Nzatu lancia il caffè Njuki: dall’Uganda a Parma, filiera etica e sostenibile
La startup di sorelle dello Zambia promuove pratiche agricole che generano un’economia sostenibile in Africa. Parte la commercializzazione del caffè Njuki, coltivato in Uganda e torrefatto da Artcafè a Parma
L’agricoltura rigenerativa è una pratica agricola che punta a produrre senza impoverire i suoli, diminuendo le emissioni in atmosfera e l’impatto sulla biodiversità sempre più in pericolo. In questo solco del “fare meglio con meno” opera Nzatu, una startup nata per promuovere produzioni agricole, derivanti da pratiche rigenerative, capaci di sviluppare un’economia economicamente sostenibile ed una redditività soddisfacente e di lungo periodo per le comunità locali.
Nzatu: una storia di sostenibilità e di food quality
Il progetto imprenditoriale è nato da un’idea di due sorelle zambiane, Gwen Jones e Denise Jones Madiro che hanno deciso di chiamare la loro “creatura” Nzatu, che in lingua locale significa “nostro”. Ciò per rimarcare che ogni aspetto dell’iniziativa appartiene ed è condivisa con i partner ed il territorio.
Denise rimasta in Africa oggi vive tra lo Zambia e il Sud Africa mentre Gwen, imprenditrice, si è trasferita in Texas oltre venti anni fa, dedicandosi al “food safety” e diventando advisor nella World Food Bank.
Oltre alle due sorelle Jones tra i soci fondatori di “Nzatu” figurano anche due italiani Andrea Chiesi e Michele Sofisti, da tempo attivi in progetti di conservazione della fauna selvatica. Il quinto fondatore è Prithvi Naik un giovane climate economist originario dell’India e da anni residente a Berna.
Nzatu: opera in 15 Paesi dell’Africa sub-sahariana
Attualmente la società - con sede in Svizzera e due uffici locali, in Zambia e Sud Africa, gestiti da Denise Jones Madiro - opera in 15 Paesi dell’Africa sub-sahariana, con iniziative mirate a contrastare la deforestazione ed il bracconaggio di sussistenza. Allo stesso tempo aiuta le comunità a crescere nel rispetto dell’habitat naturale e della biodiversità.
Inoltre, promuove l’agroforesteria e quello che si chiama intercropping, cioè la coltivazione contemporanea di piante di specie diverse sullo stesso appezzamento di terreno, per sviluppare a “tutto tondo” pratiche di agricoltura rigenerativa.
Poi porta avanti attività di formazione e sostegno alle piccole e medie imprese che si occupano di produzione di miele e chicchi di caffè. Infatti, i prodotti che tratta sono principalmente miele, caffè, e cereali antichi quali sorbo e fonio. Nell’offerta rigenerativa di Nzatu anche buoni quantitativi di cacao in arrivo da Ghana, Camerun, Costa d’Avorio e Nigeria. Altri progetti sono in sviluppo in Zimbabwe e Uganda assieme a Great Plains Foundation e La Earth Organisation per la protezione del wildlife.
«Il progetto Nzatu - ricorda Michele Sofisti Ceo di Nzatu Europe - è nato diversi anni fa in Zambia da Gwen Jones e Denise Jones Madiro. L’obiettivo delle due sorelle è stato fin da subito quello di creare un reddito stabile per le migliaia di famiglie contadine con piccoli appezzamenti di terra sul tipo dei coltivatori diretti italiani. Si è partiti con l’apicoltura a cui si sono aggiunti il caffè ed il cacao ed adesso anche i cereali antichi, quali sorbo e fonio, che stanno salendo nelle preferenze dei consumatori».
«La nostra idea - prosegue il Ceo Sofisti - è quella dell’agricoltura rigenerativa, senza utilizzo di fertilizzanti e pesticidi e lontana anni luce dall’agricoltura chimica che ha impoverito i suoli cancellando di fatto il 40% di quelli produttivi. In cantiere ci sono tanti progetti. Quello più interessante si sta concretizzando in Zambia, dove avremo in concessione, per un numero di anni abbastanza lungo, circa 7 mila ettari di terreno dove faremo una piantagione di Moringa oleifera, una pianta anche conosciuta come “albero miracoloso” per le innumerevoli proprietà benefiche. La piantagione, arricchita da apiari e leguminose tra i filari, sarebbe potenzialmente pronta per i biodiversity credits e carbon credits, ovviamente da condividere con i contadini locali che collaborano al progetto. Poi siamo in contatto con un aggregatore che lavora sulle coste della Tanzania nella raccolta delle alghe da utilizzare come fertilizzante naturale».
Caffè biologico Njuki: prodotto in Uganda e tostato a Parma
Il primo prodotto in fase di lancio sul mercato è il caffè biologico Njuki. Di qualità arabica dell’Uganda è tostato a Parma da Artcafè, uno storico marchio della torrefazione parmigiana, fondato nel 1994 da Luca Montagna grande appassionato di caffè ed attuale presidente della società. La sua lunga esperienza di torrefattore appassionato e visionario è stata premiata dall’International Coffee Tasting con la Platinum Medal 2023, il massimo riconoscimento alla qualità nella categoria Espresso Blend.
«Artcafè - spiega Luca Montagna - si basa su valori come la qualità, l'eccellenza e la cura artigianale. Sono 40 anni che tosto il caffè a Parma. Prima con una azienda locale e poi con il mio marchio ed il mio prodotto perché mi ero talmente addentrato nel meraviglioso mondo del caffè che mi sono sentito di iniziare un percorso mio. Ho creato tutto da zero ed oggi posso dire con soddisfazione che i risultati sono più che soddisfacenti. L’anno scorso abbiamo prodotto oltre 200 mila chilogrammi di caffè e stiamo continuando a crescere. Mi considero un ricercatore dell’eccellenza ed i grani di caffè sono controllati dalla singola pianta, fino al processo di accurata tostatura. Proprio per questo ho immediatamente riconosciuto nel progetto di Nzatu qualcosa di affine alla nostra filosofia. Con il caffè Njuki, stiamo presentando un prodotto che non solo rispetta questi standard, ma incarna anche un modello di business sostenibile e responsabile».
«In qualità di torrefattore – conclude Montagna - so bene quanto sia importante il controllo su tutta la filiera produttiva. Ecco perché la nostra partnership con Nzatu ha un valore speciale: condividiamo l’impegno per la qualità del prodotto, ma anche per la sostenibilità sociale e ambientale».
Commercializzazione del caffè Njuki con Artcafè e Urban Afrique
Artcafè curerà la distribuzione del caffè Njuki in Europa. Della commercializzazione in Nord America si occuperà Urban Afrique, una piattaforma di distribuzione online con sede ad Atlanta. mentre Nzatu seguirà direttamente le vendite in Asia. Il caffè è proposto sia in grani e sia macinato in confezioni da 250 grammi. Sono inoltre disponibili anche le bustine ad infusione.
Njuki nelle varie lingue locali significa miele. Ed infatti le coltivazioni hanno il duplice scopo, di fornire il caffè nei periodi di raccolta e di favorire l’apicoltura nei periodi di ripresa vegetativa della pianta da caffè così da garantire un supporto economico alle comunità in ogni periodo.
Tracciabilità e certificazioni dei prodotti Nzatu
La società, attraverso i suoi partner tecnici, garantisce la tracciabilità “end-to-end”, cioè da estremo ad estremo, degli alimenti e degli impollinatori. Viene inoltre valutato il rispetto degli impegni sul clima e sugli obiettivi di sostenibilità. Inoltre, viene controllata l’impronta di carbonio ed il relativo assorbimento lungo l’intera filiera.
«Il progetto Nzatu - conclude Andrea Chiesi cofondatore della società - nasce con l'intento di avere un impatto significativo nel mondo. Dopo anni di missioni di conservazione in territorio africano credo che il vero risultato si possa ottenere collaborando sostenibilmente con le comunità locali, creando opportunità economiche e sociali in loco. Il nostro scopo è quello di collegare i produttori africani con i compratori in occidente ed in Asia, garantendo qualità, tracciabilità ed un equo compenso. In questo modo si può creare un impatto concreto e durevole».
Nzatu Europe SA
Chemin du Pontet 2 – Colombier (Ch)
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