Questa emergenza da coronavirus lascerà probabilmente un'immagine indelebile nella memoria degli italiani: gli scaffali della pasta vuoti nei supermercati (sì, probabilmente anche per le penne lisce). Ora, arrivano anche i numeri della corsa alla pasta, che ha caratterizzato gli ultimi giorni di febbraio.

Pasta Molisana, +42,3% a febbraio
Qualche numero lo dà
Giuseppe Ferro, ad pastificio La Molisana, al
Corriere della Sera: «Abbiamo già svuotato metà magazzino, pari a 12mila tonnellate di pasta. E se l'anno era già partito bene con una crescita del 16,5% a gennaio, a febbraio abbiamo assistito a un aumento consistente: +42,3% con la corsa dei consumatori all'acquisto della pasta, a cui abbiamo assistito tutti».
Non sono numeri che in una crisi del genere devono stupire: l'italiano è da sempre legato alla pasta, è probabilmente il primo alimento a cui pensa, specialmente se deve decidere di fare delle scorte: «La pasta ha una scadenza a tre anni. Con 13 euro se ne possono comprare 30 chili e stare tranquilli per un mese». Pastificio La Molisana ha giovato anche di una coincidenza: «Eravamo
in promozione all'Esselunga quando è scattata la prima corsa a svuotare i supermercati. E la scelta è ricaduta soprattutto sulla pasta classica, mentre noi siamo spesso preferiti per quella integrale, a dimostrazione che si è trattato proprio di un accaparramento».
Con la pasta, naturalmente, anche i pomodori in barattolo e l'olio (extravergine o di semi, «che costa meno») sono andati a ruba.
Giuseppe Ferro
La pasta, insomma, è l'alimento che in una crisi come questa non può mancare in casa agli italiani... Ma non solo. La corsa alla pasta non ha riguardato solo il Belpaese, gli ordini a La Molisana sono arrivati un po' dappertutto. «Abbiamo avuti forti richieste da NY, un distributore che solitamente ci chiede due autotreni al mese di pasta, per cucinarla e venderla già pronta, oggi ne ha ordinati 19».
Per La Molisana, come per gli altri pastifici italiani, sarà un anno di grandi vendite (anche se la circostanza è generalmente infelice), ma anche un anno di solidarietà. La famiglia Ferro, come riporta il Corriere, ha donato tre ventilatori polmonari al Blocco operatorio della Terapia intensiva dell'ospedale Cardarelli di Campobasso. «Spero vivamente che presto tutto si risolva nel migliore dei modi e che rientri il prima possibile questo stato di paura che tutti stiamo vivendo. Siamo fiduciosi che insieme usciremo da questa criticità per ripartire con slancio e determinazione riappropriandoci delle nostre vite».