Dal Piemonte parte una nuova alba che si contrappone a due cupe ombre che si prospettano dietro l’orizzonte del futuro. La prima è la crisi economica dovuta anche al corona virus, l’altra è l’inesorabile crescita della popolazione che da qui a soli 30 anni esigerà una crescita di richiesta della produzione di carne di ben il 100%. Una soluzione visionaria ma allo stesso tempo estremamente concreta - un progetto economico, umano e sociale - si è alzata durante il convegno “Strumenti di ricerca per uno sviluppo digitale dell’economia elicoidale” promosso dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco presieduto da Simone Sampò e andato in scena questa mattina dalla sede di Confindustria Cuneo - guidata dalla dottoressa Giuliana Cirio che ha fatto gli onori di casa, lanciando un messaggio carico di entusiasmo per questa iniziativa.
Filosofia elicoidale al centro del progetto di Cherasco
La Filosofia Elicoidale è un approccio innovativo, una filosofia di vita appunto e allo stesso tempo una pratica filiera economica che a partire dall’allevamento delle chiocciole (in questo caso secondo il Metodo Cherasco fondato dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura) arriva a creare economia, costruire posti di lavoro per i nostri giovani, rispettare e tutelare l’ambiente attraverso un approccio non solo biologico, ma addirittura simbiotico.
Presente rispettivamente a Cuneo e collegato online il senatore Giorgio Maria Bergesio e Mino Taricco (entrambi membri della Commissione agricoltura), che hanno sottolineato l’importanza delle tradizioni della terra da affiancare allo sviluppo
dell’innovazione tecnologica e digitale. Allo stesso tempo i due politici hanno sottolineato che si sta portando avanti un iter legislativo teso a regolamentare la produzione elicicola.
Il presidente dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura Simone Sampò ha sottolineato come per produrre 1 kg di carne servono circa 16mila litri di acqua, per fare 1 kg di chiocciole ne bastano 500 litri. Chiocciole che, tra l’altro, hanno una ricca dotazione di proteine con appena l’1,4% di grassi. «La chiocciola è straordinaria: i gusci si utilizzano per gli scrub e per soluzioni odontoiatriche in quanto ricche di calcio, la carne e le uova in cucina, la bava per il benessere e la salute. In più, allevate in natura nel pieno rispetto dell’ambiente, consentono un processo non solo circolare, ma addirittura elicoidale da cui far partire quasi 15 settori di business. Oggi grazie agli accordi con le realtà presenti al convegno, alle ricerche che faremo, all’utilizzo intelligente del digitale, amplieremo gli strumenti per portare reddito alle persone. Stiamo pensando, ad esempio, a mappare i terreni in tempo reale, evitando l’errore umano e aumentando la produzione per portare lavoro e benessere sociale. In questa ottica abbiamo già firmato un accordo di collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Piemonte Liguria e Valle d'Aosta guidato da Angelo Ferrari, per gettare le basi per la ricerca e l’applicazione di soluzioni digitali applicate all’elicicoltura e all’Economia Elicoidale e alla sua nuova visione filosofica».
Bartolomeo Biolatti, ordinario di Anatomia Patologica, Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, ha ricordato come «il 60% dei patogeni conosciuti arrivano dagli animali, percentuale che sale al 75% quando parliamo di malattie emergenti. Di ciò abbiamo tanti esempi nel passato e anche attualmente. Un’agricoltura e un allevamento sostenibili, come quello delle chiocciole, sono una soluzione a questa problematica».
«Siamo di fronte a una grande sfida - ha sottolineato
Silvio Barbero, vice presidente Università di Scienze Gastronomiche - perché tutti i modelli alimentari che si sono consolidati negli anni, anche purtroppo grazie alla scienza che ha risolto tanti problemi creandone però anche molti altri - sono modelli che oggi non funzionano più. Sono legati a un concetto estrattivo, mentre oggi sappiamo che le risorse del pianeta non sono infinite. In Italia se parliamo di carni rosse, siamo a una media di 40 kg pro capite, gli Usa consumano più del doppio. Già oggi ci vorrebbero due/tre pianeti se tutti avessero questa media. Le chiocciole sono la soluzione».