Il 28 agosto è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto che stabilisce i nuovi tetti di spesa mensile che regolano l’acquisto di prodotti senza glutine rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.
Un adeguamento però non immediato. Per l’operatività totale bisognerà attendere sei mesi per la revisione del registro degli alimenti da parte del ministero della Salute e altri tre affinché le Regioni applichino la nuova tabella.
I buoni, va subito messo in chiaro, possono essere richiesti solo da chi ha una diagnosi accertata da un medico. Sono utilizzabili per acquistare pane, pasta, prodotti da forno, pizze, dolci, cereali per la prima colazione senza glutine. Di rilievo l’allargamento del paniere anche a preparati e basi pronte, novità dalla concreta valenza sociale che permette ai celiaci di adeguarsi agli stili di vita contemporanei.
La dieta senza glutine oggi costa meno e nonostante la drastica riduzione delle risorse per la sanità pubblica l’assistenza ai celiaci tiene. La riduzione media è del 19% (con un risparmio stimato in oltre 30 milioni di euro) del tetto di spesa per l’acquisto dei prodotti senza glutine da parte dei celiaci. La modifica dei tetti di spesa, infatti, non è stata una sforbiciata che compromette l’assistenza ai pazienti italiani, ma una revisione razionale, che tiene conto della riduzione dei costi degli alimenti senza glutine (oggi in Europa non più considerati “dietetici”, ma alimenti di uso corrente) e dei fabbisogni energetici della popolazione definiti dalle più recenti evidenze scientifiche, che la Società italiana di Nutrizione umana (Sinu) ha evidenziato nel 2014 con la pubblicazione dei Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia (Larn).
Il nuovo decreto ha modificato anche le fasce di età, passate da 4 a 6. Introdotte quelle 10-13 anni, 14-17 anni, 18-59 anni e over 60. Prima, dai 10 anni si era già considerati adulti, senza ponderare i differenti fabbisogni alimentari: tra un adolescente e un cinquantenne c’è una bella differenza.
Soddisfatta l’
Associazione italiana celiachia (Aic): prossimo obiettivo i buoni digitali, spendibili ovunque in Italia, anche al di fuori della propria regione di residenza. Vi lavoreranno congiuntamente il ministero della Salute con quello della Funzione pubblica.
A livello regionale, per quanto riguarda i buoni, sussiste però molta frammentazione. Alcune regioni permettono di spalmare il budget mensile tra diverse categorie, compresa la grande distribuzione. Altre non offrono alternative alla
farmacia, che di solito emette uno scontrino più pesante rispetto a super e ipermercati.