A Licata è in corso la tre giorni voluta da Pino Cuttaia per alzare l’attenzione sulla sostenibilità nell’area mediterranea. Il coordinatore trova nei valori della tavola tradizionale lo spunto per una nuova era.
‘Nnumari è l’iniziativa che il cuoco Pino Cuttaia (due stelle Michelin) ha riproposto anche quest’anno al fine di fare il punto della situazione - e alzare l’asticella della sensibilità e dell’attenzione - sulla sostenibilità della filiera che corre lungo le coste del Mediterraneo. Cruciale - tra convegni, workshop, incontri, masterclass e formazione - la presenza di
Marcello Scalisi, direttore di Unimed, l’Unione delle Università del Mediterraneo il quale spiega quanto la ricerca, anzi le ricerche, servano anche in chiave sostenibilità.
La cucina mediterranea simbolo di ricerca e sostenibilità
«La ricerca è determinante nella missione che tutti ci stiamo prefiggendo di “tenere pulito il mondo” - spiega - a patto che sia condivisa e coinvolga istituzioni internazionali che si fondino su istanze comuni. Detto questo, le università sono luogo prediletto e ideale per rafforzare l’idea di un Mediterraneo positivo. L’area mediterranea offre opportunità ghiotte per la ricerca scientifica nell’ambito agrolimentare, ma anche nel campo della cooperazione e delle scienze umani e sociali».
Due ambiti apparentemente lontani che, in realtà, non possono più permettersi di viaggiare per conto proprio. «Oggi - sottolinea Scalisi - è assodato il concetto per il quale i vari settori di ricerca debbano aiutarsi e intersecarsi, nessuno può andare per conto suo».
Marcello Scalisi
Citato l’ambito agroalimentare, va da sé che l’ambito della ristorazione balzi subito alla mente. Viene da chiedersi quale sia il suo effettivo ruolo in questo percorso di economia ecosostenibile. «Alimentazione e ristorazione - risponde Scalisi - possono fare da collante tra i vari settori perché, la tradizione mediterranea, ci aiuta a mantenere dei valori sani e tradizionali che fanno da contraltare a alle semplificazioni e alle schematizzazioni che oggi imperversano. Pensiamo, ad esempio, al concetto di stare insieme a tavola, un luogo dove si condividono i problemi e si risolvono. Il Mediterraneo, in definitiva, deve essere un mare che sappia unire e non dividere e la ricerca sta dimostrando che si può fare».