Siamo già al caro-tazzina? Ma senza, i bar non ce la farebbero
Per il Codacons è scattato un periodo di aumento dei prezzi: esempio emblematico il caffè, che tocca i 2 euro al banco a Milano. L'Istituto Espresso Italiano ribatte: «A rischio la sopravvivenza dei baristi»
20 maggio 2020 | 16:56
I bar devono riprendersi dopo oltre due mesi di blocco. Alcuni di questi "meccanismi di ripresa" sono un aumento del costo del bicchierino usa e getta non solo seduti al tavolo, ma anche al bancone (a Milano arriva ad addirittura 2 euro). Una botta e risposta sul tema ha visto protagonisti il Codacons prima (che è intervenuto ieri sull'argomento) e l'Istituto Espresso Italiano (oggi).
Più nello specifico. Da una parte il Codacons lancia l'allarme: «Nelle ultime ore si stanno moltiplicando le segnalazioni dei consumatori che denunciano rincari ingiustificati dei prezzi in numerosi settori. Da ieri, in concomitanza con la riapertura degli esercizi commerciali, stiamo ricevendo una raffica di segnalazioni circa incrementi dei listini in tutta Italia». Dall'altra il presidente dell'Istituto Espresso Italiano ribatte: «Inaccettabili le dichiarazioni del Codacons, a rischio la sopravvivenza di molti baristi», aggiungendo inoltre che secondo una recente indagine il consumatore italiano è disposto a pagare di più una tazzina di espresso italiano pur di berlo in sicurezza al bar.
Entriamo nel merito della questione.
Il Codacons ha redatto una classifica dei rincari secondo cui in testa alla classifica dei rincari ci sono i bar, con molti esercenti che hanno ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino. Ad esempio a Milano la classica tazzina consumata al bancone arriva a costare fino 2 euro. A Firenze alcuni locali hanno portato il costo dell’espresso a 1,70 euro, mentre a Roma si arriva a pagare 1,50 euro, contro 1,20 euro di Genova. E in alcune località ci sarebbero "cartelli" fra i bar pe ril caro-caffè.
Aumenti forse spropositati ma non unici, avverte il Codacons. Anche i parrucchieri, in base alle molte segnalazioni giunte al Codacons, hanno aumentato i listini, con rincari in tutta Italia per shampoo, messa in piega, taglio, e altri trattamenti. Seguono gli alimentari, con molti beni di prima necessità che hanno subito negli ultimi giorni sensibili rialzi al dettaglio. «È un vero e proprio scandalo che commercianti ed esercenti scarichino i mancati guadagni e i maggiori costi legati al coronavirus sui consumatori finali – afferma il presidente Carlo Rienzi – Siamo pronti a denunciare in Procura qualsiasi speculazione sui prezzi a danno dei cittadini, ed invitiamo gli italiani a segnalare al Codacons rincari dei listini registrati prezzo bar, ristoranti, parrucchieri ed esercizi vari». Francamente una reazione un po' eccessiva. Magari servirebbe un po' di cautela.
Questo il parere dell'associazione dichiarato ieri, che trova però tutto il dissenso nella replica dell'Istituto Espresso Italiano. Alle parole infatti del presidente Codacons Carlo Rienzi - «È un vero e proprio scandalo che commercianti ed esercenti scarichino i mancati guadagni e i maggiori costi legati al coronavirus sui consumatori finali» - ha risposto il presidente dell'Istituto Luigi Morello: «Rienzi, prima di dire se il caffè è troppo caro dovrebbe informarsi sull'origine del prodotto e sulle condizioni di servizio, visto che in Italia il caffè al banco è storicamente tra i più economici in Europa e il margine sulla tazzina in questi anni si è notevolmente ridotto: parlare di rincari in modo generico è pura demagogia».
La posizione del Codacons, secondo l'Istituto Espresso Italiano, seppur supportata da alcune segnalazioni, non trova conferma su base generale: proprio in un sondaggio condotto dall'agenzia internazionale YouGov a inizio maggio ha evidenziato la volontà degli italiani di premiare con un prezzo maggiore i baristi che investiranno in qualità migliore e applicheranno con zelo le norme di sicurezza.
Il prezzo di un espresso in Italia (giusto per fare chiarezza su quanto ha detto Morello) è tra i più bassi in Europa. In Nord Europa si va da 2,36 a 3,00 euro, in Austria e in Germania tra 1,75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50 e in Grecia e in Romania 1,30.
Più nello specifico. Da una parte il Codacons lancia l'allarme: «Nelle ultime ore si stanno moltiplicando le segnalazioni dei consumatori che denunciano rincari ingiustificati dei prezzi in numerosi settori. Da ieri, in concomitanza con la riapertura degli esercizi commerciali, stiamo ricevendo una raffica di segnalazioni circa incrementi dei listini in tutta Italia». Dall'altra il presidente dell'Istituto Espresso Italiano ribatte: «Inaccettabili le dichiarazioni del Codacons, a rischio la sopravvivenza di molti baristi», aggiungendo inoltre che secondo una recente indagine il consumatore italiano è disposto a pagare di più una tazzina di espresso italiano pur di berlo in sicurezza al bar.
Entriamo nel merito della questione.
Il Codacons ha redatto una classifica dei rincari secondo cui in testa alla classifica dei rincari ci sono i bar, con molti esercenti che hanno ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino. Ad esempio a Milano la classica tazzina consumata al bancone arriva a costare fino 2 euro. A Firenze alcuni locali hanno portato il costo dell’espresso a 1,70 euro, mentre a Roma si arriva a pagare 1,50 euro, contro 1,20 euro di Genova. E in alcune località ci sarebbero "cartelli" fra i bar pe ril caro-caffè.
Aumenti forse spropositati ma non unici, avverte il Codacons. Anche i parrucchieri, in base alle molte segnalazioni giunte al Codacons, hanno aumentato i listini, con rincari in tutta Italia per shampoo, messa in piega, taglio, e altri trattamenti. Seguono gli alimentari, con molti beni di prima necessità che hanno subito negli ultimi giorni sensibili rialzi al dettaglio. «È un vero e proprio scandalo che commercianti ed esercenti scarichino i mancati guadagni e i maggiori costi legati al coronavirus sui consumatori finali – afferma il presidente Carlo Rienzi – Siamo pronti a denunciare in Procura qualsiasi speculazione sui prezzi a danno dei cittadini, ed invitiamo gli italiani a segnalare al Codacons rincari dei listini registrati prezzo bar, ristoranti, parrucchieri ed esercizi vari». Francamente una reazione un po' eccessiva. Magari servirebbe un po' di cautela.
Questo il parere dell'associazione dichiarato ieri, che trova però tutto il dissenso nella replica dell'Istituto Espresso Italiano. Alle parole infatti del presidente Codacons Carlo Rienzi - «È un vero e proprio scandalo che commercianti ed esercenti scarichino i mancati guadagni e i maggiori costi legati al coronavirus sui consumatori finali» - ha risposto il presidente dell'Istituto Luigi Morello: «Rienzi, prima di dire se il caffè è troppo caro dovrebbe informarsi sull'origine del prodotto e sulle condizioni di servizio, visto che in Italia il caffè al banco è storicamente tra i più economici in Europa e il margine sulla tazzina in questi anni si è notevolmente ridotto: parlare di rincari in modo generico è pura demagogia».
Carlo Rienzi e Luigi Morello
«Il problema essenziale è che con un prezzo che non garantisce margini adeguati, blocchiamo anche lo sviluppo del settore - ha proseguito Morello - Essenzialmente il barista non ha risorse da investire per innovare la propria attività, per formare se stesso e i collaboratori, per fornire un servizio ancora migliore al cliente».La posizione del Codacons, secondo l'Istituto Espresso Italiano, seppur supportata da alcune segnalazioni, non trova conferma su base generale: proprio in un sondaggio condotto dall'agenzia internazionale YouGov a inizio maggio ha evidenziato la volontà degli italiani di premiare con un prezzo maggiore i baristi che investiranno in qualità migliore e applicheranno con zelo le norme di sicurezza.
Il prezzo di un espresso in Italia (giusto per fare chiarezza su quanto ha detto Morello) è tra i più bassi in Europa. In Nord Europa si va da 2,36 a 3,00 euro, in Austria e in Germania tra 1,75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50 e in Grecia e in Romania 1,30.
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Alberto Lupini
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