Il maltempo ha dimezzato il raccolto di ciliegie in Italia
Il maltempo che ha colpito nelle scorse settimane gran parte dell’Italia ha distrutto oltre il 50% delle prime ciliegie in raccolta nelle principali regioni produttrici, dalla Puglia all’Emilia Romagna fino al Veneto
21 maggio 2019 | 15:42
La ciliegia è il primo frutto della stagione ad essere colpito da questa primavera anomala, che promette altre precipitazioni già a partire dalla giornata di giovedì.
A rivelarlo è la Coldiretti: «Pioggia e grandine - si legge in una nota - si sono abbattuti sui frutteti proprio all’inizio della raccolta che scatta prima in Puglia e Campania per poi estendersi in Emilia e in Veneto. Una situazione che mette a rischio quest’anno il primato europeo nella produzione con circa 110 milioni di chili all’anno, davanti alla Spagna. Il maltempo rischia in realtà di compromettere la disponibilità delle altre varietà di frutta con danni che si estendono dalle fragole nei campi allagati della Romagna alle albicocche fino alle pere in Emilia e Veneto per la caduta dei frutti dagli alberi».
Il risultato è un calo atteso dell’offerta di prodotti con effetti sulla spesa che deve fare i conti con la variabilità delle quotazioni. «In queste condizioni - sostiene la Coldiretti - è importante aumentare le attività di controllo per evitare che vengano spacciati per made in Italy prodotti importati».
A rivelarlo è la Coldiretti: «Pioggia e grandine - si legge in una nota - si sono abbattuti sui frutteti proprio all’inizio della raccolta che scatta prima in Puglia e Campania per poi estendersi in Emilia e in Veneto. Una situazione che mette a rischio quest’anno il primato europeo nella produzione con circa 110 milioni di chili all’anno, davanti alla Spagna. Il maltempo rischia in realtà di compromettere la disponibilità delle altre varietà di frutta con danni che si estendono dalle fragole nei campi allagati della Romagna alle albicocche fino alle pere in Emilia e Veneto per la caduta dei frutti dagli alberi».
Il risultato è un calo atteso dell’offerta di prodotti con effetti sulla spesa che deve fare i conti con la variabilità delle quotazioni. «In queste condizioni - sostiene la Coldiretti - è importante aumentare le attività di controllo per evitare che vengano spacciati per made in Italy prodotti importati».
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Alberto Lupini
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