Parmigiano Reggiano, il 2021 parte bene: vendite in aumento
Il Consorzio di Tutela ha presentato il bilancio dei primi quattro mesi dell'anno: +12% di vendite a volume per un totale di 8.627 tonnellate. Bertinelli: «Ora sosteniamo il rilancio dei ristoranti»
13 maggio 2021 | 18:35
Primo trimestre con crescita a doppia cifra per il Consorzio Parmigiano Reggiano che chiude con un +12% di vendite a volume rispetto al periodo pre-pandemia: 8.627 tonnellate contro le 7.704 del 2019; più contenuta la crescita per gli altri formaggi stagionati a pasta dura che si fermano al +5%.
Nonostante ciò, il Parmigiano Reggiano ha confermato il suo valore sul mercato. A partire dal prezzo. Il 2021, infatti, ha fatto registrare un andamento positivo e stabile: da gennaio, la quotazione del Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore si attesta intorno ai 10,50 €/kg contro i 7,99 €/kg di un anno fa.
L’obiettivo della partnership con Identità Golose è proprio risollevare la quota di mercato del settore Horeca, che nel 2020 ha potuto assorbire solo il 4% del Parmigiano Reggiano in commercio, attraverso progetti di formazione ed educazione con ristoranti e tutte le altre attività del “fuori casa”. Un vero e proprio patto per la ripartenza, fondato sulla trasparenza e sull’utilizzo di prodotti di qualità a Indicazione Geografica.
In una recente analisi di mercato che il Consorzio ha commissionato a Ipsos, è risultato che il 90% dei consumatori vorrebbe che nella descrizione del piatto nel menu fosse indicao il tipo/la marca di formaggio utilizzato; il 91% vorrebbe conoscere queste informazioni anche per il formaggio utilizzato per condire o guarnire i primi piatti. Il 77% degli oltre novecento intervistati si è detto favorevole alla possibilità di grattugiare il formaggio direttamente al tavolo mentre il 56% ha affermato che il formaggio che non può mancare sulla tavola sia proprio il Parmigiano Reggiano.
Performance positive nonostante Covid, Brexit, dazi e Italian sounding
Un risultato considerato straordinario dal Consorzio visto il periodo eccezionale che stiamo vivendo segnato dall'impatto della pandemia Covid sull'economia e le abitudini di acquisto e consumo dei clienti. Situazione aggravata anche dalle vicissitudini estere come Brexit e dazi Usa (al momento sospesi ma non revocati) che hanno provocato non pochi danni all'indotto costretto a riadattarsi velocemente ai diversi contesti. Mentre rimane ferma la battaglia all'Italian sounding che alimenta un mercato parallelo da due miliardi di euro.Nonostante ciò, il Parmigiano Reggiano ha confermato il suo valore sul mercato. A partire dal prezzo. Il 2021, infatti, ha fatto registrare un andamento positivo e stabile: da gennaio, la quotazione del Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore si attesta intorno ai 10,50 €/kg contro i 7,99 €/kg di un anno fa.
Azioni a sostegno dei ristoratori
Numeri che fanno guardare con fiducia all'ormai prossima ripresa del canale Horeca, dove i ristoranti sono almeno tornati ad accogliere i clienti all'aperto a pranzo e a cena in zona gialla. «Il primo passo concreto in questa direzione è stato un accordo con la realtà congressuale di Identità Golose, vogliamo essere vicini ai ristoratori italiani e dimostrare come Parmigiano Reggiano è un alleato per riuscire non solo a offrire piatti ancora più buoni, ancora più sani, ma anche piatti con un "racconto". Pensiamo che la valorizzazione di un piatto attraverso prodotti come Parmigiano Reggiano sia un aiuto anche per i ristoratori», ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio di Tutela.L’obiettivo della partnership con Identità Golose è proprio risollevare la quota di mercato del settore Horeca, che nel 2020 ha potuto assorbire solo il 4% del Parmigiano Reggiano in commercio, attraverso progetti di formazione ed educazione con ristoranti e tutte le altre attività del “fuori casa”. Un vero e proprio patto per la ripartenza, fondato sulla trasparenza e sull’utilizzo di prodotti di qualità a Indicazione Geografica.
Bertinelli: «I consumatori ci chiedono sempre più chiarezza»
«Il Parmigiano Reggiano sarà al fianco dei ristoranti - ha continuato Bertinelli - per soddisfare la richiesta dei tanti consumatori che, in virtù di una nuova sensibilità, esigono trasparenza e chiarezza su ciò che viene servito e gli ingredienti utilizzati. Vogliamo evidenziare sempre di più che indicare il nome del formaggio che viene usato come ingrediente, per guarnire un piatto oppure semplicemente quello presente nella formaggiera, non solo soddisfa la curiosità del consumatore, rendendolo più contento, ma può anche valorizzare la portata e l’esperienza nel suo complesso».In una recente analisi di mercato che il Consorzio ha commissionato a Ipsos, è risultato che il 90% dei consumatori vorrebbe che nella descrizione del piatto nel menu fosse indicao il tipo/la marca di formaggio utilizzato; il 91% vorrebbe conoscere queste informazioni anche per il formaggio utilizzato per condire o guarnire i primi piatti. Il 77% degli oltre novecento intervistati si è detto favorevole alla possibilità di grattugiare il formaggio direttamente al tavolo mentre il 56% ha affermato che il formaggio che non può mancare sulla tavola sia proprio il Parmigiano Reggiano.
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