Con il nuovo portale unico, la Regione Marche, tra le più vocate d'Italia alla produzione dei profumati funghi ipogei in ogni stagione dell'anno, intende valorizzare e diffondere la conoscenza del tartufo, patrimonio che nasce nelle aree boschive da nord a sud. Infatti, i tartufi si trovano da Pesaro ad Urbino fino ad Ascoli Piceno, dal più apprezzato e profumatissimo Bianco, il Tuber Magnatun Pico del periodo invernale fino al Nero Pregiato, al Bianchetto e al Nero Estivo. "Pronti a farti emozionale con il tartufo" è il claim con cui il testimonial della Regione, Roberto Mancini invita dai manifesti a una esperienza emozionale unica in un territorio ricco di bellezza e di cultura.
La Regione Marche ha lanciato un portale online univoco per entrare nel mondo del tartufo
Prevista una raccolta di 50 tonnellate
Il nuovo progetto è stato presentato a Roma alla Terrazza Borromini in apertura di stagione della cerca del Tuber Magnatum Pico, dono spontaneo di una natura generosa ma spesso imprevedibile, che impegna nel territorio ben 13mila cercatori tesserati, oltre ad alimentare un articolato indotto nella trasformazione e nel commercio. Fino al 31 dicembre, data fissata per la chiusura della stagione, si prevede che saranno circa 50 le tonnellate di tartufi raccolti che andranno a impreziosire i piatti dei gourmet di tutto il mondo.
Tartufo, termometro turistico-ambientale del territorio
Oltre che ambito e conteso da chef e palati raffinati, il tartufo è un indicatore di biodiversità e di integrità dei suoli e conferma come nelle Marche la superficie boschiva sia immune da inquinamenti di ogni genere. Inoltre, qui sono state messo in campo una serie di azioni di salvaguardia del tartufo spontaneo e atte a favorire lo sviluppo della tartuficoltura. Lo hanno sottolineato alla presentazione del portale il vicepresidente della Regione Marche e assessore all'Agricoltura Mirco Carloni, il presidente della Camera di Commercio Tommaso Di Sante e Antonio Centocanti di Food Brand Marche. Ha espresso il sostegno del Mipaaf al progetto di valorizzazione di questa preziosa risorsa il sottosegretario Gian Marco Centinaio che ha parlato di una efficace strategia di un rilancio turistico di tutto il territorio regionale. Presenti anche numerosi sindaci delle Città del Tartufo.
Lo jesino Roberto Mancini, ct della Nazionale di calcio, testimonial del nuovo portale online
Un portale, quattro sezioni
Formato da quattro sezioni, il portale consente al visitatore di spaziare dalle informazioni sulle varie tipologie alle località da visitare, dalla scelta degli eventi da seguire alla possibilità di acquistarlo nelle storiche aziende locali, specializzate nel commercio del prodotto fresco e trasformato.
- “Trovalo” è la sezione dedicata alle varie specie di tartufo, con indicazioni sulla stagionalità, sull’habitat e sul luogo di cerca e sulle modalità di conservazione.
- “Gustalo” è invece la sezione dedicata ai ristoranti in cui assaporare il tartufo nelle località che ospitano una manifestazione di carattere nazionale.
- “Compralo” si trovano invece i commercianti di tartufo divisi per territorio.
- “Vivilo” dedicata alle città marchigiane del tartufo in cui si trova la storia della città e il programma del suo evento di valorizzazione del tartufo.
Accessibile facilmente, il portale invita a vivere attraverso il tartufo il fascino dell'intera regione. Numerose le iniziative, le fiere e le mostre mercato in programma ad Acqualagna, Amandola, Apecchio, Fossombrone, Pergola, Rocca Fluvione e Sant'Angelo in Vado.
Si attendono le quotazioni di tartufo bianco
La stagione del mitico Bianco alimenta come ogni anno speranze sulla sua qualità e quantità, del tutto imprevedibili per la sua origine misteriosa. Si può tuttavia azzardare il suo valore commerciale in base alle pezzature, da 150 euro fino 300 euro all'etto, secondo la Borsa del Tartufo online di Acqualagna, ma il dato stabile potrà essere definito solo quando la stagione entrerà nel vivo, in genere a metà novembre e inizio dicembre.
Il brindisi con cui è stato inaugurato il lancio del portale online dedicato al tartufo marchigiano
Nelle Marche è nata la tartuficoltura moderna e la Regione punta a innovare ancora
Si è parlato del ruolo ecologico del tubero ma anche dei progetti che da tempo potenziano il settore come quello del Centro Sperimentale di tartuficoltura di Sant’Angelo in Vado che da circa quarant'anni produce piantine forestali con radici micorizzate che, messe a dimora in sito idoneo, rendono una produttività di tartufaie che sfiora quasi il 100%. La moderna tartuficoltura nasce proprio nelle Marche, sia perché nel 1932 vi è stata impiantata la prima tartufaia “coltivata”, ma soprattutto perché negli anni ‘50 e ‘60, sono state realizzate da Mannozzi Torini, ispettore regionale del Corpo Forestale dello Stato, numerose tartufaie coltivate, soprattutto del nero pregiato, a dimostrazione della vocazione del territorio marchigiano alla coltivazione, oltre che alla produzione spontanea per le favorevoli condizioni climatiche e pedologiche.
Sempre con l'obiettivo di promuovere la tartuficoltura, la Regione Marche, attraverso i fondi previsti dai Programmi di Sviluppo Rurale, ha permesso la realizzazione di oltre 1.600 ettari di tartufaie coltivate che si sommano a più di duemila ettari di tartufaie esistenti. Dai proventi derivanti del gettito della tassa regionale sulla raccolta del tartufo nell’ultimo triennio (2018-2020) di circa 300mila euro e attraverso l’Agenzia per i Servizi nel Settore Agroalimentare delle Marche (Assam), la Regione Marche ha messo in campo numerose linee sperimentali su differenti fronti tra i quali il miglioramento dei soprassuoli forestali che costituiscono, nelle Marche, l’ambiente principe di produzione naturale del tartufo bianco.
Una vocazione, quella del territorio regionale, che ha anche il risultato di promuovere il settore del turismo del gusto, in continua ascesa e soprattutto destagionalizzato.Visitatissimo ad Acqualagna, la città simbolo il Museo del Tartufo ideato per trasmettere e valorizzare l'intreccio di relazioni antropologiche, sociali e culturali di un prodotto misterioso, antico e prezioso. Il percorso di scoperta è articolato in tre sezioni, ciascuna associata ad una chiave di lettura esperienziale: la Scoperta, dall'ambiente ai saperi, l'Iniziazione, tra suggestioni, miti e magia, e Rarità, dai risvolti economici fino al gusto.