Greenology, l’arte della cucina a base vegetale,si arricchisce di nuovi contenuti. Il progetto di Bonduelle Food Service, nato con l’obiettivo di promuovere l’alimentazione vegetale nelle cucine professionali, presenta questo mese “Semiotica del menu”, una guida veloce per inserire piatti vegetali in menu, senza segmentare, in modo inclusivo, così da conquistare nuovi pubblici. La ristorazione è sempre più interessata a includere piatti 100% vegetali nel proprio menu, trainata dalla domanda crescente della clientela, che predilige portate senza carne. Le motivazioni di questo trend sono diverse: salutistiche, legate a intolleranze o allergie, o per una scelta etica. A prescindere da quale sia la ragione, avere proposte in grado di accontentare tutti, è una mossa vincente per avere la linea già pronta, semplificare il lavoro in cucina e conquistare nuovi clienti.
Ma come vanno indicate a menu queste pietanze perché siano accattivanti per molti e non segmentanti? A questa domanda risponde
Fabio Asti,
executive chef Bonduelle Food Service dal 2017, anche con un contributo video disponibile sulla piattaforma Greenology. Per sviluppare un menu a base vegetale che non escluda potenziali pubblici, tra chi non segue una dieta vegetariana o vegana, è importante utilizzare una comunicazione inclusiva. Inserire a fianco del nome del piatto la dicitura vegano o vegetariano non sempre è la strategia giusta. Chi non segue un regime alimentare vegano o vegetariano infatti tende spesso ad associarlo a portate povere di gusto e poco sazianti.
Fabio Asti, executive chef Bonduelle Food Service dal 2017
Sulla piattaforma Greenology sono tantissime le ricette 100% vegetali, gustose e colorate, in grado di sfatare queste credenze, grazie anche all’impiego di prodotti innovativi come i nuovi Cereali e Legumi surgelati Minute in 5 referenze, bulgur, orzo, quinoa, lenticchie e ceci, grandi protagonisti della cucina della tradizione così come dei nuovi food trend.
Puntare sulla descrizione dei piatti e sui sapori: il consiglio di Bonduelle Food Service
Cosa fare invece per un menu 100% vegetale, ma inclusivo? Ai termini “vegan” o “vegetariano”, meglio preferire “a base vegetale” o “plant-based” oggi più diffuso e con meno limiti nell’immaginario collettivo. Giocare poi con la provenienza degli ingredienti, per stuzzicare la curiosità e creare nella percezione del consumatore associazioni positive. Bisogna tenere sempre presente che clienti vegani o vegetariani sono abituati a leggere gli ingredienti con attenzione e selezionare quanto è adatto al loro stile di vita, anche se non segnalate da termini o simboli specifici. In generale puntare sulla descrizione dei piatti e sui sapori è sempre una strategia vincente.
Bowl di quinoa, piselli, cavoli misti marinati con prezzemolo, limone e peperoncino
1/3
Insalata di bulgur con peperoni grigliati, fagiolini, tofu affumicato, ananas ed erba cipollina
2/3
Gnocchetti d’orzo mantecati con crema di zucca grigliata, scarola spadellata, uvetta, limone e sesamo tostato
3/3
Previous
Next
Usare quindi termini come dolce, delicato, saporito, aromatizzato e così via. Stesso discorso vale per la consistenza, il colore, la tecnica di cottura impiegata. Per concludere nella costruzione di un menu meglio privilegiare sempre un linguaggio che stuzzichi le sensazioni ed evitare di fare distinzioni tra piatti onnivori e piatti esclusivamente vegetali, lasciando al cliente di essere guidato nella scelta senza pregiudizi.
Bonduelle Italia
Via Trento 1 - 24060 San Paolo d'Argon (Bg)
Tel 035 4252411