La Sala Rinascimento del Gran Hotel Majestic di Bologna ha fatto da cornice alla presentazione della “Versione dello Chef”, un interessante progetto di valorizzazione della patata, “l’immigrato più famoso della nostra cucina” come l’ha definito Martina Liverani, la giornalista che ha coordinato la presentazione. L’iniziativa promossa dal Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop è stata cofinanziata dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Sul palco Davide Martelli e Claudio Scalise, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio di Tutela Patata di Bologna Dop ed Alberto Ventura dell’Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna.
I protagonisti del progetto
L'obiettivo del progetto
«Questo progetto - ha detto il presidente Martelli - si propone di valorizzare il legame con il territorio di produzione e dimostrare la versatilità in cucina della Patata di Bologna Dop. Per raggiungere tale obiettivo sono state coinvolte dieci firme della cucina bolognese che hanno interpretato in altrettanti modi diversi questo straordinario prodotto gourmet, una eccellenza unica nel food italiano».
Dieci libere interpretazioni di questa eccellenza della terra
Dall’incontro tra la Patata di Bologna Dop, prodotto gourmet per eccellenza, e dieci chef del territorio bolognese, è appunto nata “La Versione dello Chef”. Dieci libere interpretazioni, dall’antipasto al dessert - che rimarranno nella carta dei loro ristoranti fino al 31 gennaio del prossimo anno - di un prodotto dalla bontà naturale, sano e genuino, nutriente e saziante, ricco di gusto nella sua semplicità.
Nel seguito i dieci ristoranti che hanno aderito con l’indicazione della ricetta esclusiva a base di patata: Ristorante Casa Monica (Tikka di Patate di Bologna Dop e tonno); Trattoria Da Me (Uovo cotto a bassa temperatura su cremoso di Patate di Bologna Dop al tè affumicato, porcini “fritti fritti”, mirtilli e concentrato di bosco); Ristorante Grassilli (Ravioli di Patate di Bologna Dop con porri stufati e aceto balsamico); Antica Osteria Casoni di Bologna (Raviolone di Patate di Bologna Dop e provola, tarassaco, cipollotto e guanciale stagionato); Ristorante Caminetto d’Oro (Crema di Patate di Bologna Dop affumicata, mazzancolle alla brace e chips di cipolla); Ristorante Al Cambio (Petto di faraona farcito di Patate di Bologna Dop e tartufo); Ristorante da Nello (Petroniana di Patate di Bologna Dop); Ristorante i Carracci (Budino di Patate di Bologna Dop e mandorla con gelato alla crema); Hostaria 900 (Tortelli ripieni di Patate di Bologna Dop, vellutata di cardo gobbo e salsiccia di Mora Romagnola) ed Osteria di Medicina (La Patata di Bologna Dop in gita a Migîna con la voglia di Toscana). Gli ultimi due ristoranti sono, rispettivamente di Imola e Medicina, due cittadine a pochi chilometri dal capoluogo regionale, tutti gli altri si trovano a Bologna.
Alcune ricette proposte dai ristoranti
Il ricettario
Per conservare le ricette e metterle disposizione di tutti è stato realizzato un ricettario che indica con semplicità come prepararle comodamente a casa propria. Il ricettario, infatti, oltre a individuare il locale dove è possibile degustare tale piatto, ne specifica anche gli ingredienti e le modalità di esecuzione in modo da fornire un’utile indicazione per chi è appassionato di fornelli.
Patata di Bologna Dop un prodotto premium
Per finire alcune parole sulla Patata di Bologna che rappresenta un unicum ed un prodotto premium nel panorama nazionale. Prodotta e confezionata esclusivamente nel territorio felsineo, è la prima Patata in Italia ad avere ottenuto la Dop (Denominazione Origine Protetta). Le caratteristiche di questo prodotto, coltivato nella sola varietà Primura, sono determinate dallo stretto legame con il territorio bolognese, protagonista della storia pataticola da almeno due secoli.
La patata di Bologna Dop
Clima, tecniche di coltivazione, tipologia di conservazione e soprattutto l’esperienza di generazioni di agricoltori appassionati, la rendono unica. La produzione di Patata di Bologna Dop si sviluppa fra i fiumi Sillaro e Reno fino a ricomprendere i Comuni di: Budrio, Castenaso, Ozzano dell’Emila, San Lazzaro di Savena, Castel San Pietro Terme, Castel Guelfo di Bologna, Medicina, Molinella, Baricella, Minerbio, Granarolo dell’Emilia, San Giovanni in Persiceto e Crevalcore. L’intera area di coltivazione è oggi pari a circa 500 ettari (+20% rispetto alla campagna 2020/2021) e vanta una produzione di quasi 20mila tonnellate (+28% rispetto al 2020). La crescita costante di questo prodotto è in linea con le richieste del consumatore moderno, sempre più orientato alla ricerca di prodotti di qualità e garantiti.