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«Chiara Ferragni e Fedez tirchi» I riders provocano e chiedono tutela

 
26 aprile 2019 | 11:22

«Chiara Ferragni e Fedez tirchi» I riders provocano e chiedono tutela

26 aprile 2019 | 11:22
 

Chiamare in causa i “pesci grossi” per avere visibilità e chiedere, con un ultimo disperato tentativo, maggiore attenzione, più cautele e stipendi adeguati. Lo hanno fatto i riders che portano cibo a domicilio.

La polemica ha radici ormai piuttosto profonde: i “fattorini del cibo” che lavorano per realtà come Deliveroo, Foodora, Glovo, Uber eats, Just eat, lavorano per pochi euro in condizioni quantomeno svantaggiose, con poche (pochissime) tutele. E così, visto che nessuno - a detta loro - gli dà retta, si sono mossi autonomamente con una protesta tanto originale quanto in grado di smuovere l’opinione pubblica.

(«Chiara Ferragni e Fedez tirchi»I riders provocano e chiedono tutela)

I riders hanno “minacciato” i vip italiani pubblicando sulla pagina Facebook “Deliverance Milano” una sorta di blacklist con i nomi dei clienti noti che non lasciano la mancia ai fattorini. “Nemmeno se piove”, specificano le “vittime”, giusto per aggiungere un po’ di tragicommedia a questa vicenda che meriterebbe maggior rispetto, attenzione, sensibilità, soprattutto alla luce dei fatturati - in crescita esponenziale - messi a segno dal settore.

Spulciando tra la lista, redatta - occorre segnalarlo nuovamente - dalla pagina Facebook, si trovano nomi altisonanti: dall’influencer Chiara Ferragni al calciatore Mauro Icardi, dal conduttore Teo Mammucari a Fabio Rovazzi, passando per Dj Albertino, Leonardo Bonucci, Rocco Hunt, Gonzalo Higuain e molti altri.

La provocazione non è sottile, ma esplicita: «Era l'unico modo per attirare l'attenzione sulla nostra lotta e far capire che, senza di noi, il giochino e quindi il profitto finisce», dice un ragazzo del collettivo di rider “Deliverance”.

“Attente piattaforme digitali del delivery food - è scritto nel post prima della lista nera - perché se non volete confrontarvi con le nostre rappresentanze autonome e i gruppi organizzati che sono in stato di agitazione sindacale permanente, questo è il futuro che vi aspetta: noi produciamo i dati, noi conosciamo i vostri punti deboli e non esiteremo ad usarli contro di voi”.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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