Che l'olio extra vergine sia tra i prodotti più nobili della natura e più vocati al gusto e al benessere è cosa nota: non più commodity senza origine e neppure semplice condimento ma ingrediente privilegiato. Non è stato un percorso facile valorizzarlo nella sua identità territoriale e anche la legge ha dato soprattutto negli ultimi anni il suo contributo. Ma lo sforzo più grande è stato fatto da chi lo produce, in particolare da piccole realtà familiari con scarsa possibilità di affrontare il mercato se non unendosi in forma sociale. Una di queste, orgogliosamente attive dal 1965 e trasformatasi progressivamente negli anni, è la Cooperativa Agricola Colli Etruschi, con sede a Blera, borgo etrusco laziale, nel cuore della Tuscia.
Colli Etruschi, 60 anni di olio di qualità
Le sue storiche cultivar Canino, Frantoio e Leccino, prosperano da sempre in queste colline in provincia di Viterbo, custodi di necropoli e reperti etruschi, con suoli scuri per le antiche colate laviche del vulcano di Vico. Il clima mediterraneo e la vicinanza del Tirreno contribuiscono alla perfetta maturazione del frutto nell'area compresa tra la media valle del Mignone e le propaggini dei monti Cimini.
La storia di questa cooperativa è quella di una comunità: era il 1965 quando 18 olivicoltori decisero di unirsi per abbattere i costi di produzione e acquistare macchinari di estrazione moderni. Funzionò, ma la vera svolta avvenne negli anni 80 quando si decise di commercializzare il surplus dei soci confezionandolo prima in lattina e poi in bottiglia. La Dop Tuscia è stata ottenuta nel 2005 e oggi la produzione si è estesa anche al biologico. Il mercato ogni anno riconosce e premia gli elevati standard qualitativi del prodotto ed oggi sono oltre 330 i soci con 40.000 olivi distribuiti in 800 ettari a Blera e dintorni.
Questa della Cooperativa Colli Etruschi, è una storia locale, di un territorio limitato stretto tra le blasonate Toscana e Umbria, ma che ha saputo conquistare ori e riconoscimenti sulle guide. È sempre sold out quello dell'annata precedente, ben prima dell'inizio della nuova campagna, come avvenuto anche quest'anno.
La serata al Velodromo Vecchio di Roma
A raccontarla sono venuti a Roma due soci fondatori, il presidente Mario Leotta e il direttore Nicola Fazzi, agronomo e ideatore delle più innovative strategie aziendali mentre a condurre la degustazione delle due etichette, Evo Dop Tuscia ed Evo Io Bio è stato Stefano Asaro, referente per il Lazio della Guida agli Extravergini Slow Food e responsabile regionale del Presidio dell’Olio Extravergine di Oliva Italiano. Per l'incontro hanno scelto una storica osteria di Roma, quella del Velodromo Vecchio di Via Genzano 136 che ha valorizzato le potenzialità gustative del prodotto con bruschette e panzanelle, fino al vero banco di prova tutto romano per un giudizio senza appello: lo Spaghetto olio, aglio e peperoncino.
Da sinistra, Mario Leotta, Stefano Asaro e Nicola Fazzi
Raccolta manuale
La raccolta manuale e la lavorazione delle olive sono curate al massimo perchè la frangitura non alteri conservi le caratteristiche dell'oliva fresca e la consegna in cassette è fatta entro poche ore dalla raccolta, anche in piccole quantità perchè può avvenire a tappe e in tempi diversi.
Il sistema adottato è la raccolta massale: le olive dei soci vengono lavorate subito e tutte insieme, così come sarà calcolata la resa uguale per tutti a fine campagna. Inoltre, solo il rispetto dell'ambiente in ogni sua forma può fare un prodotto qualitativamente elevato. Ma anche l'uso delle migliori tecnologie richiede l'attenta attenzione e la sensibilità dell'operatore perchè - come ha sottolineato Stefano Asaro- il risultato finale possa rispettare l'identità del frutto, con tutte le sue caratteristiche varietali e gustative.
Il consumo di acqua è coperto dal liquido di vegetazione e un impianto fotovoltaico utilizza i residui della lavorazione come biomassa.
Tre etichette
Le tre etichette prodotte sono il "Dop Tuscia eVo", monocultivar di Caninese, varietà autoctona che conferisce all'olio sentori erbacei e di cardo, un fruttato intenso perfetto per crudi e verdure. Seguono il Classico, un fruttato medio di sapore inteso, multivarietale con Frantoio e Leccino, e l'Extravergine Io Bio. Inevitabile un accenno alla prossima campagna, in una situazione climatica tanto anomala.
«La maturazione del frutto procede come nella norma - dice Nicola Fazzi- e le previsioni sono buone. Certo, la pioggia sarebbe la benvenuta».
Il Classico