Sembra aver le idee chiare e pare deciso a concretizzarle il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio, che oggi ha ribadito la volontà di difendere a spada tratta e valorizzare il Made in Italy agroalimentare. Tra le sue ipotesi, rivedere l’indicazione dell’origine in etichetta specificando ulteriormente la provienza.
«Come scritto nel programma di governo - ha detto Centinaio - è prioritario, a tutela del Made in Italy, adottare un sistema di
etichettatura corretto e trasparente che garantisca una migliore tutela dei consumatori. Il regolamento europeo n. 775 del 2018, approvato con il precedente Governo, non ci aiuta. L'indicazione dell'origine della materia prima in etichetta, anche quando quella materia prima è un "ingrediente primario", è relegata alla mera provenienza Ue: troppo poco per rassicurare il consumatore e garantire efficienti controlli. Per questo faremo ogni sforzo, anche a livello nazionale, per correggere questa impostazione».
Ampiamente bocciata anche l’idea dell’
etichetta a semaforo che esclude secondo criteri astrusi i principali alimenti della Dieta mediterranea dal concetto di dieta sana. «Non condividiamo l'idea dell'etichetta nutrizionale cosiddetta "a semaforo", che riteniamo potenzialmente ingannevole e fuorviante. Proporremo invece un sistema identificativo a icona "a batteria", che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale».
Quanto al contrasto alle frodi e all'italian sounding «è una priorità del Governo» si apprende dall’
Ansa «per essere realmente efficace il sistema dei controlli deve essere chiaro, rigoroso ma non vessatorio, riconoscibile e comunicabile ai consumatori, anche esteri».
Gian Marco Centinaio
Dichiarazioni che hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a chi si era scagliato contro il nuovo accordo per l’
olio Italico. «Gli olivicoltori italiani - spiegano i presidenti del Consorzio nazionale degli Olivicoltori (Cno) e di Unasco,
Gennaro Sicolo e
Luigi Canino, che insieme rappresentano il 60% della produzione olivicola italiana - accolgono con soddisfazione le dichiarazioni del Ministro Gian Marco Centinaio. È una bocciatura nemmeno troppo velata all’Italico, la squallida miscela di oli italiani con oli comunitari ed extracomunitari, avallata e difesa a spada tratta da Coldiretti e Federolio, che con il loro accordo farlocco hanno svenduto la dignità degli olivicoltori italiani».
Ma pronta è arrivata la reazione di Coldiretti: «Non esiste - si legge in una nota ufficiale - alcun riferimento al nome Italico nè tantomeno alle miscele di oli extravergine di oliva Made in Italy con quelli importati dall’estero nel più grande contratto di filiera per l’olio Made in Italy di sempre siglato da Coldiretti, Unaprol, Federolio e Fai (Filiera agricola italiana), che coinvolge le principali aziende di confezionamento italiane. Lo rendono noto le organizzazioni firmatarie nel precisare che si tratta di una fake news diffusa ad arte per cercare di colpire un accordo storico per l’olio italiano al 100%, da olive coltivate e molite in Italia, che riguarda un quantitativo di 10 milioni di chili per un valore del contratto di filiera di oltre 50 milioni di euro, che taglia intermediazioni, speculazioni e faccendieri».