All'indomani di Expo, nuovi obiettivi Martina: «Il nostro impegno continua»
02 novembre 2015 | 10:25
Tra soddisfazioni e molte polemiche Expo Milano 2015 ha chiuso i battenti, e a pochissimi giorni dalla chiusura dei cancelli si diffondono i numeri che hanno caratterizzato l’Esposizione universale, e i commenti sull’andamento della manifestazione globale. È uscito soddisfatto ben l’88% dei visitatori nazionali che per raggiungere l’obiettivo hanno speso complessivamente 2,3 miliardi, ma ci sono anche due ore e quarantacinque minuti trascorsi in media in fila senza battere ciglio tra i record di Expo 2015.
È quanto emerge dall’indagine elaborata da Coldiretti/Ixè sul bilancio di Expo, che nei sei mesi è stato visitato da 21,5 milioni di persone delle quali circa 6,5 stranieri secondo gli organizzatori. Si è trattato di un risultato da record per presenze, grado di apprezzamento dei cittadini e risultati per il Paese con 300 visite istituzionali, la presenza di 60 Capi di Stato o di Governo e 20mila impiegati e volontari addetti al sito animato da 140 Stati partecipanti, dei quali 54 con padiglioni propri oltre 70 nei nove cluster, ma anche tre organizzazioni internazionali.
Per tre italiani su quattro (il 74%) l’esperienza di Expo può essere considerata un successo del nostro Paese, mentre il 16% è indifferente, solo il 7% la ritiene un insuccesso e il 3% “non sa”. La dimensione dell’evento è data anche dalle presenze e dagli interventi illustri tra i quali è stato giudicato come più significativo di tutti quello di Papa Francesco all’apertura della kermesse dal 42%, seguito dalla visita di Michelle Obama con il 22%, dall’intervento del segretario generale dell’Onu Bank Ki Moon (20%).
Per il 49% il momento memorabile è stata di gran lunga l’accensione dell’albero della vita che supera le feste dedicate ai singoli prodotti (frutta, latte, gelato, birra…) scelte dal 23%, la presenza dei giovani da tutto il mondo con Slow Food (16%) e l’incontro dei trentamila agricoltori della Coldiretti con il presidente del Consiglio Matteo Renzi indicato dal 15%. Gli italiani hanno speso complessivamente 2,3 miliardi per visitare l’Esposizione universale tra viaggio, alloggio, spese varie fuori, e ingresso e consumazioni all’interno, tra le quali 570 milioni per il mangiare, che meno della metà dei visitatori (47%) ha giudicato troppo caro nella ristorazione (bar, ristoranti, fast food e cibi di strada), secondo Coldiretti/Ixè.
Molto apprezzato il padiglione Zero dal 21% dei visitatori. Le lunghe code, che il 73% dei visitatori indica come il principale aspetto negativo, danno in realtà la dimensione del successo. La maggiore criticità segnalata dai visitatori è l’eccesso di virtualità indicato dal 34% dei visitatori, mentre per il 17% è la presenza di poche aree di sosta per riposare gratuitamente, ma nel complesso il giudizio appare molto lusinghiero.
Visti i risultati sembrerebbe che le critiche sui numeri “fasulli” diffusi dai vertici di Expo siano finite nel dimenticatoio, e che la smentita de Il Fatto Quotidiano nei confronti delle cifre vantate lo scorso luglio dal commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala (nella prima foto in basso a destra) siano solo un lontano ricordo. Saranno d'accordo però i centinaia di ristoratori di Milano e provincia, che sono stato palesemente danneggiati dalla chiusura tardiva del sito espositivo? Nessun accenno in merito da parte delle Istituzioni, che invece si dichiarano soddisfatte dell'andamento dell'evento milanese e positivi riguardo al futuro.
Nel commentare la chiusura di Expo 2015 infatti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (nella foto accanto) ha dichiarato che la fine dell'Esposizione universale rappresenta «l'inizio di un nuovo impegno civico». «L’Esposizione - ha rimarcato Mattarella - ci lascia una importante eredità, frutto del confronto che è riuscita a promuovere e delle speranze che ha messo in campo». E per quanto riguarda il futuro del sito espositivo Matterella sostiene: «Confido in una scelta saggia, che andrà a beneficio di Milano, della Lombardia e dell’intero Paese».
«I numeri non dicono molto, ma ci dicono che abbiamo lavorato bene - ha evidenziato Giuseppe Sala, commissario unico di Expo 2015 - Abbiamo stupito il mondo con l'organizzazione, la disponibilità, la creatività ma soprattutto con la grande prova di civiltà. E questa può essere la vera eredità di Expo per il futuro del Paese»
«Il nostro impegno - ha assicurato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina (nella foto in basso a sinistra) - continua. L'anima di Expo, garantire cibo sano, sicuro e sufficiente al mondo intero e raggiungere l'obiettivo Fame zero al 2030 parte da qui, con la Carta di Milano, e ci dovrà vedere protagonisti ancora ogni giorno».
«Un milione e mezzo di firme per la Carta di Milano - continua Martina - sono la testimonianza della partecipazione attiva e consapevole delle persone a Expo. La Carta ha assolto al suo compito: riempire di significato e di responsabilità la piattaforma espositiva, provocare animate discussioni, impegnare cittadini, associazioni, imprese e istituzioni a riflettere sulla sfida della sicurezza alimentare più di quanto non abbia mai fatto una esposizione in tutta la sua lunga storia. La connessione profonda che si è realizzata tra Expo, i nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni Unite a fine settembre e la prossima conferenza sul clima di Parigi descrive la forza impressa dal nostro Paese per collocare pienamente l’Esposizione nell’agenda internazionale».
«Al mondo Expo lascia un messaggio forte affidato alla Carta di Milano - commenta il presidente di Confagricoltura Mario Guidi (nella foto accanto) sull’eredità che l’Esposizione Universale trasferisce al Paese e al mondo - che indica un percorso di crescita, di consapevolezza del ruolo che riveste l’agricoltura per nutrire il Pianeta, ma anche per una sua evoluzione attenta all’ambiente e alla sostenibilità».
«Adesso - ha proseguito Mario Guidi - è il momento di mettere a frutto la rete di conoscenze e relazioni avviate dal sistema Paese, con e grazie all’Expo: un patrimonio cui istituzioni e privati debbono poter attingere, una grande piattaforma che serva ad internazionalizzare, innovare, aggregare in Italia e all’estero».
È quanto emerge dall’indagine elaborata da Coldiretti/Ixè sul bilancio di Expo, che nei sei mesi è stato visitato da 21,5 milioni di persone delle quali circa 6,5 stranieri secondo gli organizzatori. Si è trattato di un risultato da record per presenze, grado di apprezzamento dei cittadini e risultati per il Paese con 300 visite istituzionali, la presenza di 60 Capi di Stato o di Governo e 20mila impiegati e volontari addetti al sito animato da 140 Stati partecipanti, dei quali 54 con padiglioni propri oltre 70 nei nove cluster, ma anche tre organizzazioni internazionali.
Per tre italiani su quattro (il 74%) l’esperienza di Expo può essere considerata un successo del nostro Paese, mentre il 16% è indifferente, solo il 7% la ritiene un insuccesso e il 3% “non sa”. La dimensione dell’evento è data anche dalle presenze e dagli interventi illustri tra i quali è stato giudicato come più significativo di tutti quello di Papa Francesco all’apertura della kermesse dal 42%, seguito dalla visita di Michelle Obama con il 22%, dall’intervento del segretario generale dell’Onu Bank Ki Moon (20%).
Per il 49% il momento memorabile è stata di gran lunga l’accensione dell’albero della vita che supera le feste dedicate ai singoli prodotti (frutta, latte, gelato, birra…) scelte dal 23%, la presenza dei giovani da tutto il mondo con Slow Food (16%) e l’incontro dei trentamila agricoltori della Coldiretti con il presidente del Consiglio Matteo Renzi indicato dal 15%. Gli italiani hanno speso complessivamente 2,3 miliardi per visitare l’Esposizione universale tra viaggio, alloggio, spese varie fuori, e ingresso e consumazioni all’interno, tra le quali 570 milioni per il mangiare, che meno della metà dei visitatori (47%) ha giudicato troppo caro nella ristorazione (bar, ristoranti, fast food e cibi di strada), secondo Coldiretti/Ixè.
Molto apprezzato il padiglione Zero dal 21% dei visitatori. Le lunghe code, che il 73% dei visitatori indica come il principale aspetto negativo, danno in realtà la dimensione del successo. La maggiore criticità segnalata dai visitatori è l’eccesso di virtualità indicato dal 34% dei visitatori, mentre per il 17% è la presenza di poche aree di sosta per riposare gratuitamente, ma nel complesso il giudizio appare molto lusinghiero.
Visti i risultati sembrerebbe che le critiche sui numeri “fasulli” diffusi dai vertici di Expo siano finite nel dimenticatoio, e che la smentita de Il Fatto Quotidiano nei confronti delle cifre vantate lo scorso luglio dal commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala (nella prima foto in basso a destra) siano solo un lontano ricordo. Saranno d'accordo però i centinaia di ristoratori di Milano e provincia, che sono stato palesemente danneggiati dalla chiusura tardiva del sito espositivo? Nessun accenno in merito da parte delle Istituzioni, che invece si dichiarano soddisfatte dell'andamento dell'evento milanese e positivi riguardo al futuro.
«Il nostro impegno - ha assicurato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina (nella foto in basso a sinistra) - continua. L'anima di Expo, garantire cibo sano, sicuro e sufficiente al mondo intero e raggiungere l'obiettivo Fame zero al 2030 parte da qui, con la Carta di Milano, e ci dovrà vedere protagonisti ancora ogni giorno».
«Adesso - ha proseguito Mario Guidi - è il momento di mettere a frutto la rete di conoscenze e relazioni avviate dal sistema Paese, con e grazie all’Expo: un patrimonio cui istituzioni e privati debbono poter attingere, una grande piattaforma che serva ad internazionalizzare, innovare, aggregare in Italia e all’estero».
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Alberto Lupini
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