Just Eat ha reso noti i dati dell’Osservatorio del food delivery online che fotografano il rapporto degli italiani con il cibo d’asporto. I piatti tipici vanno forte, mentre il cibo libanese è la grande sorpresa. Roma, Milano, Bologna, Torino e Genova sono le città che sfruttano maggiormente il servizio a domicilio.
Nel “mirino” di
Just Eat sono finite 20 città italiane con lo studio che ha registrato nel corso dell’ultimo anno cambiamenti significativi in termini di food trend, abitudini, comportamenti generazionali e geografici, confermando la centralità dell’ordinazione di cibo a domicilio in tutte le esperienze e occasioni di consumo degli Italiani.
«Il mercato in cui operiamo - commenta
Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia - è in continua espansione e vanta un enorme potenziale che vogliamo cogliere al massimo, mettendo a disposizione la migliore tecnologia digitale in grado di rendere semplice e conveniente il food delivery, ma anche la più ampia e diversificata rete di ristoranti partner sul territorio. La seconda edizione della Mappa del Cibo a Domicilio in Italia fotografa lo stato dell’arte del digital food delivery, evidenziando un’ulteriore crescita del consumo e dell’utilizzo del servizio rispetto allo scorso anno, oltre a un’espansione dei ristoranti affiliati, cresciuti di circa il 40%, arrivando oggi a più di 9.300 totali in quasi 900 Comuni, dato raggiunto attraverso un’espansione anche territoriale pari al +54%».
Il delivery digitale rappresenta il 7% dell’intero settore. Il valore complessivo in Italia del mercato del cibo consegnato a domicilio si attesta, considerando modalità online e offline, su un valore di circa 3.2 miliardi di euro e già circa 30 milioni di Italiani coinvolti che ordinano a domicilio via telefono o recandosi presso il ristorante, ma con un potenziale pari a 10 milioni di persone propense e pronte, secondo l’osservatorio, a utilizzare il servizio digitale. Tra le ordinazioni più gettonate vince la pizza seguita dagli hamburger e dal cibo giapponese. Appena giù dal podio quello cinese, poi ancora Italia con panini e piadine seguite da cibo tricolore generico. Pollo, cibo indiano, dolci e la new entry dei piatti messicani chiudono la top 10.
Gastronomia e rosticceria Made in Italy spopolano con incrementi del 446 e del 429% spinti da arancini, mozzarella in carrozza, lasagne, pasta al forno e tantissime ricette tipiche delle diverse tradizioni regionali. Non manca tuttavia la voglia di sperimentare: le cucine più in crescita sono i noodles (+258%) e al quarto posto la cucina healthy (+163%) che continua a essere sempre più ordinata, in linea con il ritorno a uno stile di vita sano e il gelato che con +115% rappresenta una richiesta sempre più ricorrente a domicilio. Al sesto posto per l’incremento di ordini una novità assoluta ovvero la cucina libanese (+112%), seguita da trend che negli ultimi anni crescono in modo costante come la passione per l’hamburger (+81%) e la nippo-mania (+73%), seguita da pollo (+71%) e panini e piadine (+69%).
Quali sono invece i piatti più ordinati a livello nazionale? La classifica rivela un panorama di gusti ampio e molto variegato, che spazia dalle patatine fritte, involtini primavera, supplì, riso alla cantonese, nigiri sakè, ravioli al vapore/griglia, pollo alle mandorle, hamburger, uramaki philadelphia, tiramisù e si conclude con il cheeseburger.
Analizzando le abitudini delle 20 città prese in esame dallo studio, si scopre a Milano un boom per l’healthy food e la cucina gourmet (+780%), oltre che per il pokè, piatto molto in voga nella City, a Torino una passione per la gastronomia (+1223%) e per i nigiri al salmone, a Brescia il successo dei panini (+360%), con la preferenza per quello con la cotoletta. Proseguendo verso il centro Italia spopolano a Bologna i prodotti di rosticceria (+292%) e tra i piatti che crescono di più ci sono arancini al ragù, a Roma il gelato (+296%) ma con un’impennata di panzerotti, a Napoli una predilezione per il tradizionale panuozzo (+473%) e un incremento di piatti cinesi con i famosi spaghetti alla piastra e a base di pollo. Scendendo più a Sud a sorpresa i baresi ordinano più pollo e fritti (+417%) e crescono gli uramaki in tutte le loro varianti, mentre i catanesi preferiscono la cucina italiana (+213%), con piatti come le casarecce alla Norma tra le più richieste, e con un balzo in avanti di involtini primavera e brioche con gelato.
Ma chi ordina di più? Lo studio evidenzia che nell’ultimo anno a ordinare rispetto al 2017 sono più gli uomini (55%) delle donne (44%), con i primi maggiormente propensi verso la sperimentazione di cucine e ristoranti diversi (13%) e le seconde appassionate soprattutto di sushi (15%) e fedeli agli stessi locali. Per quanto riguarda invece età e professioni, i Millennials (60%) si confermano la generazione più affezionata, seguita da adulti e famiglie (35%) che crescono del +14% rispetto al 2017, mentre sul fronte delle professioni gli impiegati sono i più attivi (39%), al secondo posto gli studenti (33%) e al terzo i liberi professionisti (14%), che mediamente spendono di più per ogni ordine effettuato.