Frutto tipicamente dei mesi caldi, colorato, dolce e succoso, molto spesso la susina è impropriamente chiamata col sinonimo di prugna. Si tratta di due specie diverse che appartengono alla famiglia delle Rosaceae: Prunus domestica e Prunus salicina, rispettivamente indicati, comunemente, come “susini europei” e “susini cino-giapponesi”. Originaria dell’Asia, da Damasco, in Siria, deriva la varietà che si chiama damascena o damassina. Conosciute al tempo degli Etruschi, le susine sono diventate uno dei frutti pregiati della cucina dei Romani, citate fra le golosità del banchetto di Trimalcione (“Poi dei salsicciotti a rosolare su una graticola d’argento e sotto la graticola susine di Siria con chicchi di melograno”).
Le proprietà delle susine
Le proprietà benefiche delle susine
Oggi ne esistono più di mille varietà che si differenziano in relazione alla colorazione della buccia, gialla o violacea, e all’epoca in cui avviene la maturazione dei frutti. Una delle più antiche varietà di susino europeo è rappresentata certamente dal gruppo della Regina Claudia, citata da Giorgio Gallesio nella Pomona Italiana, una varietà molto apprezzata già dal 1500. Deve il suo nome alla Regina Claudia, moglie di Francesco I, alla quale fu dedicata. Sapore lievemente acidulo per via della presenza di acido malico, sono saporite, versatili, ipocaloriche, contenendo solo 35 calorie ogni 100 grammi di prodotto. Con notevoli proprietà antiossidanti, lassative, diuretiche per via della presenza di potassio, ricchissime di acqua, rinfrescano, dissetano, sono consigliate soprattutto ai bambini e agli anziani. Il frutto del susino si caratterizza per essere spiccagnolo a polpa consistente e viene sfruttato soprattutto per il consumo fresco.
Quali sono le aree sunisicole più importanti in Italia?
Le aree susinicole più importanti sono Emilia-Romagna, con il 35% dell’intera superficie nazionale, e Campania (23%); seguono Piemonte (6,9%), Lazio (5,8%), Marche (4,5%), Basilicata (4,4%). Fa parte del gruppo delle susine originarie della Siria anche il Ramassin del Saluzzese, Presidio Slow Food. Il frutto, di piccole dimensioni, presenta a maturità un colore blu violaceo e una volta maturo tende a cadere a terra. Il frutto, oltre che per le piccole dimensioni, si differenzia dalle comuni susine per la sua dolcezza e per la sua aromaticità che lo rendono inconfondibile. L’etimologia araba ricorda il luogo di provenienza, alcuni però affermano che in passato erano raccolte quando cadevano a terra con una ramazza e da qui il nome. La coltivazione antichissima sembra risalga alle prime crociate in Terra Santa o alle invasioni saracene dell’entroterra ligure e piemontese. I frutti sono consumati freschi, ma si prestano alla trasformazione in frutta cotta per il consumo immediato. Cotti in tegame o al forno sono un tipico accompagnamento del fritto misto alla piemontese. Dal 2006 sono tutelate dal Consorzio di promozione del Ramassin del Monviso. Altro Presidio Slow Food sono le susine bianche di Monreale, tradizionali della Conca d’Oro, descritte già nell’Hortus Catholicus del 1696 del monaco Francisco Cupani. Sono piccole, a buccia gialla chiara, con due varietà recuperate grazie ad un lavoro di ricerca del dipartimento di Colture arboree dell’Università di Palermo.