Bettelmatt, gioiello di montagna Solo 6mila forme all'anno

Sono solo 8 i produttori della Val d’Ossola che danno alla luce questa specialità. Dietro al Bettelmatt non solo un turismo gastronomico, ma anche sportivo: dà il nome a tante gare organizzate nel territorio

29 luglio 2020 | 09:45
di Fabrizio Salce
Una vera e propria “chicca” casearia del nord Piemonte, una produzione limitata, meno di 6mila forme all’anno, realizzata solo ed esclusivamente in alpeggio tra i 1.800 e i 2.400 metri di altitudine. I produttori sono 8, raggruppati in un'associazione e operativi su 7 alpeggi.


Una vera e propria “chicca” casearia del nord Piemonte

Siamo in Val d’Ossola, ultimo lembo di montagna italiano prima di sconfinare in Svizzera. Qui, tra il 1200 e il 1300, avvenne la colonizzazione alpina della popolazione Walser: fu in quel periodo storico che il formaggio prodotto veniva utilizzato come moneta di scambio per il pagamento degli affitti per le concessioni degli alpeggi. Il nome Bettelmatt risale a quell’epoca e deriva da “battel” che significa questua e “matt” che in lingua germanica sta a significare pascolo.



Ancora oggi lo si produce con il latte delle mucche, in maggioranza di razza Bruna Italiana, che si nutrono delle erbe ed essenze dei rigogliosi e generosi pascoli, elementi che conferiscono al latte profumi e sapori straordinari. Qui la montagna è un vero paradiso naturale dove si possono vivere passeggiate ed escursioni in compagnia delle nuvole, respirando aria pura, abbracciando la natura e la pace, e dove il suono dei campanacci delle mucche al pascolo sono l’unica colonna sonora.

È formaggio delizioso e pregiato, dal colore giallo chiaro con occhiatura ridotta. Appena lo si assaggia ne si percepisce subito la morbidezza miscelata alla dolcezza, poi si gustano le note più intense, quelle che esaltano le erbe e i sapori del pascolo.

I 7 alpeggi sono posizionati tra la Valle Antigorio e la Val Formazza sui territori dei Comuni di Baceno, Premia e Formazza. Gli animali vengono munti due volte al giorno e la produzione del formaggio a latte crudo intero avviene dopo ogni mungitura.


Le forme pesano dai 4 ai 5 chilogrammi

Le forme, per le quali si utilizzano circa 50 litri di latte ciascuna, pesano dai 4 ai 5 chilogrammi. La lavorazione richiede dalle 3 alle 4 ore di lavoro. Il latte appena munto viene posizionato in caldaie di rame, scaldato a fuoco vivo e addizionato del caglio. La coagulazione può durare anche 50 minuti, dopodiché la massa viene rotta a mano in piccoli granuli. Dopo la rottura si porta la temperatura della massa a circa 45°C, poi la si estrae e la si ripone nelle fascere, che ne daranno la forma, e pressata per 12 ore.

Si passa poi alla salatura e alla stagionatura, durante la quale si provvede a girare e spazzolare le forme con costanza e attenzione. La stagionatura minima del formaggio è di 60 giorni, ma soltanto le forme migliori saranno prescelte per essere marchiate come Bettelmatt e vendute: quasi sempre prima delle feste natalizie per via della produzione limitata. Il costo è più oneroso rispetto ad altri formaggi, ma ne vale decisamente la pena per il grande piacere di gustare una specialità.


Mucche di razza Bruna Italiana al pascolo

La But
Il Bettelmatt è indubbiamente motivo di richiamo turistico per queste montagne ma anche espressione di competizione sportiva. Nel 2007 infatti Gianluca Barp, operatore turistico, ha ideato la “But”: Bettelmatt Ultra Trail. Si tratta della But Formazza - Salomon Challenge - ovvero una corsa in solitaria sui sentieri e sugli alpeggi alla scoperta dei gioielli del territorio.

Per il 2020 si può optare per la Bettelmatt Trail da 52 km o per la Bettelmatt Sky Race di 35 km, o ancora per la Bettelmatt Race di 22 km.


Mucche di razza Bruna Italiana al pascolo

Quest’anno per via dell’emergenza Covid l’organizzazione ha dovuto mettere in campo dei cambiamenti, ma senza eliminare la competizione che ha avuto inizio il primo luglio e si concluderà domenica 20 settembre. Come fare per partecipare? Ecco le indicazioni giuste.

«La partenza e l’arrivo sono dal borgo di Riale, piccola perla della Val Formazza a 1731 metri d’altitudine. I partecipanti potranno registrare la propria prestazione e poi condividere la traccia GPS e il tempo ottenuto con gli organizzatori, che alla chiusura dell’evento provvederanno a stilare una “classifica virtuale” con tanto di premiazioni.
E se da una parte gli atleti professionisti potranno sfidarsi, anche se a distanza, rintuzzando vecchie rivalità sportive o provando ad emergere come nuovi protagonisti della gara, i semplici amanti della montagna avranno, invece, l’occasione di godersi con la giusta calma e all’andatura preferita i tesori naturali del territorio.

I percorsi della But sono accattivanti e molto interessanti, parliamo di 2 passi alpini a 2.500 metri, 5 bacini idroelettrici, 6 rifugi di cui uno a 3mila metri, la suggestiva cascata del Toce alta oltre 150 metri, poi i caratteristici insediamenti Walser e, naturalmente, gli alpeggi dove si produce il formaggio.

Per partecipare non ci sono costi di iscrizione, è sufficiente avere la giusta attrezzatura, una sana passione per la montagna e la voglia di stare all’aria aperta. Inutile dire che la competizione è un’occasione per scattare entusiasmanti foto da utilizzare e condividere sui social.

È comunque una sfida “eroica” così come “eroico” viene definito il Bettelmatt delle Alpi Lepontine, un formaggio d’altri tempi e di oggi, un’eccellenza casearia della Regione amata dai gourmet e molto apprezzata da chi non finisce il pasto senza il sapore del latte.

Per informazioni: bettelmattultratrail.it

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Alberto Lupini


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