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Città creativa, il boom di Forme rafforza la candidatura di Bergamo

La delegazione bergamasca ha presentato ieri a Parigi il suo progetto che mette al centro la cultura lattiero-casearia delle Orobie dopo che lo scorso weekend oltre 50mila visitatori hanno visitato la fiera dedicata.

 
24 ottobre 2019 | 11:15

Città creativa, il boom di Forme rafforza la candidatura di Bergamo

La delegazione bergamasca ha presentato ieri a Parigi il suo progetto che mette al centro la cultura lattiero-casearia delle Orobie dopo che lo scorso weekend oltre 50mila visitatori hanno visitato la fiera dedicata.

24 ottobre 2019 | 11:15
 

La 4ª edizione di Forme, la manifestazione che da giovedì a domenica ha trasformato Bergamo in uno spettacolo del formaggio a 360° ha conquistato più di 50mila visitatori complessivi tra fiera, Città Alta e Spazio FaSE per FuoriForme, coinvolti in un ricco programma di incontri, workshop, mostre, degustazioni guidate, assaggi e convegni.

Tanti assaggiatori curiosi agli stand delle aziende (Città creativa, il boom di Forme rafforza la candidatura di Bergamo)

Durante i giorni della kermesse gli appuntamenti con il gusto sono stati presi d’assalto dal pubblico: al Cheese Festival in fiera tutto esaurito nei Cheese Lab firmati Onaf e nei Cheese Tour, i viaggi all’interno del ring alla scoperta dei formaggi in competizione ai World Cheese Awards, e migliaia le visite al Cheese Market per degustare e acquistare le eccellenze casearie internazionali. 20 le tonnellate di formaggi venduti e 6 quelle offerte in assaggio, a cui si aggiungono quelle del villaggio delle Cheese Valleys in Città Alta con i Formaggi Prìncipi delle Orobie e di FuoriForme allo Spazio Fase, che portano il totale a circa 35mila chili di formaggio venduto e degustato.

L'esposizione in Fiera (Città creativa, il boom di Forme rafforza la candidatura di Bergamo)

L'esposizione in Fiera

In Città Alta è stata molto apprezzata la mostra mercato The Cheese Valleys, con le eccellenze casearie delle province di Bergamo, Lecco e Sondrio, e l’esposizione “And the winner is…” con i 32 formaggi vincitori dei Wca delle passate edizioni con un ospite d’eccezione, il Montébore, il formaggio amato da Leonardo da Vinci.

Il lusinghiero bilancio di quest’anno è dato anche dalla grande affluenza di buyer e operatori specializzati, circa 2.500, che hanno partecipato giovedì e venerdì a B2Cheese, il primo appuntamento interamente dedicato ai professionisti del settore lattiero-casearia, con più di 40 nazionalità presenti tra cui Giappone, Canada, Brasile e Australia! Tra gli espositori, aziende di tutta Italia, produttori, stagionatori, distributori, imprese specializzate in tecnologia e logistica, unite dall’obiettivo comune di fare sistema e creare business. Alle attività espositive e di business si è anche aggiunto il concorso “Formaggi d’aMARE”, che ha premiato il ristorante e lo chef che hanno saputo creare il miglior connubio tra pesce e formaggio.

Affollati i workshop (Città creativa, il boom di Forme rafforza la candidatura di Bergamo)
Affollati i workshop

Ma la grande sfida di B2Cheese è quella di essere soprattutto un modello, perché per la prima volta in campo agroalimentare un intero settore si è presentato come un’unica entità, per affermare la sua rilevanza storica, produttiva ed economica nel panorama mondiale. Un’esperienza da cui esce vincente, pronta ad affrontare il mercato internazionale con sinergie più consolidate e ben strutturate.

Tutto il formaggio del mondo in una città candidata come Città Creativa dell’Unesco per la Gastronomia.  Bergamo infatti è  stata il palcoscenico del primo appuntamento italiano dei World Cheese Awards, la prestigiosa competizione mondiale che ha visto sfidarsi il meglio dell’arte caseria internazionale. L’edizione 2019 ha battuto tutti i record, con 3.804 formaggi in gara, provenienti da 42 Paesi di tutti i continenti e 260 giudici di 35 nazionalità diverse. Al rush finale a pari merito con 100 punti due grandi formaggi si sono contesi il titolo di campione del mondo: lo statunitense Blue Cheese Rouge River Blue, erborinato biologico prodotto dal caseificio Rouge Creamery contro l’italiano Parmigiano Reggiano 24 mesi della Latteria Sociale Santo Stefano di Basilicagoiano della provincia parmense, che si è visto soffiare il titolo per mano di Nigel Barden, Presidente della giuria, costretto a decidere chi tra le due eccellenze meritasse maggiormente il premio.

Tra le location suggestive anche Palazzo della Ragione in Città Alta (Città creativa, il boom di Forme rafforza la candidatura di Bergamo)
Tra le location suggestive anche Palazzo della Ragione in Città Alta

Oltre al Parmigiano Reggiano, altre due eccellenze italiane si sono classificate tra i primi 16 SuperGold: il formaggio Quintano della Caseificio Via Lattea posizionato al 6° posto con i meritatissimi 88 punti e il Gubet dell’Azienda Agricola Casale Roccolo, con 73 punti e la 15° piazza. Il medagliere che l’Italia conquista nella 32° edizione dei WCA non è da meno e colloca la nostra produzione ai primi posti a livello mondiale: tra gli 845 formaggi italiani in gara infatti, ben 351 si sono aggiudicati una medaglia, di cui 15 SuperGold, 81 Gold, 110 Silver e 145 Bronze. Seguono gli Stati Uniti con 131 premi, la Gran Bretagna con 127, la Svizzera (85) e l’Austria (84). Un risultato strabiliante, che conferma la produzione casearia nostrana come indiscussa regina internazionale.

«Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti dalla quarta edizione di Forme - ha dichiarato Francesco Maroni, presidente di Forme e coordinatore di B2Cheese -  al di là dei numeri, quello che le cifre non possono raccontare è il clima di entusiasmo che ha pervaso Bergamo in questi giorni, dove la passione e la collaborazione hanno dimostrato che il sistema lattiero-caseario italiano ha la forza e la qualità per essere un punto di riferimento mondiale e Forme può essere sempre di più il punto d’incontro e condivisione per l’intero settore. In questo senso anche il confronto con realtà d’eccellenza straniere va promosso, e se un formaggio americano merita il successo non deve esserci scandalo. Con lo stesso senso di rispetto però dobbiamo batterci per la tutela a livello istituzionale delle nostre denominazioni d’origine e delle proprietà intellettuali».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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