Alla tradizione e alla cultura che custodisce, all’energia che regala, al sapore unico che sa dare ad ogni momento della nostra giornata. Ma anche a chi lo produce, a chi ne è appassionato, a chi lo prepara per gli altri come gesto di accoglienza. Ogni anno, in ogni paese, il 1° ottobre si celebra la Giornata Internazionale del Caffè, dedicata a questo speciale prodotto e a tutto il mondo che lo circonda.
In Italia più di 800 torrefattori
In Italia ci sono circa 800 torrefattori presenti, per un fatturato globale di circa 4 miliardi: numeri che dimostrano quanto il caffè - l’espresso in particolare - sia per noi un patrimonio culturale unico. Il 60% del prodotto torrefatto in Italia viene esportato. Di questa percentuale, il 60% è destinato alla comunità europea e il 40% ai paesi extra-europei. I torrefattori italiani, grazie all’invenzione delle miscele specifiche dell’espresso, sono riconosciuti a livello internazionale, fama che condividono anche i produttori di macchine per l’espresso. La continua ricerca della qualità e della massima tecnologia nelle attrezzature per la produzione ha reso il caffè italiano un vero prodotto d’eccellenza.
Consumo ed esportazioni in forte aumento
Le esportazioni di caffè, secondo gli ultimi dati ISTAT, sono in aumento del 13% (5,6 milioni di sacchi), insieme ai consumi apparenti, cresciuti del 4,2%. Inoltre, i dati elaborati dal Comitato italiano del caffè per il periodo gennaio/dicembre 2021 evidenziano un +9,2% del caffè trasformato in Italia (10,1 milioni di sacchi) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Una crescita tangibile, nonostante l’ormai noto scenario economico nazionale, che si riflette sull’intera filiera e diffonde incertezza e preoccupazione in tutti i comparti.
Il caffè un piacere della vita per gli italiani
Sono 7 su 10 gli italiani che considerano il caffè uno dei piaceri della vita e più di 9 su 10 quelli che si definiscono bevitori abituali. Questa è la fotografia che risulta da un’analisi di AstraRicerche commissionata dal Consorzio Promozione Caffè, che racconta il rapporto degli italiani con la tazzina. E se sono svariati i modi per prepararlo e i luoghi dove ognuno preferisce gustarlo, su una cosa gli Italiani sono tutti d’accordo: oltre il 64% continuerà a berlo anche in futuro e addirittura uno su quattro aumenterà i propri consumi. E non solo per il suo sapore unico, bensì per tutte le sensazioni, i valori associati ad esso e per le molteplici e riconosciute proprietà associate alla bevanda.
Fondamentale capire la filiera che lo porta sulla nostra tavola
«Il ruolo del caffè è molto importante per gli italiani, oserei dire che è un prodotto insostituibile: è parte della nostra cultura, già da giovanissimi lo conosciamo prima ancora di iniziare a consumarlo perché è presente in ogni casa - spiega Moreno Faina, direttore dell'Università del Caffè Illy di Trieste -. Stiamo parlando di un prodotto stimolante, per questo dobbiamo cercare sempre dei punti di riferimento in termini di qualità: il caffè dev’essere un’esperienza bella. E oggi deve avere una qualità sostenibile: non dev’essere solo buono, deve essere anche giusto. Per questo è fondamentale capire la filiera che lo porta sulla nostra tavola».
La qualità c’è, va solo cercata
Ma quando si parla di caffè bisogna prestare la massima attenzione, perché - ahinoi - non sempre a casa ma anche nei bar beviamo un prodotto di grande qualità. Anzi, molto spesso capita che nella tazzina ci finisca qualcosa di imperfetto che verrà poi bevuto nella totale inconsapevolezza: «In Italia - spiega ancora Faina - ci sono 800 torrefattori che hanno un ruolo cruciale, quello di portare la qualità del caffè in ogni tazzina. Ci sono caffè validissimi, eccellenze vere e proprie. Ma c’è anche chi non segue l’iter migliore e produce qualcosa di scarsa qualità: purtroppo ultimamente questi cattivi esempi non sono più cosa rara. Eppure non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio: al consumatore dobbiamo dire che la qualità c’è e va ricercata».
L’importanza dell’educazione al buon caffè
«All’università del caffè cerchiamo di trasmettere i concetti qualitativi al ristoratore, ma anche la voglia di divulgare. Nei nostri corsi - continua il direttore - scopriamo nei consumatori la carenza nell’educazione: non tutti sanno quello che bevono. E allora qui deve entrare in scena chi ne sa: è importantissimo che l’educazione al buon caffè venga fatta ogni giorno. Come? L’effetto più dirompente è quello legato alla prova: provare un buon caffè aiuta poi a distinguere quelli di scarsa qualità. E quando un caffè è di qualità si trovano dei sapori, dei gusti e dei profumi che sono straordinari. Ma solo bevendo un caffè buono si può avere il giusto parametro per poi scovare quello cattivo. E lo ripeto, i caffè buoni ci sono, vanno solo cercati».
La tazzina rovesciata: un messaggio concreto
L’edizione 2022 della Giornata Internazionale del Caffè viene rappresentata da una tazzina rovesciata: «Vuole essere un messaggio concreto: la filiera del caffè non è così scontata, la tazzina rovesciata serve per suggerire a tutti di cambiare punto di vista. La filiera del caffè dura 15-16 mesi da quando la pianta fiorisce a quando il consumatore ha in tazza quel prodotto. A migliaia di km di distanza. È lunghissima, in quei mesi il prodotto può migliorare o, come spesso capita, peggiorare. E poi: in trenta secondi il barista deve organizzare temperatura, macinatura e tante cose che possono esaltare o rovinare il chicco. Capite quanto può pesare questo compito? Anche a casa le cose non cambiano: in pochi minuti si può esaltare o rovinare quello che è successo in tutta la filiera del caffè. La tazzina rovesciata deve servire al consumatore per avere la curiosità di scoprire cosa c’è dietro a un caffè. Credo che questo sia il primo, forse il più importante, passaggio per educare il consumatore e il suo palato».
Dal 1° ottobre il video-manifesto
Come abbiamo detto, il caffè, soprattutto per noi italiani, è molto più di una bevanda. È un rito che ci unisce ogni giorno, parte integrante della nostra cultura e un motore importante per la nostra economia. Proprio questi saranno i temi raccontati da Consorzio Promozione Caffè in un nuovo video-manifesto, online sui canali del Consorzio a partire dal 1° ottobre.
Nel video, il viaggio del caffè dal chicco nelle piantagioni alla tazzina sulla nostra tavola, si intreccia con la giornata della vita di tutti noi, dal risveglio, ai momenti più concitati della giornata (fatta di studio, lavoro, tempo libero, relax) fino a quando andiamo a dormire.
Le scene si susseguono veloci seguendo il ritmo incalzante e pieno di energia di una delle più celebri arie musicali - made in Italy - a livello mondiale, l’Overture finale del Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini, grande amante del caffè. Le immagini dei sapienti processi di produzione e lavorazione del chicco si uniscono a tanti volti e tante storie in cui il caffè è sempre presente, come passione che attraversa le generazioni, come cultura che appartiene al nostro DNA e come rito che ogni giorno replichiamo più volte e che unisce tutti noi.
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Alberto Lupini
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