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Alotto (Slow Food): Vorrei che alla Terra si dedicasse tutto l'anno

Il fiduciario della condotta di Torino per Slow Food invita a riflettere, in occasione della Giornata della Terra del 22 aprile, quanto superflue fossero certe abitudini prima della pandemia.

di Piera Genta
 
18 aprile 2020 | 15:12

Alotto (Slow Food): Vorrei che alla Terra si dedicasse tutto l'anno

Il fiduciario della condotta di Torino per Slow Food invita a riflettere, in occasione della Giornata della Terra del 22 aprile, quanto superflue fossero certe abitudini prima della pandemia.

di Piera Genta
18 aprile 2020 | 15:12
 

In occasione dell'avvicinarsi della Giornata Mondiale della Terra, il 22 aprile, Italia a Tavola prosegue i suoi approfondimenti, lasciando spazio sulla questione ad esperti. Tra questi anche Oliviero Alotto, fiduciario della condotta di Torino per Slow Food.

Oliviero Alotto - Alotto (Slow Food): Vorrei che alla Terra si dedicasse tutto l'anno

Oliviero Alotto


A me piacerebbe che questo giorno fosse ogni giorno, mi piacerebbe non vivere in un mondo in cui l’informazione schizofrenica ci obbliga a dover celebrare le giornate mondiali, per accender l’attenzione su un tema, mi piacerebbe esistesse da parte di tutti noi una visione olistica del mondo che ci porta ad essere parte integrante della Terra e non utilizzare la Terra stessa come fosse un oggetto monouso, del quale ci si può prendere cura nella misura in cui ci serve e poi abbandonarla.

Credo che si debba smettere di pensare che dobbiamo salvare il pianeta, il pianeta si salverà da solo, a noi la responsabilità di renderci conto che se esitiamo è merito suo. Viviamo in un ecosistema, fatto di biodiversità; avere una concezione atropocentrica ci porta ad occuparci solo di noi e non di tutto il creato, siano essi animali, piante, fiumi oceani.

Certo, la mia è una provocazione, in quanto ritengo indispensabile che esista la Giornata mondiale della Terra proprio perché essa ci obbliga a parlarne. Oggi per me le priorità sul tema sono: cambiamento climatico e riscaldamento globale; ritorno alla percezione di quanto siamo prima di tutto noi i protagonisti del nostro tempo; responsabilità dei Governi, che devono attuare scelte forti e nette perché si inverta il trend che ci sta portando a vivere una vera emergenza climatica; responsabilità delle imprese perché si impegnino in una Green revolution.

La situazione che stiamo vivendo ci fa riflettere su quanto superfluo avessimo e quanto sia possibile fare a meno di molte nostre abitudini. C’è bisogno di un inversione di tendenza, un cambio di paradigma che rimetta al centro la natura e non i bisogni indotti dell’uomo. In questo i nostri stili alimentari possono fare la differenza, abbiamo bisogno di riprendere contatto con la terra, essere consapevoli che mangiare è un gesto politico, agricolo e comunitario, fino a che saremo solo consumatori la nostra terra piangerà se ritorneremo ad essere coprotagonisti della terra e consapevoli dei frutti che essa ci da allora il cambiamento sarà efficace.

Slow Food l’anno scorso ha diffuso un manifesto di impegni in occasione della giornata mondiale della terra, dieci azioni concrete che tutti noi possiamo fare per prendercene cura. Ne cito solo alcuni: tagliare le emossioni di CO2; non sprecare cibo; scelta della produzione locale.

Un'altra campagna che stiamo portando avanti e che mi sta molto a cuore è la campagna Slow Meat, un modo concreto per ridurre le emissioni di CO2 e di prenderci cura di tutti gli esseri viventi presenti sulla Terra. Basti pensare, come si cita nella campagna, che “Un terzo delle terre coltivate nel mondo è utilizzato per coltivare un miliardo di tonnellate di mangimi, soprattutto soia e mais. La soia, un legume ricco di energia, è diventato un elemento fondamentale nella dieta di bovini, suini e pollame”.

Per informazioni: olivieroalotto.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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