La produzione dell’”oro nero” di Modena è tornata ai livelli pre pandemia. Tre milioni di litri di aceto balsamico sono in invecchiamento nelle botti e nei caratelli, ma ora serve anche maggior vigilanza da parte delle istituzioni contro le contraffazioni.
Momento storico per il balsamico di Modena Igp
Più che positivo il bilancio 2021 dell'Aceto Balsamico, denominato l'oro nero di Modena. Ma ora serve porre attenzione alle nuove sfide che pone un'emergenza pandemica che non accenna a finire anche nel nuovo anno. Il termine "balsamico" è prerogativa esclusiva dei tre aceti: Aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, Aceto balsamico di Modena Igp, e Aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia Igp e queste eccellenze negli ultimi anni hanno conquistato il top del successo internazionale del made in Italy.
Bilancio di fine anno più che positivo
Il bilancio di fine anno presentato dai due Consorzi che tutelano le due denominazioni presenta numeri importanti per un vasto comparto che conta 50 aziende per il Balsamico Igp e 250 per quelle che producono il Tradizionale Dop, con un totale di mille dipendenti ai quali si deve aggiungere tutto l'indotto. Per il Tradizionale, prezioso e dalla storia pluricentenaria, confezionato per legge in una bottiglietta dalla forma esclusiva firmata Giugiaro, l'anno appena trascorso ha fatto segnare un incremento della produzione e delle vendite di oltre il 17%, attestando i volumi su quelli pre-pandemia. In particolare, il centro di imbottigliamento consortile ha fatto registrare un aumento del 30% delle quantità imbottigliate.
Superate le 110mila confezioni certificate
«Si sono superate le 110 mila confezioni certificate - ha dichiarato Enrico Corsini, presidente del Consorzio del Balsamico Tradizionale - Ma ciò che più importa per un aceto che deve sottostare a tale eccezionale periodo di invecchiamento sono le giacenze di prodotto nelle tipiche batterie di botti, che servono per sostenere la produzione delle annate future: la filiera produttiva oggi consta di 250 produttori, che detengono circa 3milioni di litri di prodotto in invecchiamento nelle proprie acetaie. Il deciso incremento rispetto al decennio precedente, che fa ben sperare in un futuro di successo. Necessari tuttavia grandi investimenti per installare e gestire una acetaia, la lunghezza dell’invecchiamento ne fanno un prodotto esclusivo, che viene venduto nei negozi per gourmet e utilizzato nei ristoranti più prestigiosi, con prezzi che spesso superano i cento euro a bottiglietta, ovvero i mille euro al litro». Importante, inoltre, il patrimonio costituito dalle botti e dei caratelli di vari legni realizzati con i segreti tramandati dai maestri bottai.
Positivi anche i dati presentati dal Consorzio di tutela
Positivi anche i dati presentati all’assemblea dei soci dal Consorzio di tutela aceto balsamico di Modena Igp, sempre relativi all’anno appena trascorso. L'incremento della produzione è stato dell’11% a volume, portandola così a superare la soglia dei 100 milioni di litri certificati. Le zone di produzione sono esclusivamente le province di Modena e Reggio Emilia, dove forte è la presenza di uve caratterizzate dalla giusta concentrazione di zuccheri e acidità.
«Un momento storico per il settore»
«È un momento storico - ha affermato Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio - Perché mai fino a oggi il nostro comparto era riuscito a superare la soglia dei 100 milioni di litri. Poi, che un tale record venga segnato nel mezzo di questa congiuntura globale caratterizzata da livelli di incertezza e complessità mai visti, ne enfatizza ancora di più il valore materiale e simbolico. Potremmo dire che in un momento in cui le relazioni internazionali si arrestano o rallentano e molti operatori sono costretti ad attendere e a rimanere a guardare, l’Aceto balsamico di Modena mostra di avere capacità di saper reagire e di guardare al futuro con fiducia».
Ora serve vigilare contro le contraffazioni
Un successo che non fa abbassare la guardia al Consorzio che vigila contro l'uso improprio e ingannevole del termine a fini speculativi applicato ad altri prodotti a base di mosti che nulla hanno a che fare con l'unicità di un prodotto della nostra tradizione che non può che raccontare il legame culturale con il suo luogo di origine. È dal 2000 che l'Europa ha riconosciuto la Dop all'Aceto Tradizionale mentre l'Igp per il Balsamico di Modena è stata ottenuta nel 2009. Successivamente, nel 2014, il Consorzio ha ricevuto l’incarico ufficiale di tutela dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentare e Forestali. Nonostante il privilegio di essere il prodotto italiano più apprezzato all'estero, il Balsamico è anche il più imitato, come dimostra la recente vertenza con la Slovenia che tenta di legalizzarne un'imitazione per decreto
L’impegno del Consorzio dell’Igp
Fortemente impegnato ad impedire questo ulteriore caso di italian sounding è il Consorzio dell'Igp. Un danno non solo economico, come aveva subito denunciato il suo direttore Federico Desimone, ma una grande offesa della tradizione e degli sforzi fatti dai produttori che insieme all’attività di divulgazione dei Consorzi hanno reso questo prodotto famoso nel mondo. «Ma è anche un attacco al sistema agroalimentare di qualità europeo - ha affermato - Un attacco al diritto dei consumatori ad un’informazione trasparente e agli operatori commerciali che devono difendersi da una concorrenza leale. Quando abbiamo intuito che le modalità di svolgimento del lavoro di tutela e vigilanza classiche non erano più adeguate ai cambiamenti in corso ovviamente accelerati dalla pandemia abbiamo deciso di cambiare paradigma . Dopo una prima fase di studio, siamo riusciti a realizzare e attivare nuovi strumenti anche digitali che permettono di allargare la nostra attività di monitoraggio, vigilanza e repressione delle frodi a tutto il mondo senza particolari costi e con tempistiche ridotte». L'Aceto balsamico di Modena Igp è un prodotto ad altissima vocazione all'export; il 92% dell'intera produzione è acquistata e apprezzata in altri Paesi, soprattutto Germania e Usa che rappresentano, ciascuno, circa il 30 per cento delle esportazioni.