Ho seguito la trasmissione di domenica mattina “Mi manda Rai 3”. Una straordinaria lezione di marketing la polemica della redazione con le donne che nella Bari vecchia, in strada davanti casa, producono orecchiette e, se uno le vuole assaggiare, la casa è aperta e si può accomodare. Bontà, gentilezza, ospitalità, racconto, storia, cultura, tradizione e altri valori, infangati dalla mancata ricevuta che vuol dire evasione fiscale. Siamo di fronte al classico caso che “U cane mócceche u sgàrrate” (il cane morde chi ha il vestito strappato), come si dice qui da me in Molise. In pratica il povero. Nel caso specifico donne che lavorano per guadagnare qualche euro e raccontano questa loro manualità, che è arte prim'ancora che tradizione, con il sorriso, riuscendo a coinvolgere soprattutto i turisti che visitano la parte più bella del capoluogo pugliese, quella che fa pensare a un altro rione esemplare, la “Vucciria” di Palermo.
Le orecchiette, salvezza della tavola e del territorio
Successo non solo a Bari, ma anche nel mondo, grazie alla Regione Puglia e agli altri enti promozionali della terra che a nord è segnata dal Gargano e dalla pianura del grano duro e, a sud, seguendo un immenso filare di oliveti - molti patriarchi stupendi - dal tacco dello stivale di questa nostra stupenda Italia. Un paese sempre più nelle mani di insipienti incantati dal dio denaro che vuole la quantità delle multinazionali e il falso dell'intelligenza artificiale, cioè il cibo che hanno già chiamato “carne coltivata”. Coltivata, sì, ma non dal contadino, bensì da un bravo tecnico di laboratorio che sa usare macchine speciali.
Insipienti rappresentanti, ai vari livelli, del Bel Paese che urlano i successi dell'agroalimentare italiano, quello osannato in ogni parte del mondo, senza rendersi conto che rischia di sparire nelle mani della multinazionale McDonald's. Ancor più nel momento in cui non fanno nulla per bloccare lo spreco della fonte di questo cibo, il territorio, quello segnato da mille e mille colline, piccole e grandi pianure, catene di monti e di montagne. Il bene comune rappresentato da 6500 testimoni, un migliaio di prodotti Dop e Igp e, oltre 5.500 prodotti tradizionali, i cosiddetti tipici.
Insipienti, ridotti tali dal pensiero fisso per il denaro o il potere, e, in non pochi casi, per l'uno e per l'altro. Anche le donne della Bari vecchia pensano al denaro e, però, non al potere, ma solo perché non ne hanno il tempo, prese come sono a produrre e far vedere l'arte di ricavare orecchiette da una farina impastata, e, una volta, cucinate, trasformarle in uno dei piatti simbolo della grande cucina italiana. Tutto per vedere come sbarcare il lunario, mettere insieme il necessario per vivere una vita dignitosa con tutta la propria famiglia. Un modo per non chiedere elemosina, non andare a rubare o fare altre sciocchezze pur di mangiare, che, con i tempi che corrono, vuol dire vivere nella propria terra, non emigrare, non sentirsi schiavi, ma protagonisti insieme con le rispettive famiglie.
Diversamente da chi accumula soldi e li finalizza in azioni, lingotti d'oro, opere d'arte, un cumulo di immobili e di discariche di un territorio divorato e male utilizzato. Resta della visione di questa trasmissione, con la rabbia delle contraddizioni, il piacere - quello citato all'inizio di questo commento - di avere assistito a una lezione di marketing e ciò grazie alle mamme e alle nonne della Bari vecchia. Di avere, ancora una volta, riflettuto sull'arte del sistema neoliberista che ha tutto e tutti nelle mani e, in aggiunta la capacità di fare disastri senza apparire e, in questo modo, evitare di essere citato per non essere messo in discussione, e, così, continuare la sua missione. Quella di utilizzare l'uomo per depredare e distruggere la terra e, se non si cambia strada, portare tutti a cadere in un baratro, cioè coinvolgerci nella sua folle impresa, l'implosione.
Rai 3: dalla parte della legge, contro il buon senso
Chiudo con un invito agli autori della trasmissione “Mi manda Rai 3”, che hanno dedicato due puntate alle “Orecchiette mangiatasse” di programmarne una terza per spiegare a loro stessi e agli italiani che le abili orecchiettare meriterebbero tutte un grosso premio per la promozione che hanno fatto e, lo spero, continueranno a fare della bontà della nostra cucina spiegando la storia, la cultura, l'ambiente, il paesaggio, le tradizioni, cioè i valori e le risorse di un territorio generoso qual è quello pugliese e, nel caso specifico, barese. Un territorio che è tanta parte del Paese che più di ogni altro racconta la Dieta mediterranea, uno stile di vita che, più di altri, è esempio nel mondo. E proprio perché tale è odiato e, sempre più, combattuto dalle multinazionali, le armi potenti della globalizzazione che, insieme alle banche, rappresentano il neoliberismo. Il sistema - serve ripeterlo - che non ha il senso del limite e del finito e, come tale, completamente disinteressato dei rischi che corre l'umanità con il furto della terra, ovvero della natura e della biodiversità, cioè della sacralità che mette le ali alla vita.
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Alberto Lupini
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