Buccia scura, tendente al nero, praticamente senza semi, polpa rosso intenso, ricca di fibra e molto croccante, un grado brix (cioè il contenuto zuccherino) non inferiore a 12, senza dubbio più vivace rispetto al cocomero tradizionale, un peso compreso tra 3 e 5 kg e un buon apporto di sali minerali e vitamine (in particolare A e C). Questo è l’identikit di “Dolce Passione” la nuova anguria, o cocomero che dir si voglia, a buccia scura (nei supermercati si è abituati a quelli a buccia striata), con genetica tutta italiana, che è arrivata sul mercato all’inizio dello scorso mese di maggio, per allietare il consumatore fino al prossimo mese di settembre, nel periodo più caldo dell’anno.
Non è estate senza anguria
Infatti, l’anguria è, per eccellenza, un frutto estivo e i mesi caldissimi di quest’anno sono e continueranno a essere sotto il segno di questo nuovo prodotto, che mancava dal mercato da oltre 30 anni. Non si tratta però di un ritorno al passato ma di una vera e propria novità che presenta speciali caratteristiche organolettiche. Infatti, l’innovativo progetto di ricerca, che ha portato a “Dolce Passione”, ha visto inizialmente coinvolte tre aziende: Lamboseeds di Sant’Agata Bolognese (Bo) impegnata sul fronte della sperimentazione e ricerca avanzata, insieme al mondo della produzione e commercio con Alma Seges di Eboli (Sa) e Ortofrutta Castello di Stanghella (Pd). A questo nucleo originario si è aggiunto recentemente Lorenzini Naturamica di Sermide (Mn) che ha creduto nell’iniziativa.
Piace al mercato
Al Lido degli Estensi, una località balneare sulla costa adriatica, in provincia di Ferrara è stato fatto il “punto della situazione” a tre mesi dal lancio commerciale del prodotto, avvenuto nel corso dell’ultima edizione di Macfrut, che si è svolta a Rimini all’inizio dello scorso mese di maggio. «I primi dati – ha riferito Luciano Trentini, agronomo di lungo corso e consulente di molte aziende - parlano di una produzione buona sia in termini qualitativi e quantitativi. Buona anche la risposta del mercato, per oltre il 90% rivolto a Grande distribuzione organizzata e Mercati generali».
Per l’anno in corso, la produzione di “Dolce Passione” si aggira sui 60mila quintali ottenuti su una superficie complessiva di 100 ettari, dislocati nelle aree più vocate per la produzione del cocomero del territorio italiano, cioè Lazio, Puglia, Sicilia, Lombardia, Campania ed Emilia-Romagna.
«Con questo progetto – ha proseguito Sandro Colombi direttore commerciale di Lamboseeds - siamo partiti circa sette anni fa. L’idea base era quella di rinnovare il parco varietale per rivoluzionare un po’ il mercato e portare qualcosa di nuovo in un segmento già saturo. Dopo numerosi test ed esperimenti è stato creato “Dolce Passione”, un cocomero con la buccia nera sottile, con molta polpa e pochissimi semi. Un prodotto di alta qualità, con pezzatura compresa tra 3 e 5 kg e dove è evidente il mix perfetto tra croccantezza e grado zuccherino. Oggi però vogliamo anche proporre un modo nuovo di consumare questo frutto, non più solo nelle giornate caldissime, per le sue caratteristiche dissetanti e rinfrescanti, ma anche come ingrediente principe in cucina».
“Dolce Passione” in cucina
Infatti, lo chef Mauro Spadoni del Ristorante Bagno Prey del Lido degli Estensi, ha deliziato i presenti con piatti sfiziosi capaci di far venire l’acquolina in bocca. Non è un caso che l’idea di utilizzare il cocomero anche in cucina si sia sviluppata e concretizzata nel territorio ferrarese, area particolarmente vocata nella coltivazione di questa cucurbitacea.
Mauro Spadoni
Spadoni ha esaltato le potenzialità del cocomero a buccia scura ideando un percorso dall’antipasto al dessert perfettamente riuscito. Si è partiti con una sauté di gamberetti con tropea, balsamico e bocconcini di cocomero; come primo un ottimo risotto gorgonzola e cocomero; si è poi passati a degustare una delicata insalatina tiepida di pollo e cocomero e come dessert, per finire in bellezza una mousse di cocomero allo yogurt. Tutto molto gradevole ed interessante e quindi per dirla con le parole di Pablo Neruda, ode alla “rotonda, suprema e celestiale” anguria, “firmamento di freschezza (…), verde, bianca, scarlatta, che si scioglie in cascata, in zucchero, in delizia!”.
Il mercato del cocomero in generale
Infine, due parole sulla produzione del cocomero. Quest’anno gli ettari destinati alla sua coltivazione sono circa 12-13 mila (20 anni fa erano quasi il doppio), a cui corrisponde un prodotto commercializzato di circa 500 mila tonnellate.
Un quantitativo inferiore rispetto agli anni passati. Ciò per effetto delle grandinate che hanno colpito soprattutto alcune aree del nord Italia. A questo bisogna aggiungere l’aumento delle coltivazioni di angurie mini e midi che riducono le produzioni unitarie.
L’andamento climatico ha anche consentito raccolte anticipate ed una campagna di commercializzazione che potrebbe concludersi anticipatamente lasciando poi spazio a produzioni di altri Paesi.