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Olio, salvare l'evo nazionale: ricerca e innovazione la chiave

L'Isola del Tesolio ribadisce che solo la ricerca e l'innovazione possono salvare l'evo nazionale. Il convegno - promosso e organizzato dal Consorzio della Filiera Olivicola Siciliana - si è svolto a Mondello (Pa)

di Gianni Paternò
 
29 febbraio 2024 | 13:59

Olio, salvare l'evo nazionale: ricerca e innovazione la chiave

L'Isola del Tesolio ribadisce che solo la ricerca e l'innovazione possono salvare l'evo nazionale. Il convegno - promosso e organizzato dal Consorzio della Filiera Olivicola Siciliana - si è svolto a Mondello (Pa)

di Gianni Paternò
29 febbraio 2024 | 13:59
 

Giunto ormai alla 14ª edizione, L'Isola Del Tesolio, condotto anche quest'anno dalla giornalista Nadia La Malfa, è diventato il più atteso ed importante evento/convegno sull'olio extra vergine d'oliva siciliano con uno sguardo proiettato verso il Mediterraneo, da dove oltre tutto arriva buona parte dell'olio che si vende in Italia essendo il nostro paese deficitario nella produzione di questo condimento essenziale nella cucina nazionale e siciliana in particolare.

Olio, salvare l'evo nazionale: ricerca e innovazione la chiave

"L’Isola del Tesolio" è giunto quest'anno alla 14ª edizione

Olio, ricerca e innovazione per salvare l'evo

Il tema di quest'anno è stato “Ricerca, innovazione e sperimentazione, i nuovi driver della filiera olivicola”. Le conclusioni si possono così riassumere: innovare la filiera olearia, puntando su ricerca e sperimentazione per affrontare le sfide del futuro, per creare un olio moderno e sostenibile ma sempre nel rispetto della tradizione.

Questo è emerso nel corso del convegno promosso e organizzato dal Cofiol (Consorzio della Filiera Olivicola Siciliana) che si è svolto in un'affollata sala di un hotel a Mondello (Pa) che ha visto la partecipazione dell'assessore dell'Agricoltura Luca Sammartino, di Maurizio Servili, docente dell'università di Perugia, di Francesco Tabano, Presidente Federolio, di Felice Mattia, in rappresentanza di Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari), di Massimiliano Cattozzi, responsabile della direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo, di Tiziano Caruso, docente all'università di Palermo.

Olio evo, i riconoscimenti all'Isola del Tesolio

I lavori si sono conclusi con la consegna dei riconoscimenti del Premio Selezione Speciale Barbera che sono andati all'Oleificio SS Redentore per la categoria Frantoio. A Marco Amasi chef del Ristorante Teatro alla Scala il Foyer a Milano, per la categoria chef. Al Consorzio Network dei Talenti per la categoria Olivicoltore. A Fabio Nuccio per la categoria Giornalista e a PAC2000 - Divisione Sicilia Conad per la Distribuzione.

Olio, salvare l'evo nazionale: ricerca e innovazione la chiave

I lavori si sono conclusi con la consegna dei riconoscimenti del Premio Selezione Speciale Barbera

Il Paladino per la promozione della qualità dell'olio è andato all'imprenditore Lucio Carli - Olio Carli, mentre quello alla Carriera è andato a Francesco Di Trapani.

Olio, ricerca e innovazione nell'ambito del cambiamento climatico

Manfredi Barbera, titolare dei Premiati Oleifici Barbera nonché fondatore e animatore del Cofiol ha introdotto i lavori.

«Il cambiamento climatico che ha visto il protrarsi di un caldo eccessivo dall'inizio dell'anno scorso - ha spiegato Barbera - ha determinato il bruciarsi della fioritura, con un calo produttivo di oltre il cinquanta per cento rispetto alle 50 mila tonnellate della nostra produzione abituale. Già i prezzi sono più che raddoppiati, tra qualche mese rischiamo che il prezzo lieviti ancora di più e che il costo dell'olio si avvicinerà a quello dello Champagne. Come azienda abbiamo investito su un impianto di oliveto moderno, dotato da un grande lago che fa da riserva idrica così nel momento in cui ci vuole irrigazione di soccorso possiamo provvedere. Ma l'aumento dei prezzi è allarmante nella misura in cui stiamo perdendo quote di consumo. Il costo di un litro d'olio è passato da 6-8 euro a 13-15 euro e questo determina il ritorno al consumo dell'olio di semi e questo è drammatico. La Sicilia paga il prezzo di una filiera che è troppo polverizzata che significa essere meno competitivi sul mercato, non possiamo competere con la Spagna, che ha distese di pianure immense, bisogna prevedere nuovi impianti di oliveti intensivi ed è necessario che gli assessorati strategici lavorino sinergicamente  per rispondere alle esigenze della filiera».

Olio, i numeri della filiera siciliana

«La filiera olivicola - ha aggiunto l'assessore regionale all'Agricoltura, Luca Sammartino - è un esempio di come i nostri produttori stanno riuscendo a mantenere il ciclo produttivo, ma anche a inorgoglire i mercati nazionali e internazionali. L'olio siciliano registra una qualità straordinaria del prodotto. La Regione sta investendo nella filiera produttiva e ha previsto anche il bando frantoi per mettere al centro la meccanizzazione e rendere l'olio siciliano più adeguato alle sfide del futuro, della sostenibilità, della ricerca e dell'innovazione, che lo attendono. È fondamentale sia scalare i mercati sia posizionarsi su un prezzo che possa rendere redditizio il lavoro di agricoltori e trasformatori. Come Assessorato saremo sempre pronti a dare il nostro sostegno per venire incontro alle esigenze dei frantoiani e, come ha già sottolineato Barbera, è importante puntare sul lavoro sinergico tra gli assessori regionali al Turismo, ai Beni culturali e alle Attività Produttive».

Olio, salvare l'evo nazionale: ricerca e innovazione la chiave

Gli impianti olivicoli si distinguono in 3 categorie: tradizionali, intensivi e superintensivi

«La produzione media di olio in Sicilia è di circa 50.000 tonnellate - ha sottolineato il prof. Caruso - e nella stagione 2023 c'è stato un calo di produzione di olio di circa il 10% malgrado la produzione di olive sia stata nel 2023 il 30 % meno. La minore produzione di olive è stata compensata dalla maggiore resa in olio che mediamente è passata dal 15 al 19 %».

«Malgrado si disponga di un panorama varietale di circa 150 accessioni (Cultivar, cloni, genotipi) tutte autoctone della Sicilia - ha continuato Caruso -, attualmente la produzione nell'Isola si basa prevalentemente su 3 varietà e precisamente, in ordine di produzione di olio: Cerasuola, Nocellara del Belice e Biancolilla. La resa in olio delle olive di Cerasuola è mediamente di 5 punti percentuali in più rispetto alle altre due cultivar. Gli impianti olivicoli si distinguono in 3 categorie: tradizionali, intensivi e superintensivi ed è ormai evidente che non si possono più impiantare oliveti seguendo il modello tradizionale ma bisogna rinnovarsi tutelando la Biodiversità,  ammodernare gli impianti riducendo  l' impatto ambientale con una gestione non chimica ma organica e biologica e con l'uso di prodotti naturali non di sintesi chimica».

L'Isola del Tesolio, che futuro per l'olio

 «La nostra presenza a L'isola del Tesolio - ha chiosato Massimiliano Cattozzi - testimonia quanto la nostra rete nazionale Agribusiness sia attenta al comparto olivicolo e ai driver di ricerca, innovazione e sperimentazione oggetto del convegno, oltre che alla sostenibilità. In questo, così come nell'attivazione di programmi dedicati alle filiere, all'accesso al PNRR, all'internazionalizzazione, ai giovani imprenditori e al passaggio generazionale, affianchiamo le aziende olivicole e dell'intero comparto agroalimentare con il nostro network di oltre 230 filiali, 1.000 professionisti e 40 specialisti, favorendo la crescita delle aziende e lo sviluppo della cultura d'impresa».

Olio, salvare l'evo nazionale: ricerca e innovazione la chiave

L'Isola del Tesolio si è svolto a Mondello (Pa)

Il prof. Maurizio Servili ha tenuto a ricordare che per la qualità dell'olio è fondamentale molire a bassa temperatura. A 22° si sviluppano meglio i profumi e si mantengono le caratteristiche salutari. Francesco Tabano, presidente Federolio ha ribadito che l'aumento esagerato dei prezzi porterà alla disabitudine del cliente a consumare l'extravergine aggiungendo che sarebbe importante inserire nella filiera anche le associazioni dei consumatori. Infine Felice Mattia, Icqrf, oltre ad illustrarne i compiti, ha sottolineato che l'Ispettorato nonostante la perenne carenza di personale, cerca di essere attivo nel controllo di filiera.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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