Nel corso degli ultime decadi in questo Paese si è discusso un po’ di tutto, e spesso con un'imbarazzante superficialità che televisioni prima e i social poi, hanno amplificato. Mi tornano a mente le parole di Umberto Eco, che in una bella intervista di qualche anno fa affermava che «I social media hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar».
Quante parole al vento....
Abbiamo gli arsenali pieni di "armi di distrazione di massa" efficaci per distrarre e parlare d'altro. Menù della comunicazione politica che prevedono "a la carte" i blocchi navali, quando servirebbe una seria politica di immigrazione per compensare almeno in parte la decrescita demografica italiana (solo questo anno saremo 180.000 in meno), o ponti faraonici quando mancano strade o ferrovie decenti, per collegare il sud del Paese all’Europa. Tempo fa abbiamo anche abolito la povertà con un decreto, salvo poi ritrovarla sfacciatamente sotto casa...e così gli anni passano facendo fatica ad affrontare i problemi reali di un Paese straordinario, ma che invecchia e si impoverisce.
A proposito, parliamo ogni giorno dei bassi livelli salariali, ma dimentichiamo che questi sono conseguenza di una sotto generazione di valore nelle imprese. Alzi la mano chi ha seriamente sentito parlare di produttività delle micro imprese italiane e dei sacrifici necessari per recuperare il baratro che ci separa dai nostri partner europei più avanzati, soprattutto nel campo dei servizi. Lo so è noioso, meglio pensare allo spauracchio di turno, ma prendere atto delle proprie debolezze è l'unico modo conosciuto al mondo per affrontarle e superarle.
La mosca nel piatto è un elemento di disturbo ben individuabile che irrita con la sua indebita intromissione. Spesso si usa questa espressione quando c'è chi rovina un equilibrio o un clima d'armonia. Rappresenta anche un fastidio o una seccatura in generale. Con questa rubrica vogliamo indicare, di volta in volta, le tante mosche nel piatto che sarebbe utile non ci fossero.