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Pasta e riso, obbligo origine in etichetta Calenda e Martina firmano il decreto

I due Ministri hanno firmato proprio oggi il decreto per l'avvio delle pratiche che dovrebbero portare all'introduzione dell'origine in etichetta di grano, pasta e riso per garantire massima trasparenza al consumatore. Per Martina e Calenda è passo storico anche per affermare l'avanguardia dell'Italia nel cibo

20 luglio 2017 | 15:54
Pasta e riso, obbligo origine in etichetta 
Calenda e Martina firmano il decreto
Pasta e riso, obbligo origine in etichetta 
Calenda e Martina firmano il decreto

Pasta e riso, obbligo origine in etichetta Calenda e Martina firmano il decreto

I due Ministri hanno firmato proprio oggi il decreto per l'avvio delle pratiche che dovrebbero portare all'introduzione dell'origine in etichetta di grano, pasta e riso per garantire massima trasparenza al consumatore. Per Martina e Calenda è passo storico anche per affermare l'avanguardia dell'Italia nel cibo

20 luglio 2017 | 15:54
 

I Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda hanno firmato oggi i due decreti interministeriali per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine del riso e del grano per la pasta in etichetta. I provvedimenti introducono la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari.

Pasta e riso, obbligo origine in etichetta Calenda e Martina firmano il decreto

«È un passo storico - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - che abbiamo deciso di compiere in attesa della piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Puntiamo così a dare massima trasparenza delle informazioni al consumatore, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di due filiere fondamentali per l'agroalimentare Made in Italy. Con questa decisione l'Italia si pone all'avanguardia in Europa sul fronte dell'etichettatura, come chiave di competitività per tutto il sistema italiano. Chiediamo con ancora più forza oggi all'Unione europea di fare scelte coraggiose, di dare ai cittadini e alle aziende risposte concrete. Tanto più davanti alla conclusione di accordi commerciali internazionali che rappresentano un'opportunità da cogliere e che dovranno essere accompagnati da scelte sempre più forti per la trasparenza e la massima informazione in grado di unire al meglio protezione e promozione delle nostre esperienze agroalimentari».

«L'aumento dell’8% delle esportazioni nei primi di cinque mesi del 2017 - ha commentato il Ministro Carlo Calenda - dimostra quanto l’Italia guadagna dall'internazionalizzazione. Per portare più Pmi a internazionalizzarsi dobbiamo concludere accordi commerciali come quello con il Canada  che rimuovono gli ostacoli e le barriere tariffarie. Ma allo stesso tempo dobbiamo tutelare i consumatori e i lavoratori con regole chiare e trasparenza sui prodotti commercializzati. I decreti che abbiamo firmato oggi rispondono proprio a quest’ultima esigenza: garantiscono una scelta consapevole ai consumatori tramite l’obbligo di trasparenza nelle etichette. Puntiamo sulla forza del Made in Italy e sulla qualità delle filiere per poter competere con ancora maggior forza sui mercati globali. Quello di oggi è un grande passo che pone l’Italia all’avanguardia in Europa e rafforza la fiducia nei confronti del sistema produttivo».

Le novità dei decreti

Grano-Pasta

Il decreto grano/pasta in particolare prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:

  • Paese di coltivazione del grano: nome del Paese nel quale il grano viene coltivato;
  • Paese di molitura: nome del paese in cui il grano è stato macinato.

Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue.

Se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: «Italia e altri Paesi Ue e/o non Ue».

Riso

Il provvedimento prevede che sull'etichetta del riso devono essere indicati:

  • Paese di coltivazione del riso;
  • Paese di lavorazione;
  • Paese di confezionamento.

Anche per il riso, se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue.

Origine visibile in etichetta
Le indicazioni sull'origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili. I provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l'adeguamento delle aziende a nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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