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Il futuro inizia dal chicco Il caffè secondo Christina Meinl

La responsabile dell’Innovazione della torrefazione attiva da quasi 160 anni e presidente della Specialty coffee association analizza il mercato, le tendenze in divenire e le soluzioni per un percorso strategico ed etico.

 
14 dicembre 2020 | 07:40

Il futuro inizia dal chicco Il caffè secondo Christina Meinl

La responsabile dell’Innovazione della torrefazione attiva da quasi 160 anni e presidente della Specialty coffee association analizza il mercato, le tendenze in divenire e le soluzioni per un percorso strategico ed etico.

14 dicembre 2020 | 07:40
 

Cultura del caffè, innovazione di prodotto, attenzione alla sostenibilità: capisaldi imprescindibili da quasi 160 anni per Julius Meinl, storica torrefazione austriaca con cuore produttivo in Italia, e per una delle eredi della famiglia Meinl, Christina, oggi responsabile dell’Innovazione del Gruppo Julius Meinl e presidente della Specialty coffee association (Sca). Un percorso professionale unico nel suo genere, quello di Christina Meinl, iniziato come microbiologa clinica tropicale e come medico in Inghilterra, Tanzania e Austria.

Il futuro inizia dal chicco Il caffè secondo Christina Meinl

Christina Meinl

Ma sono state poi la passione e l’entusiasmo per il mondo del caffè a portarla a entrare a far parte del team di Julius Meinl nel 2010, guidando il team che si occupa di innovazione. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, Christina Meinl ci ha offerto uno sguardo sul presente e il futuro del mondo del caffè: un futuro nel quale tante cose cambieranno, ma la passione per il caffè, in tutte le sue forme, continuerà.

Julius Meinl, un’azienda di famiglia da generazioni. Quanto la lunga tradizione alle spalle è stata uno stimolo a continuare questo percorso?
Moltissimo. In quasi 160 anni di storia, Julius Meinl è diventato sinonimo di caffè di altissima qualità e servizio su misura per i partner del settore Horeca. Come membro della quinta generazione della famiglia Meinl, sento la responsabilità di sostenere il lavoro di squadra e la crescita dell'azienda e di accrescere l’expertise del marchio Julius Meinl nel settore del caffè.

Professionalmente nasce come medico. Questo tipo di formazione ha un riflesso nell’ambito delle sue scelte aziendali?
Credo che il mio background biotecnologico e di microbiologia medica mi abbia lasciato in eredità un po’ di “scienza” e un po’ di “arte”. Lo scienziato che è in me vuole dare allo sviluppo di prodotto un approccio basato sui fatti, sulle analisi e sui dati. Ma l'amante del caffè che è in me sa che la cultura del caffè va oltre la tazzina: è uno stile di vita. Dobbiamo capire quali sono i driver che spingono gli amanti del caffè: dalle passioni, come i viaggi e la poesia, a nuovi comportamenti, come la vita sostenibile.

La situazione sanitaria globale è sotto gli occhi di tutti. Come sta reagendo la filiera del caffè nel contrastare gli effetti della pandemia?
L’intera filiera del caffè sta avvertendo l'impatto di Covid-19 a tutti i livelli. Abbiamo ricevuto segnalazioni da aziende agricole che faticano a trovare manodopera per la raccolta del caffè, ma anche di navi che non possono attraccare nei porti principali. Le sfide continuano fino all’ultimo passaggio della filiera, con in particolare le caffetterie ancora in sofferenza o bloccate a causa delle misure preventive. Il settore ha dovuto reagire rapidamente, modificando la propria offerta nei confronti dei clienti per trovare velocemente un modo di fronteggiare questa nuova normalità e i lockdown, concentrandosi ad esempio su asporto e delivery. Durante il lockdown abbiamo cercato di rendere il passaggio alla nuova normalità per i nostri clienti il più facile possibile. Un esempio è il nostro programma "Safer Coffee Preparation", certificato da ASIC-Austrian Society of Infection Control che suggerisce le migliori modalità per garantire il massimo livello di sicurezza e igiene nei locali. Per preparare i nostri partner alla riapertura dei locali, abbiamo poi sviluppato i nostri nuovi prodotti Coffee TO GO, come le tazze da asporto biodegradabili, continuando i nostri sforzi per operare nel modo più sostenibile possibile. Abbiamo inoltre comunicato molto con i nostri partner soprattutto attraverso i nostri canali social, fornendo suggerimenti utili su diversi temi, dalla cura delle macchine da caffè alle misure per garantire la salute e la sicurezza del personale.

Come ha interpretato i valori di Sca in questo anno così difficile?
I miei ruoli sia in Julius Meinl che in SCA richiedono da sempre flessibilità, profonda comprensione delle esigenze del settore e capacità di adattare le modalità di consegna, ma questo è stato accentuato dal Covid-19. In entrambi i ruoli prendere decisioni molto velocemente e il lavoro di squadra sono diventati più importanti che mai.

Il futuro inizia dal chicco Il caffè secondo Christina Meinl
Julius Meinl si colloca tra i primi 3 marchi di caffè premium in oltre 40 Paesi ed è leader di mercato in Austria, Russia e Dubai

Che significato ha per lei il ruolo di Head of Innovations e come si è tradotta nella realtà questa carica operativa che guarda al futuro?
Insieme al mio team, mi tengo al passo con le ultime tendenze, penso a nuove idee e fornisco all'azienda soluzioni per il futuro. Il nostro obiettivo attuale è lo sviluppo di prodotti sostenibili, in particolare materiali compostabili e concept legati al zero-waste. Sono orgogliosa del fatto che in Julius Meinl si continui a spingere sul fronte dell'innovazione, per fare in modo che i nostri partner possano offrire la migliore esperienza di caffè possibile ai loro clienti. Per noi, questo inizia fin dal chicco di caffè. Nel 2017 abbiamo potenziato il mercato del caffè artigianale con Julius Meinl The Originals. I nostri clienti Horeca ricevono i chicchi di caffè più pregiati: un mix di monorigini stagionali di qualità speciale e miscele di caffè espresso provenienti da piccoli produttori di caffè in tutto il mondo. Come parte del concept The Originals, i nostri clienti hanno anche ricevuto una macchina La Marzocco all'avanguardia, ideale per fornire un caffè di qualità anche agli appassionati di caffè più esigenti.
Continuiamo inoltre a innovare il nostro 1862 Premium. La nuova generazione 1862 ha fuso tecnologia e design all'avanguardia per i clienti Horeca per garantire un'esperienza di gusto unica e premium in ogni singola tazza servita. La macchina è dotata di un tamper automatico, una macchina per caffè espresso super premium di Cimbali e un macinino high-tech con riconoscimento del portafiltro. All'inizio dell'anno, il famoso designer Matteo Thun ha creato un'esclusiva linea di tazze 1862 rendendo immediatamente riconoscibile questo nuovo concept in qualsiasi locale.
Inoltre abbiamo lanciato il Colombian Heritage Project, parte del nostro programma di CSR - Corporate Social Responsibility per sostenere gli agricoltori colombiani in 50 aziende agricole nella regione di Tolima, aiutando ad aumentare la loro efficienza produttiva, attraverso formazione, impianti di essiccazione del caffè e aiuti per ottenere la certificazione Utz (programma di certificazione mondiale che definisce standard per una produzione agricola responsabile e l'approvvigionamento di caffè, cacao e tè, ndr).

Quali sono gli obiettivi strategici di Julius Meinl nel medio periodo?
La strategia che stiamo attuando a livello globale è molto chiara: abbiamo posizionato la nostra azienda come il marchio premium numero 1 nel settore Horeca. Questa strategia è supportata da un brand unico, da un’espansione a livello globale, oltre alla nostra spinta verso l’innovazione e la qualità del servizio.

Vuole analizzare i punti di forza di Julius Meinl?
Julius Meinl è un'azienda familiare austriaca di successo internazionale e da quasi 160 anni è l'ambasciatore globale della cultura dei caffè di Vienna, il cui successo si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di alta qualità e un eccellente servizio clienti. Caffè, ristoranti e hotel in più di 70 Paesi si affidano alla qualità del caffè e del tè Julius Meinl. L'azienda si colloca già tra i primi 3 marchi di caffè premium in oltre 40 Paesi, è leader di mercato in Austria, Russia, Dubai e si colloca al settimo posto nel canale Horeca italiano (fonte: Cerved 2020).

Il futuro inizia dal chicco Il caffè secondo Christina Meinl
Miscele Colombian Heritage Project, parte del programma per sostenere gli agricoltori colombiani

Un bravo barista sa esaltare una miscela, uno disattento può vanificare un lungo e impegnativo lavoro a monte. La formazione è ormai un anello fondamentale della filiera. Come procedete in questo settore?

La formazione è per noi un aspetto fondamentale: da questa può dipendere non solo il risultato in tazza, ma soprattutto la soddisfazione del consumatore finale, che lo porterà a scegliere nuovamente un locale - e un tipo di caffè - rispetto a un altro. Per questo in Julius Meinl investiamo molto per fare in modo che i nostri clienti siano sempre aggiornati e al passo con le innovazioni tecnologiche e di prodotto, organizzando training dedicati. Su questo aspetto abbiamo intenzione di investire molto anche in futuro, creando progetti sempre nuovi volti a garantire la migliore formazione possibile.

Caffè, poesia e cultura: gli ingredienti dello stile Meinl?
Questo è il mix che ci ha resi famosi nel mondo e non vogliamo affatto abbandonarlo! Allo stesso tempo, però, siamo sempre alla ricerca di elementi di rinnovamento, che ci consentano di stare sempre al passo con i tempi e con le tendenze. Tutto questo mantenendo i nostri capisaldi, la qualità e l’attenzione nei confronti dei nostri clienti, che ci seguono con passione da anni proprio per questo.

Quanto conta la sostenibilità per Julius Meinl?
Un approccio orientato alla sostenibilità è radicato nella nostra azienda. La nostra missione è quindi più attuale che mai: “Vogliamo rendere il mondo un posto migliore per noi e per le generazioni future, facendo piccoli ma significativi passi”. Il nostro obiettivo è agire dove possiamo avere l'impatto più diretto, a partire dai nostri impianti di produzione di torrefazione del caffè, e dove possiamo influenzare maggiormente la filiera. Ad esempio, riutilizziamo le bucce dei semi di chicchi di caffè verde provenienti dal processo di tostatura, che vengono pressate in pellet e utilizzate per produrre energia termica. O usiamo il calore di scarto derivante delle macchine per la tostatura per riscaldare o raffreddare gli uffici, risparmiando 1.050 tonnellate di CO2 all'anno. Stiamo anche studiando alcune pratiche da applicare nelle regioni della "cintura del caffè", dove acquistiamo i nostri chicchi, sulla scia di quanto fatto per il Colombian Heritage Project.

Per informazioni: www.meinl.it


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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