Trascorso il primo weekend di
Expo 2015, le stime dei visitatori sono più che confortanti; si parla di circa 650mila ingressi in totale, con un picco nella giornata di sabato, ma nonostante domenica il clima fosse più freddo, sono stati molti i visitatori a mettersi in coda per vivere in prima persona l’atmosfera di Expo e dei suoi sorprendenti Padiglioni.
Stando ai dati pubblicati sul
sito ufficiale di Expo i Paesi partecipanti sono 145, ovvero il 94% della popolazione mondiale, di questi 94 hanno presentato un progetto sul tema della nutrizione, mentre 53 sono i Paesi che hanno costruito un loro Padiglione espositivo proponendo un tema personale collegato a quello dell’Expo “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”; senza contare gli spazi riservati alle aziende e organizzazioni internazionali, come l’Unione europea, l’Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), e il Cern (Organizzazione europea per la ricerca nucleare).
I Paesi senza un Padiglione hanno uno spazio espositivo individuale all’interno di uno dei nove Cluster tematici: Riso, Cacao e Cioccolato, Caffè, Frutta e Legumi, Spezie, Cereali e Tuberi, Bio-Mediterraneo, Isole mare e cibo, Zone aride. I Cluster sono padiglioni collettivi che non seguono criteri geografici, ma identità tematiche e filiere alimentari, dove ogni Paese sviluppa la propria interpretazione del tema di Expo Milano 2015.
Le strutture del Padiglioni hanno incuriosito il pubblico che non si è risparmiato l’attesa davanti a lunghe file per poterne visitare gli interni, caratterizzati da giochi di luci, spazi architettonici all’avanguardia, allestimenti curiosi e divertenti. Il Padiglione del Brasile ha conquistato adulti e bambini grazie ad una rete sospesa che deve essere attraversata, così da interagire con l’ambiente circostante: dei sensori, infatti, rilevano i movimenti sulla rete trasferendo impulsi che modificano il suono e la luce circostante.
Intrattenimento e gusto assicurati anche al Padiglione dell’Olanda, che si ispira a un vero e proprio luna park, ricordando una Amsterdam degli anni ’70, con una ruota panoramica. Altamente scenografico il Padiglione del Giappone, composto da 17mila pezzi di legno incastrati tra loro in modo da lasciar penetrare la luce solare; all’interno un ristorante con dieci tavoli dove è possibile fare un pranzo virtuale: il cibo appare sul piano del tavolo con una spiegazione delle sue caratteristiche.
Commuove il Padiglione del Nepal composto da porticati e templi caratterizzati da 42 colonne intagliate a mano. I lavori sono stati portati a termine dagli operai impegnati in altri padiglioni che si sono prestati in aiuto ai colleghi nepalesi costretti a rientrare nel loro Paese dopo il tragico terremoto che ha colpito il Nepal; per questo motivo questo padiglione sarà anche un luogo di raccolta di fondi e ospiterà iniziative a favore dei terremotati.
Il cibo, protagonista di questa edizione di Expo, racconta i sapori dal mondo in un mix di piatti esotici e altri tipicamente mediterranei, lasciando ampia scelta al visitatore. La ristorazione all’interno dell’Esposizione universale ha registrato «una fatturazione fuori dimensioni anche rispetto alle loro aspettative», ha dichiarato il commissario unico per Expo
Giuseppe Sala.
La Coldiretti ha rilevato come, nei primi tre giorni, siano stati consumati 800mila pasti fra colazioni, pranzi, cene e merende. Si parla di una tonnellata di cibo e bevande multiculturali: dalle tajin marocchine, alle tapas spagnole, passando per cous cous nel Qatar e gli inconfondibili hamburger americani.