È dunque arrivato l’atteso decreto che introduce in etichetta l'indicazione obbligatoria dell'origine per i prodotti lattiero-caseari. Si dice così “basta” all’inganno del falso Made in Italy, con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, senza che questo sia stato obbligatorio fino ad ora riportarlo in etichetta.
Da alcuni mesi è anche scattato l’obbligo della dichiarazione nutrizionale sull'etichetta degli alimenti: si applica a tutti i prodotti confezionati, che devono ora indicare anche le informazioni relative a valore energetico, quantità di grassi (di cui gli acidi grassi saturi), i carboidrati (di cui gli zuccheri), le proteine e il sale.
Si tratta di un passo importante per la trasparenza dell'informazione su prodotti che ora si acquistano sulla base di parametri oggettivi, mentre prima spesso venivano esaltate impropriamente specifiche proprietà. In questo modo potranno essere fatte valutazioni oggettive e comparazioni tra i diversi prodotti presenti sugli scaffali, in una situazione in cui è giustamente aumentata la sensibilità dei cittadini sulle scelte alimentari.
È sicuramente cresciuta l’attenzione degli italiani per l’impatto che il cibo esercita sulla salute, così come è evidente la diffusa consapevolezza che lo stile di vita, in particolare lo stile alimentare a tavola, gioca un ruolo decisivo nell’insorgenza di talune patologie. E allora mano agli occhiali e leggiamole con attenzione queste etichette, anche se sono lunghe e spesso con caratteri troppo piccoli. Facendo la spesa decidiamo della nostra salute. Meglio impiegare mezz’ora di più e fare scelte di acquisto più consapevoli e salutari.