Il vorace granchio blu sta causando un aumento dei prezzi delle vongole che “morde” più dell'inflazione stessa. A causa delle sue incursioni costanti negli allevamenti, la maggior parte del prodotto è stata ormai depredata, mettendo a rischio la disponibilità di vongole sulle tavole degli italiani proprio durante le festività natalizie. I pochi fortunati che riescono a procurarsele rischiano di dover affrontare costi notevolmente più elevati.
Il granchio blu morde più dell'inflazione e fa lievitare i prezzi delle vongole
Spaghetti con le vongole? Costeranno il 60% in più
Attualmente, consumare un piatto di spaghetti con le vongole costerà almeno il 60% in più rispetto al 2022, con un prezzo alla produzione che è salito da 7 a 11 euro al chilo. Questi dati emergono da un monitoraggio condotto da Fedagripesca-Confcooperative. Tuttavia, è difficile prevedere quanto di questo aumento di prezzo verrà effettivamente riversato sui consumatori, poiché l'offerta limitata e il periodo festivo potrebbero creare condizioni favorevoli a speculazioni.
Vongole, a Natale si venderanno al miglior offerente
I produttori associati a Confcooperative lamentano la scarsità di vongole sopravvissute alle incursioni del granchio blu, affermando che quest'anno saranno costretti a venderle al miglior offerente, al contrario degli anni precedenti in cui potevano concludere accordi commerciali con grossisti e ristoranti. Questo problema è ulteriormente aggravato dalle perdite considerevoli subite a causa del comportamento distruttivo del granchio blu.
Anche se il prezzo delle vongole è in aumento, i pescatori che catturano i granchi blu continuano a ricevere compensazioni molto basse, che oscillano tra i 30 e i 50 centesimi al chilo, somme che non coprono nemmeno i costi del carburante impiegato per la pesca.
Non solo il granchio blu minaccia vongole e molluschi
Ma non è solo il granchio blu a minacciare i molluschi bivalvi. Attualmente, in Emilia-Romagna, nel porto canale di Porto Garibaldi, c'è una situazione senza precedenti di morte di vongole, cozze, cannolicchi e altri piccoli molluschi bivalvi che vengono trovati morti durante la pesca o spiaggiati lungo la costa a causa di un'ossigenazione insufficiente nei fondali marini. La causa di questo fenomeno viene attribuita a una prolungata estate e alla mancanza di mareggiate che hanno portato a un eccesso di acqua dolce proveniente dal fiume Po.