Storo (Tn), borgo prealpino fondato dal popolo Retico posto fra le Dolomiti Trentine, il fiume Chiese e il lago di Ledro verso Madonna di Campiglio, ospiterà il 30 settembre la 4ª edizione del festival della polenta.
Il festival prevede una giornata di assaggi con carnet di tikets, aperto al pubblico, dedicato all’
oro giallo di Storo attraverso le stradine del borgo antico della valle del Chiese.
Storo è sempre più il “distretto” della farina di granoturco, ma soprattutto sempre più bandiera di una cultura dell’alimentazione tradizionale, con piatti tipici, storia e cultura di un territorio all’insegna di un unico brand: la pannocchia di granoturco che a Storo si chiama Grano Nostrano.
L’edizione 2018, che si svolgerà domenica 30 settembre, punta sul binomio granoturco e castagne, con il supporto del grande paiolo di Roncone. A giudicare "le migliori polentate del 2018" sarà una giuria di esperti, nutrizionisti e appassionati di storia e cultura culinaria. Domenica la giuria designerà la “polenta dell’anno” fra le tante sfide all’ultima trisa. L’ospitalità giornaliera si aggira sulle 2000 presenze.
Storo è la capitale della polenta italiana, un piatto povero che si arricchisce di ingredienti e novità, grazie all’impegno dei Polenter della proloco, del Comune, del consorzio turistico Bim Chiese e della Coop Agri90. Il Festival di Storo è il primo grande evento dedicato alla polenta, con cuochi che si cimentano in antiche ricette, tanti banchi di assaggio e bancarelle.
Giampietro Comolli, membro della giuria di Storo, rivaluta il valore nutritivo e alimentare della polenta, come base di migliaia di ricette tipiche di tanti territori italiani con aspetti salutistici, di valore colturale in zone svantaggiate, e una identità alimentare stagionale.
«Il vero valore di una polentata - ha detto Giampietro Comolli - sta nella sua grande stagionalità di consumo, nelle universali modalità di cottura, nella creatività di salse, sughi, intingoli e aggiunte varie che variano da borgo a borgo e che completano un piatto già di per se stesso cultura gastronomica. Senza dimenticare l’importanza di coltivare terreni difficili e di montagna, di creare lavoro e reddito attraverso il recupero di cibi antichi e il non spreco che ci insegnano le genti della montagna (in questo caso lombardo-trentine). La polenta è un alimento con quasi 250 anni di storia, inserita a buon titolo nel sistema alimentare della Dieta Mediterranea riconosciuta dall’Unesco, ma espressione anche di una più energetica “dieta continentale”. La polenta è un piatto che lega la salubrità derivante dalla farina “tutto fare”, dal colore giallo-oro-rossa dei chicchi del Nostrano, un cereale naturalmente senza glutine, ideale per sfornare anche croccanti gallette (alternativa al pane) e morbidi biscotti. E’ questo il mix dieta-salubrità-energia che caratterizza la antica storia nutrizionale delle nostre alte colline-montagne affacciate sulla Pianura Padana. Un mix di dieta mediterranea e dieta continentale che esprime un sano equilibrio».
Per informazioni:
www.visitchiese.it