recensioni, lasciate in rete, possono decretare il successo di una attività come l’ incubo maggiore per il ristoratore
Ciò che sembrava inizialmente agli occhi dei più diffidenti, un piccolo stratagemma pubblicitario e di marketing locale, ha messo in moto l’ attenzione della stampa nazionale e dei più importanti “good-influenzer” , che sono andati a verificare l’ autenticità dell’ intera vicenda.
Svelata la fake news, screditata e pubblicamente additata quale truffatrice, il suicidio, per la sua mente debole, sarebbe stata l’unica via di fuga, a conseguenza della scoperta dell’intero imbroglio e delle conseguenti critiche e ripercussioni economiche sulla sua attività.
Non mi soffermo sulla vicenda che ha veramente del tragico, e quali sono stati poi gli sviluppi delle indagini da parte degli inquirenti, dovute prima per la sua scomparsa e poi al ritrovamento del suo cadavere, ma ritengo opportuno soffermarmi sulle criticità create da queste piattaforme in rete (tipo tripadvisor) e sulla veridicità dei giudizi che vengono espressi dalla utenza, specie in fatto di ristorazione.
Queste recensioni, lasciate in rete, possono decretare il successo di una attività come l’ incubo maggiore per il ristoratore. L’ era di queste piattaforme comunque dopo un grandioso “boom” iniziale, sembrerebbe stia volgendo al termine, anche per poca credibilità e facile manipolazione, da parte di veri e propri “genietti” della rete, che creano volani economici su commissione, e non certo di poco costo.
Da tutto questo, la Federazione Italiana Cuochi, si estranea completamente, dove interessi e manomissioni sono cose frequenti in nome del “Dio soldo”. Il nostro Ente, per l'indotto di tesserati e per le loro attività commerciali, ha creato l' “App - RistFIC” , non certo soggetta a fattori economici, bensì gratuita. Un sistema di geo-localizzazione delle attività ristorative dei soci iscritti (di coloro che ne hanno dato disponibilità e consenso), dove un qualunque socio e la sua famiglia, in visita ad una qualsiasi località turistica, potrà trovare senza difficoltà e direttamente dal portale della Fic, chi ti riceverà come un “fratello” nel suo ristorante (o altro), dove è garantita la genuinità, la buona cucina, senso di grande accoglienza e soprattutto trasparenza.
Fic, come sempre, un passo oltre alla credibilità di Ente e a favore dei propri soci.