Dal 6 al 15 settembre, la città di Asti si trasforma nella capitale del vino piemontese, ospitando la prestigiosa Douja d'Or. Tra le tante iniziative in programma nel Settembre Astigiano, spicca la presenza di Piemonte Land of Wine, un consorzio che riunisce le eccellenze enologiche regionali.
Piemonte Land of Wine sarà presente al Settembre Astigiano (credits: sito Piemonte Land of Wine)
Douja d’Or, l’edizione 2024
Quest’anno, il focus sarà sul confronto tra i vitigni piemontesi e quelli europei. In una serie di masterclass, esperti sommelier guideranno i partecipanti alla scoperta di abbinamenti inediti e sorprendenti. Freisa, Grignolino, Barbera si confronteranno con Cabernet Franc, Cinsaut e vini spagnoli della Rioja. Un'occasione unica per ampliare i propri orizzonti enogastronomici.
I visitatori potranno degustare oltre 500 etichette (credits: sito Piemonte Land of Wine)
Il cuore pulsante di Piemonte Land of Wine sarà piazza San Secondo, dove sorgerà una tensostruttura che ospiterà un vero e proprio salotto a cielo aperto. Qui, i visitatori potranno degustare oltre 500 etichette, acquistare le loro preferite e partecipare a una ricca rassegna musicale che spazierà dallo swing al folk, passando per la musica classica. Un'attenzione particolare sarà dedicata al Brachetto, eletto vitigno dell'anno. L'iniziativa "AperiBRACHETTO" inviterà a scoprire la versatilità di questo vitigno, declinato in diverse versioni e protagonista di originali cocktail.
Douja d'Or, tra territorio e paesaggio
Per Francesco Monchiero, produttore vitivinicolo e presidente di Piemonte Land of Wine le parole d’ordine per la Douja d’Or 2024 sono due: territorio e paesaggio. «Sono tra le caratteristiche principali che fanno grandi i nostri vini» sostiene e spiega: «Quest’anno cade il decennale della proclamazione dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato Patrimonio dell’Umanità e sito Unesco.
«Un riconoscimento - conclude - che è arrivato in Piemonte ben prima di altre pregiate aree vinicole italiane ed europee e che è frutto del lavoro di donne e uomini che hanno consacrato la loro vita e quella delle loro famiglie tra i filari. Non dobbiamo dimenticarlo e dobbiamo esserne fieri e orgogliosi. Sono convinto che eventi come la Douja servano, non solo a promuovere i nostri vini, ma anche a valorizzare un territorio che ne è parte intrinseca e portante. Da qui dobbiamo pensare a un Sistema Piemonte enoturistico, culturale e rispettoso del paesaggio e dell’ambiente, che formi un grande mosaico di opportunità per il futuro delle nostre terre».