L’Espresso non passa per quest’anno l’esame italiano dell’Unesco, che approva invece la candidatura dell’opera lirica. Delusione per gli amanti della tazzina. La commissione nazionale per l'Unesco ha oggi bocciato la candidatura del "caffè italiano espresso tra cultura, rituali, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli", mentre ha approvato, sotto la presidenza di Franco Bernabé, come candidatura italiana da presentare al Comitato intergovernativo per il ciclo 2023 "l'arte italiana dell'Opera lirica".
Lo annuncia l'Unesco sul proprio sito precisando che, nonostante l'esito della votazione, il dossier della candidatura del caffè espresso è stato molto apprezzato dai membri del Direttivo. A conti fatti si potrebbe concludere che, viste le "sponsorizzazioni", ha vinto il Ministro Franceschini (Beni culturali) e ha perso quello delle Politiche agricole (Patuanelli).
Vionce la lirica e perde il caffè
Quest'anno, precisa ancora il Consiglio direttivo della Commissione italiana per l'Unesco, l'Italia partecipa anche ad una candidatura transnazionale, "Traditional irrigationin Europe, Knowledge, technique and organization", che ha come capofila l'Austria e vede la partecipazione anche di Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Inoltre l'Italia partecipa all'estensione della candidatura "Transhumance, the seasonal droving of livestock", ad Albania, Andorra, Croazia, Francia, Lussemburgo, Romania e Spagna. La Transumanza è stata iscritta nella lista del Patrimonio Culturale immateriale dell'Unesco nel 2019 come elemento transnazionale in Austria, Grecia e Italia.